Standing Ovation
La passione per i fuochi
STANDING OVATION – Le recensioni di Giovanni Ronco
domenica 25 giugno 2017
1.42
Trani è una città ricca di appassionati di fuochi pirotecnici. Alcuni, come il sottoscritto, esplicitano questa mania che porta fin da piccoli a correre dovunque ci si trovi, dopo aver sentito la "chiamata", lasciando tutti di sale e scappando presso il punto più vicino possibile, da cui si possa ammirare il fuoco. Siamo di quelli a cui viene letteralmente il magone se sentono che il fuoco è cominciato e va avanti e tu sei da qualche parte e non puoi muoverti, non avendo la possibilità di raggiungerlo. Il fuoco procede e tu sei lì impegnato con qualcuno per lavoro o per qualsiasi altro motivo. Quando arriva poi il finale e tu non sei lì, è l'apice del magone. Ho conosciuto negli anni diversi appassionati come me, giovani e anziani. Quello che mi è rimasto più impresso è il maestro Francesco Tito, purtroppo scomparso da qualche anno. Era un vero teorico del fuoco pirotecnico, inteso come espressione di devozione e cultura e gioia popolare.
Ora a Trani, per il secondo anno consecutivo c'è il Festival dell'Arte pirotecnica organizzato da Cristoforo Todisco, presidente dell'associazione turistico culturale "Incanto". Ed a maggior ragione quest'anno viene ancor meglio rimarcata la manifestazione, in quanto scissa dalla festa del Santo Patrono (l'anno scorso coincise) ed inserita nel primo fine settimana estivo, come a dare un benvenuto alla bella stagione da parte della nostra città. Con l'ulteriore coincidenza con la festività di San Giovanni (piccolo ulteriore piacere personale), un tempo ancor più vissuta a livello popolare (un tempo, in molti Comuni del Sud, il 24 giugno, si facevano falò, come a Santa Lucia all'inizio dell'inverno). Todisco e co. sono riusciti a "canalizzare" una passione popolare, cittadina: un'operazione che da anni, come vado scrivendo, dovrebbero saper fare le istituzioni politiche anche in altri ambiti. Canalizzare significa investire, inventare, creare un'occasione di ritrovo e condivisione di quella certa passione popolare e creare un minimo "indotto", cioè una serie di attività collegate ed un giro di presenze e in definitiva, di gente soddisfatta. Todisco per il secondo anno con la sua associazione, cercando fondi e sponsor per non pesare sulle casse cittadine, ha realizzato un evento che va incontro a tutti quegli elementi di cui sopra.
E la scommessa è riuscita, fin dalla prima sera. Grande affluenza e movida letteralmente rianimata, qualità del prodotto offerto (le due ditte esibitesi venerdì 23, ad esempio, quella siciliana e campana) hanno declinato una serie di colpi ad effetto, nuove combinazioni, nuovi incroci di forme e luci che hanno lasciato a bocca aperta pubblico e critica (cioè il sottoscritto). L'attesa partita dalla comparsa dei primi manifesti in città è stata ripagata da uno spettacolo che soddisfa sia i parametri qualitativi che quelli quantitativi. Nella prima esibizione di venerdì 23 da segnalare la forma di un cuore che permaneva per un po', ravvivata dalla serie di colpi. Un cuore grande e luminoso, emblema di questa godibile occasione, supportata quest'anno dalla convention del panino e del cibo di strada "Gnam" che riesce bene anche perché calata in un contesto più specifico, meglio centrata anche dal punto vista logistico. Poi la ruota panoramica è il giusto suggello, ad un'area, quella del Porto, finalmente rianimata da un mosaico di accorgimenti, non solo dallo struscio e dall'odore di pizze.
Ora a Trani, per il secondo anno consecutivo c'è il Festival dell'Arte pirotecnica organizzato da Cristoforo Todisco, presidente dell'associazione turistico culturale "Incanto". Ed a maggior ragione quest'anno viene ancor meglio rimarcata la manifestazione, in quanto scissa dalla festa del Santo Patrono (l'anno scorso coincise) ed inserita nel primo fine settimana estivo, come a dare un benvenuto alla bella stagione da parte della nostra città. Con l'ulteriore coincidenza con la festività di San Giovanni (piccolo ulteriore piacere personale), un tempo ancor più vissuta a livello popolare (un tempo, in molti Comuni del Sud, il 24 giugno, si facevano falò, come a Santa Lucia all'inizio dell'inverno). Todisco e co. sono riusciti a "canalizzare" una passione popolare, cittadina: un'operazione che da anni, come vado scrivendo, dovrebbero saper fare le istituzioni politiche anche in altri ambiti. Canalizzare significa investire, inventare, creare un'occasione di ritrovo e condivisione di quella certa passione popolare e creare un minimo "indotto", cioè una serie di attività collegate ed un giro di presenze e in definitiva, di gente soddisfatta. Todisco per il secondo anno con la sua associazione, cercando fondi e sponsor per non pesare sulle casse cittadine, ha realizzato un evento che va incontro a tutti quegli elementi di cui sopra.
E la scommessa è riuscita, fin dalla prima sera. Grande affluenza e movida letteralmente rianimata, qualità del prodotto offerto (le due ditte esibitesi venerdì 23, ad esempio, quella siciliana e campana) hanno declinato una serie di colpi ad effetto, nuove combinazioni, nuovi incroci di forme e luci che hanno lasciato a bocca aperta pubblico e critica (cioè il sottoscritto). L'attesa partita dalla comparsa dei primi manifesti in città è stata ripagata da uno spettacolo che soddisfa sia i parametri qualitativi che quelli quantitativi. Nella prima esibizione di venerdì 23 da segnalare la forma di un cuore che permaneva per un po', ravvivata dalla serie di colpi. Un cuore grande e luminoso, emblema di questa godibile occasione, supportata quest'anno dalla convention del panino e del cibo di strada "Gnam" che riesce bene anche perché calata in un contesto più specifico, meglio centrata anche dal punto vista logistico. Poi la ruota panoramica è il giusto suggello, ad un'area, quella del Porto, finalmente rianimata da un mosaico di accorgimenti, non solo dallo struscio e dall'odore di pizze.