Standing Ovation
Lentini gran cerimoniere della politica tranese
Sindaci, assessori e consiglieri Comunali di Trani dal 1946 al 2008
sabato 11 settembre 2010
Confesso di avere problemi a staccarmi dalla lettura del nuovo libro di Vittorio Lentini, "Sindaci – Assessori – Consiglieri Comunali. Trani 1946- 2008", edito da Sveva editrice. Saltello da una pagina all'altra preso dalla passione per la politica, dall'attività di commentatore e da una morbosa curiositas, in una morsa che non lascia scampo. Me la porto dovunque, questa "summa" della politica tranese, che abbraccia un ampio arco di ben 62 anni, dal 1946 al 2008 e ogni volta che riapro, anche ad una pagina qualsiasi, il suddetto testo, mi sembra d'infilare la mano in un sacco pieno di pepite ed ognuna di queste è costituita da un dato, una notizia, uno spaccato od uno zoom, su questo o quel personaggio, su fasi politiche più o meno gloriose o più o meno disastrose, che hanno caratterizzato la vita della nostra città in tutti questi anni.
Leggere questo lavoro di Lentini, appaga la sete di rievocazioni o fatti, profili e questioni che si sono accompagnati allo sviluppo di Trani. Uno sviluppo che proprio i protagonisti di questo libro, tra sindaci, assessori o semplici consiglieri comunali hanno reso, in rapporto al proprio lavoro e dedizione per la causa tranese, più o meno veloce o più o meno asfittico. Inutile e inappropriato in questa sede, andare a riconoscere o risalire in modo specifico ai singoli che hanno accelerato o fiaccato l'evoluzione di Trani.
In un modo o nell'altro essi ne hanno notificato la Storia, quella appunto con la esse maiuscola, fatta di decisioni importanti, di leggi, di provvedimenti, che spesso hanno anche fatto discutere. Questo libro diviene la prova vivente della inscindibilità tra vita d'una comunità e politica; tra cittadino elettore e rappresentante istituzionale eletto, che, una volta assunto il suo incarico deve, o dovrebbe avviare, un percorso di idee, progetti, proposte, disponibilità, onde rendere sempre migliore quella città e quella comunità nelle quali fa politica. Proprio in questo periodo, nelle mie letture personali ho associato al libro di Lentini, quello di Fernando Savater, "Politica per un figlio". In quest'ultimo, una delle tesi avanzate è che sostanzialmente la politica non è attività di un singolo in favore di un altro singolo cittadino, amico o parente o conoscente, ma rete di rapporti fra una molteplicità. Una comunità che si muove e si sviluppa e presenta le proprie esigenze al politico di turno che cerca, appunto di andare incontro a quelle istanze collettive. La politica è dunque un banco di prova per un intero gruppo di persone (i cittadini chiamati a rispettare delle regole e presentare i propri bisogni ed il politico intento ad essere parte di quel gruppo, come portavoce, ma anche come amico, affabile e disponibile, come risolutore di problemi: di qui la necessità di avere delle competenze specifiche). Teoricamente ci siamo. Nella pratica quotidiana non sempre.
Anche Lentini, nel suo piccolo, configura la politica come attività democratica di un gruppo di cittadini. Egli non ci regala un Olimpo, una rassegna di super eroi, immortalati in una foto con lumino o con faretto, con cornice barocca o altisonante o con riquadro di stagnaruzzo. Egli cala quelle personalità nella vita reale d'una città, rapportandole alla storia, stavolta con la esse minuscola, riferendo le loro vittorie e le loro sconfitte, gli atti a vantaggio o a svantaggio di una Trani passata dai fasti di una granitica DC, impersonata da Angelo Pastore e dall'età dell'oro mongelliana, agli alti e bassi della fine di quell'Impero, fino alla seconda Repubblica, che ha visto alcuni protagonisti emergere, nel bene e nel male o figure di spicco, sempre in grado di dividere e far discutere di se. E qui l'attuale sindaco Pinuccio Tarantini ha avuto un ruolo di primo piano. Insomma 62 anni tutti d'un fiato in una Trani che è passata dalle grandi ambizioni alle delusioni, fino alle nuove speranze di gloria, ora che è, seppur in coabitazione, capoluogo di provincia, il tutto "innaffiato" da un sapiente Lentini, nelle vesti di politologo, capace di regalarci informazioni inedite, gustosi aneddoti, rievocazioni ufficiali, ma anche "fattariddi" su questa landa affollata che è stata la politica tranese negli ultimi 60 anni. Comunque prosit.
Leggere questo lavoro di Lentini, appaga la sete di rievocazioni o fatti, profili e questioni che si sono accompagnati allo sviluppo di Trani. Uno sviluppo che proprio i protagonisti di questo libro, tra sindaci, assessori o semplici consiglieri comunali hanno reso, in rapporto al proprio lavoro e dedizione per la causa tranese, più o meno veloce o più o meno asfittico. Inutile e inappropriato in questa sede, andare a riconoscere o risalire in modo specifico ai singoli che hanno accelerato o fiaccato l'evoluzione di Trani.
In un modo o nell'altro essi ne hanno notificato la Storia, quella appunto con la esse maiuscola, fatta di decisioni importanti, di leggi, di provvedimenti, che spesso hanno anche fatto discutere. Questo libro diviene la prova vivente della inscindibilità tra vita d'una comunità e politica; tra cittadino elettore e rappresentante istituzionale eletto, che, una volta assunto il suo incarico deve, o dovrebbe avviare, un percorso di idee, progetti, proposte, disponibilità, onde rendere sempre migliore quella città e quella comunità nelle quali fa politica. Proprio in questo periodo, nelle mie letture personali ho associato al libro di Lentini, quello di Fernando Savater, "Politica per un figlio". In quest'ultimo, una delle tesi avanzate è che sostanzialmente la politica non è attività di un singolo in favore di un altro singolo cittadino, amico o parente o conoscente, ma rete di rapporti fra una molteplicità. Una comunità che si muove e si sviluppa e presenta le proprie esigenze al politico di turno che cerca, appunto di andare incontro a quelle istanze collettive. La politica è dunque un banco di prova per un intero gruppo di persone (i cittadini chiamati a rispettare delle regole e presentare i propri bisogni ed il politico intento ad essere parte di quel gruppo, come portavoce, ma anche come amico, affabile e disponibile, come risolutore di problemi: di qui la necessità di avere delle competenze specifiche). Teoricamente ci siamo. Nella pratica quotidiana non sempre.
Anche Lentini, nel suo piccolo, configura la politica come attività democratica di un gruppo di cittadini. Egli non ci regala un Olimpo, una rassegna di super eroi, immortalati in una foto con lumino o con faretto, con cornice barocca o altisonante o con riquadro di stagnaruzzo. Egli cala quelle personalità nella vita reale d'una città, rapportandole alla storia, stavolta con la esse minuscola, riferendo le loro vittorie e le loro sconfitte, gli atti a vantaggio o a svantaggio di una Trani passata dai fasti di una granitica DC, impersonata da Angelo Pastore e dall'età dell'oro mongelliana, agli alti e bassi della fine di quell'Impero, fino alla seconda Repubblica, che ha visto alcuni protagonisti emergere, nel bene e nel male o figure di spicco, sempre in grado di dividere e far discutere di se. E qui l'attuale sindaco Pinuccio Tarantini ha avuto un ruolo di primo piano. Insomma 62 anni tutti d'un fiato in una Trani che è passata dalle grandi ambizioni alle delusioni, fino alle nuove speranze di gloria, ora che è, seppur in coabitazione, capoluogo di provincia, il tutto "innaffiato" da un sapiente Lentini, nelle vesti di politologo, capace di regalarci informazioni inedite, gustosi aneddoti, rievocazioni ufficiali, ma anche "fattariddi" su questa landa affollata che è stata la politica tranese negli ultimi 60 anni. Comunque prosit.