Standing Ovation
"Organizzar e dissacrar" col Dardo cortese
Tranese, artista, visionario, surreale, ma coi piedi per terra. Ecco chi è Francesco Porcelli
domenica 23 ottobre 2016
0.31
Dardo è Francesco Porcelli. Tranese, artista, visionario, surreale, ma coi piedi per terra. Gran signore dell'arte dissacrante correlata ai piccoli ed ai grandi della Terra e della terra, intesa come la nostra terra, il nostro Sud, la nostra Trani e la nostra Italia, grande provincia, come l'ha definita qualcuno.
Dardo vede oltre la cortina della quotidianità, organizzando una visione che parte dal presente e subito dopo si esalta come immagine solenne, non banale, ricca di "sms" alla nostra testolina, spesso chiusa dai paraocchi della miopia di ciò che è contingente, di ciò che stritola esistenze e ampie visioni. Dardo è stato qui. Qui a Traniviva negli anni scorsi. Vorrei riaverlo con le sue visioni folli e normali, con quelle figure disperate, ma pronte a farti sorridere, pronte a presentarti un tema e subito volte a trasfigurarlo in una dissacrazione "cortese" nella forma, ma graffiante nell' "sms", spesso livido e tagliente. Dardo è andato a lavorare a Bolzano da un po' di anni e fa il prof di grafica.
Ogni tanto Trani ripensa a lui e lui a Trani, in una rincorsa di amorosi sensi attraverso foto (le scatta ogni volta che torna) e le sue illustrazioni che ricalcano emozioni, denunce, debolezze umane, tristezze, solitudini, ma anche sferzante ironia. Guardate l'illustrazione "Mazzata Tari" che fa da logo ad una delle mie rubriche presenti in questo portale; la sottile sfumatura tra Stato forte che vessa i cittadini con le cattive, attraverso l'immagine di omini fascistoidi e violenza pronta ad esplodere attraverso quelle braccia tese, esprime tutta la capacità di Dardo di trasmetterci un discorso, un'idea, attraverso la forza della figura rappresentata. Ma non ci sono solo corpi stilizzati e figure solitarie nella loro allegra disperazione.
Nell'esperienza di vignettista per Traniviva, Dardo si è cimentato con la satira politica, ramo delicato e non sempre facile, nella piatta provincia meridionale. Il politico, fondamentalmente un piccolo borghese improvvisamente assurto agli onori della cronaca, seppur locale, non accetta d'essere sbeffeggiato, in quanto ritiene la satira un danno d'immagine nel suo splendente cammino futuro; più prosaicamente diciamo che però teme gli sfottò dei colleghi al bar del Comune o il giorno del Consiglio Comunale. Dardo sa entrare quindi anche nella carne vive della fatua vanità umana che di questi tempi si identifica in quel potere politico tronfio e disperato, spocchioso e incapace, traduzione elevata del locale "ciuccio e presuntuoso". E Dardo seppe essere cortesemente spietato anche allora. Ora la sua ultima esperienza, con le sue illustrazioni legate alla rappresentazione dell'Inferno dantesco (integranti una recente pubblicazione) segna un ulteriore salto di qualità e di livello, in quel percorso che rivede ancora una volta Dardo impegnato nella rappresentazione d'una umanità dolente. E mai occasione fu più propizia.
Dardo vede oltre la cortina della quotidianità, organizzando una visione che parte dal presente e subito dopo si esalta come immagine solenne, non banale, ricca di "sms" alla nostra testolina, spesso chiusa dai paraocchi della miopia di ciò che è contingente, di ciò che stritola esistenze e ampie visioni. Dardo è stato qui. Qui a Traniviva negli anni scorsi. Vorrei riaverlo con le sue visioni folli e normali, con quelle figure disperate, ma pronte a farti sorridere, pronte a presentarti un tema e subito volte a trasfigurarlo in una dissacrazione "cortese" nella forma, ma graffiante nell' "sms", spesso livido e tagliente. Dardo è andato a lavorare a Bolzano da un po' di anni e fa il prof di grafica.
Ogni tanto Trani ripensa a lui e lui a Trani, in una rincorsa di amorosi sensi attraverso foto (le scatta ogni volta che torna) e le sue illustrazioni che ricalcano emozioni, denunce, debolezze umane, tristezze, solitudini, ma anche sferzante ironia. Guardate l'illustrazione "Mazzata Tari" che fa da logo ad una delle mie rubriche presenti in questo portale; la sottile sfumatura tra Stato forte che vessa i cittadini con le cattive, attraverso l'immagine di omini fascistoidi e violenza pronta ad esplodere attraverso quelle braccia tese, esprime tutta la capacità di Dardo di trasmetterci un discorso, un'idea, attraverso la forza della figura rappresentata. Ma non ci sono solo corpi stilizzati e figure solitarie nella loro allegra disperazione.
Nell'esperienza di vignettista per Traniviva, Dardo si è cimentato con la satira politica, ramo delicato e non sempre facile, nella piatta provincia meridionale. Il politico, fondamentalmente un piccolo borghese improvvisamente assurto agli onori della cronaca, seppur locale, non accetta d'essere sbeffeggiato, in quanto ritiene la satira un danno d'immagine nel suo splendente cammino futuro; più prosaicamente diciamo che però teme gli sfottò dei colleghi al bar del Comune o il giorno del Consiglio Comunale. Dardo sa entrare quindi anche nella carne vive della fatua vanità umana che di questi tempi si identifica in quel potere politico tronfio e disperato, spocchioso e incapace, traduzione elevata del locale "ciuccio e presuntuoso". E Dardo seppe essere cortesemente spietato anche allora. Ora la sua ultima esperienza, con le sue illustrazioni legate alla rappresentazione dell'Inferno dantesco (integranti una recente pubblicazione) segna un ulteriore salto di qualità e di livello, in quel percorso che rivede ancora una volta Dardo impegnato nella rappresentazione d'una umanità dolente. E mai occasione fu più propizia.