Standing Ovation
In punta di piedi nel mondo di Ada Izquierdo Nigretti
La raccolta curata da Eduardo de Simola
mercoledì 20 luglio 2011
Le pagine possono immortalare e congelare un momento assicurandogli un futuro sublime, possono liberarlo dal timore che vada perduto a causa di quella carogna di tempo beffardo che non fa sconti e trascina ogni cosa nel vortice della morte dei ricordi. L'inedita raccolta "Il sapore dei ricordi", curata da Eduardo de Simola con le illustrazioni di Nicola Nuzzolese e che si inserisce nella collana dei Quaderni tranesi non si propone di fare altro che concedere al lettore la possibilità di tuffarsi nella vita di Ada Izquierdo Nigretti, nel suo privato, nei suoi risvolti più intimi e nelle sue più sensibili sfaccettature.
Ada ci lascia entrare in punta di piedi nei suoi ricordi mettendosi a nudo e dandosi, in tal modo, quasi straordinariamente la possibilità di farsi rivivere. Si svuota e ci riempie delle sue più delicate emozioni, delle sue passioni. Godiamo della semplicità con cui giovanissima si approcciava alla vita, alle cose più semplici, a quelle che anche una terra arida può offrirci e che si riempiono di vita accanto alle persone amate. Scorgiamo un atteggiamento che riesce quasi a gonfiarci l'anima per il modo assolutamente carico di entusiasmo con cui lasciava entrare la vita nei suoi polmoni.
Tra le righe della raccolta dei racconti si scorge con occhio ben attento la nostalgia per la nostra terra dove si è trasferita nel culmine della sua giovinezza, a ventidue anni dopo aver sposato Biagio Nigretti, allora a capo dell'amministrazione comunale. Nulla sembrava passarle accanto senza sfiorarla. I profumi dei pomeriggi della domenica tra gli oleandri e i gerani, i colori di una città che si lasciava respirare tra i viottoli di una Trani reduce della guerra, i personaggi più strambi e pittoreschi che si lasciavano osservare dalla sua anima sensibile e curiosa.
Si sfogliano tutte di un fiato le pagine intrise dei suoi giovani pensieri che viaggiano tra il cielo un po' imbronciato di Milano (ultima residenza) e gli scorci ridenti di Trani. Il ricordo di Tommasina, di Paschina, di Maria a cui non esitava di raccontare storie d'amore inventate nelle campagne di Capirro, le donne che sussurravano le preghiere del rosario al crepuscolo, quelle donne che appena voltato l'angolo non le ricordi più, i percochi,i panzarotti, il bicchierino di rosolio e i bocconotti di donna Caterina, nulla le sfuggiva, tutto si insidiava fantasticamente nella sua memoria fanciulla. Nessun ricordo sembra perdersi, ma accumularsi agli altri, traducendosi in una parola scritta elegante e delicata, conservata con orgoglio e forza.
Sono i ricordi una giovane donna che guarda con stupore tutto ciò che le circonda, avendone cura con tutta se stessa tra sacrifici e affanni che, di fronte alla bellezza che le riservava il mondo intero e di cui lei era teneramente consapevole, perdevano il loro insostenibile peso.
Ada ci lascia entrare in punta di piedi nei suoi ricordi mettendosi a nudo e dandosi, in tal modo, quasi straordinariamente la possibilità di farsi rivivere. Si svuota e ci riempie delle sue più delicate emozioni, delle sue passioni. Godiamo della semplicità con cui giovanissima si approcciava alla vita, alle cose più semplici, a quelle che anche una terra arida può offrirci e che si riempiono di vita accanto alle persone amate. Scorgiamo un atteggiamento che riesce quasi a gonfiarci l'anima per il modo assolutamente carico di entusiasmo con cui lasciava entrare la vita nei suoi polmoni.
Tra le righe della raccolta dei racconti si scorge con occhio ben attento la nostalgia per la nostra terra dove si è trasferita nel culmine della sua giovinezza, a ventidue anni dopo aver sposato Biagio Nigretti, allora a capo dell'amministrazione comunale. Nulla sembrava passarle accanto senza sfiorarla. I profumi dei pomeriggi della domenica tra gli oleandri e i gerani, i colori di una città che si lasciava respirare tra i viottoli di una Trani reduce della guerra, i personaggi più strambi e pittoreschi che si lasciavano osservare dalla sua anima sensibile e curiosa.
Si sfogliano tutte di un fiato le pagine intrise dei suoi giovani pensieri che viaggiano tra il cielo un po' imbronciato di Milano (ultima residenza) e gli scorci ridenti di Trani. Il ricordo di Tommasina, di Paschina, di Maria a cui non esitava di raccontare storie d'amore inventate nelle campagne di Capirro, le donne che sussurravano le preghiere del rosario al crepuscolo, quelle donne che appena voltato l'angolo non le ricordi più, i percochi,i panzarotti, il bicchierino di rosolio e i bocconotti di donna Caterina, nulla le sfuggiva, tutto si insidiava fantasticamente nella sua memoria fanciulla. Nessun ricordo sembra perdersi, ma accumularsi agli altri, traducendosi in una parola scritta elegante e delicata, conservata con orgoglio e forza.
Sono i ricordi una giovane donna che guarda con stupore tutto ciò che le circonda, avendone cura con tutta se stessa tra sacrifici e affanni che, di fronte alla bellezza che le riservava il mondo intero e di cui lei era teneramente consapevole, perdevano il loro insostenibile peso.