Standing Ovation
Intramontabili Rino ed Enzo
Quattro ruote e full optional
venerdì 14 dicembre 2012
12.00
È godibilissima la nuova commedia brillante di Enzo Guacci, che celebra all'Impero di Trani, fino al 14 dicembre, con "…Na' famigghie a quatte raute!", i dieci anni dell'Associazione Teatro Trani, capitanata da Nicola Fiore. Prima dell'inizio dello spettacolo, la sera della prima, Teatro Trani ha consegnato un riconoscimento a Traniweb e agli Operatori Emergenza radio, per il supporto dato alla città e all'associazione stessa in questi anni. Grazie.
Per lo spettacolo sempre grandi mattatori gli intramontabili Rino Franco ed Enzo Guacci, anche se dobbiamo segnalare l'ottima performance di una pimpante Anna Lacalamita, che tiene la scena con personalità e per gran parte della vicenda. Al centro dell'attenzione, come spesso avviene nelle commedie di Enzo Guacci, uno spaccato di vita tranese in un non meglio precisato tempo passato o presente. Ma questo non conta, in quanto il valore del vernacolo tranese è universale e rende qualsiasi storia adatta ad un pubblico desideroso di divertirsi e riconoscersi, riflettere sui semplici valori della vita quotidiana, che da sempre caratterizzano la routine di tante famiglie tranesi. Ci sono lampi di genialità nel corso della vicenda: la gag tra Rino ed Enzo all'insegna del tormentone "palla al balzo e tieni duro", la riuscitissima figura della suocera, vero capofamiglia, il rispuntare qua e là di espressioni che non si sentivano da tanto (come "lanzacordone"). La gente ride e pensa ai suoi vizi e alle sue virtù, rispecchiandosi nelle gag che si succedono veloci, con un ritmo adatto all'azione teatrale, che deve seminare svago e relax in platea. Il soggetto si poggia su questioni tipiche della Trani popolare: le famiglie allargate che vivono insieme (coniugi litigiosi, suocera virago, sorelle zitelle e maggiorate, di una bellezza ruspante, all'insegna del motto "grossezza, mezza bellezza", analfabetismo esibito, buoni sentimenti, invenzione di mille modi per sbarcare il lunario, con lo spauracchio quotidiano della fame). Ma la vera base di tutta la vicenda è la ricerca di un posto di lavoro, nella fattispecie quello di vigile che Enzo, (marito surclassato da moglie, suocera, titolare di pensione salvavita, e cognate maggiorate e petulanti), cerca di conquistare con tutti i mezzucci tipici italiani. E' bello vedere in scena Rino ed Enzo, stagionati, ma sempre disinvolti e pronti alla battuta fulminante, spesso anche improvvisata e chiaramente fuori dal copione. Sempre bravi. Sempre grandi.
In platea si ride di gusto, vip compresi, dal sindaco Gigi Riserbato, accompagnato da consorte in ottima forma, fino ad un Antonello Norscia, unico giornalista in grado di dimagrire in questi anni, a fronte dei colleghi lievitati. La giudiziaria fa bene, evidentemente. Intravisto in platea anche un ringalluzzito Peppino Mazzillo, UDC, in compagnia di due dame due! E chi è? Sgarbi? Troppa grazia. Nell'intervallo, clima da volemose bene: Don Gigi R. dialoga con trasporto con don Giovanni Masciullo; la gente, felice, fa merenda con pane e mortadella. Scene d'altri tempi. Rino ed Enzo, grazie di tutto.
Per lo spettacolo sempre grandi mattatori gli intramontabili Rino Franco ed Enzo Guacci, anche se dobbiamo segnalare l'ottima performance di una pimpante Anna Lacalamita, che tiene la scena con personalità e per gran parte della vicenda. Al centro dell'attenzione, come spesso avviene nelle commedie di Enzo Guacci, uno spaccato di vita tranese in un non meglio precisato tempo passato o presente. Ma questo non conta, in quanto il valore del vernacolo tranese è universale e rende qualsiasi storia adatta ad un pubblico desideroso di divertirsi e riconoscersi, riflettere sui semplici valori della vita quotidiana, che da sempre caratterizzano la routine di tante famiglie tranesi. Ci sono lampi di genialità nel corso della vicenda: la gag tra Rino ed Enzo all'insegna del tormentone "palla al balzo e tieni duro", la riuscitissima figura della suocera, vero capofamiglia, il rispuntare qua e là di espressioni che non si sentivano da tanto (come "lanzacordone"). La gente ride e pensa ai suoi vizi e alle sue virtù, rispecchiandosi nelle gag che si succedono veloci, con un ritmo adatto all'azione teatrale, che deve seminare svago e relax in platea. Il soggetto si poggia su questioni tipiche della Trani popolare: le famiglie allargate che vivono insieme (coniugi litigiosi, suocera virago, sorelle zitelle e maggiorate, di una bellezza ruspante, all'insegna del motto "grossezza, mezza bellezza", analfabetismo esibito, buoni sentimenti, invenzione di mille modi per sbarcare il lunario, con lo spauracchio quotidiano della fame). Ma la vera base di tutta la vicenda è la ricerca di un posto di lavoro, nella fattispecie quello di vigile che Enzo, (marito surclassato da moglie, suocera, titolare di pensione salvavita, e cognate maggiorate e petulanti), cerca di conquistare con tutti i mezzucci tipici italiani. E' bello vedere in scena Rino ed Enzo, stagionati, ma sempre disinvolti e pronti alla battuta fulminante, spesso anche improvvisata e chiaramente fuori dal copione. Sempre bravi. Sempre grandi.
In platea si ride di gusto, vip compresi, dal sindaco Gigi Riserbato, accompagnato da consorte in ottima forma, fino ad un Antonello Norscia, unico giornalista in grado di dimagrire in questi anni, a fronte dei colleghi lievitati. La giudiziaria fa bene, evidentemente. Intravisto in platea anche un ringalluzzito Peppino Mazzillo, UDC, in compagnia di due dame due! E chi è? Sgarbi? Troppa grazia. Nell'intervallo, clima da volemose bene: Don Gigi R. dialoga con trasporto con don Giovanni Masciullo; la gente, felice, fa merenda con pane e mortadella. Scene d'altri tempi. Rino ed Enzo, grazie di tutto.