Standing Ovation
Quella Natività che non t’aspetti
Nel Santuario della Madonna di Fatima a Trani
lunedì 26 dicembre 2016
12.33
Avevamo deciso di non uscire con la rubrica delle recensioni il giorno di Natale, ma poi quando abbiamo ammirato il singolare ed originale presepe realizzato nel Santuario della Madonna di Fatima, ad opera del nuovo parroco (auguri) padre Carlo Diaferia e dalla comunità dei padri Rogazionisti, sempre supportati dal folto gruppo di parrocchiani giovani e adulti, abbiamo deciso che era bene essere "online" anche oggi. La realizzazione del presepe in questione è dedicata ad uno dei messaggi centrali di Papa Francesco: l'incontro che sia premessa dell'inclusione e dell'integrazione nel consorzio umano, da parte di tutti i popoli, senza distinzioni di razza, religione, colore della pelle. Proprio per trasmettere tale messaggio, l'opera si avvale di vari simboli evocativi e varie chiavi di lettura. Potremmo parlare proprio di un presepe evocativo, in tal senso. Il primo elemento che salta agli occhi della Natività, realizzato, in fieri, nelle scorse settimane, ed ora del tutto compiuto, proprio ai piedi dell'altare del Santuario, è un nastro rosso che parte dalla culla del Bambino e arriva, avvolgendola, fino alla Croce (il Figlio di Dio venne al mondo per poi sacrificarsi per il bene dell'umanità).
Molto singolare è poi il richiamo tra le statue tradizionali della Sacra Famiglia, che in tale circostanza vengono sormontate, tra l'altro con un inedito ed originale gioco di ombre e luci, previo utilizzo d'un faretto, da foto di persone di colore, presumibilmente profughi o comunque appartenenti a popoli vessati dalla povertà e dalle vicissitudini della vita: guerre, fame, esclusione, fughe dalla propria terra via mare, esistenze precarie come profughi. Secondo padre Carlo ed i suoi confratelli quelli sono i Cristi, le Marie ed i Giuseppe di oggi: rifiutati da tutti nella loro Storia reale, nella loro esistenza raccontata nei Vangeli, pur essendo loro stessi, i portatori di Salvezza per l'umanità. Ed ora a noi il compito di "riconoscerli", prendendo loro le impronte digitali per esaltarli per quello che sono: i nostri salvatori. "Per quello che avrete fatto ad ognuno di questi piccoli (umili, poveri, esclusi) lo avrete fatto a me. In questo presepe riteniamo una forte impronta alla "don Tonino Bello", per semplicità ed originalità dei richiami, nel messaggio.
E allora, proprio a questo punto, nell'impostazione iconografica del Presepe dell'Evocazione, così come ci piace ribattezzarlo, non manca il riferimento a noi uomini e donne di questa Terra che dobbiamo, uniti, recarci verso questa Santa Famiglia, foriera di salvezza. A tal proposito, gli altri simboli evocativi utilizzati sono due: fasce colorate con i colori rappresentanti i vari Continenti che avvolgono e s'intrecciano nella Sacra Rappresentazione; infine nella parte sottostante, in evidenza ci sono dei piedi, quelli più grandi, sempre in foto, simile a quella dei personaggi di colore che "supportano" e richiamano la Sacra Famiglia originale, e salendo verso la culla ed il Bambino, una serie d'impronte colorate di piedi più piccoli, simboli di un'umanità in cammino verso quella grande meta. Infine nella parte superiore, praticamente al posto della Stella Cometa, due occhi di bambino, simbolo dell'osservazione, dello sguardo dell'Uomo su quella scena eterna ed universale, della venuta di Dio nel mondo. A noi il compito quindi di osservare e meditare e non lasciarci sfuggire, questo momento storico e religioso salvifico e prezioso. Nel Santuario della Madonna di Fatima, fino alla fine delle festività.
Molto singolare è poi il richiamo tra le statue tradizionali della Sacra Famiglia, che in tale circostanza vengono sormontate, tra l'altro con un inedito ed originale gioco di ombre e luci, previo utilizzo d'un faretto, da foto di persone di colore, presumibilmente profughi o comunque appartenenti a popoli vessati dalla povertà e dalle vicissitudini della vita: guerre, fame, esclusione, fughe dalla propria terra via mare, esistenze precarie come profughi. Secondo padre Carlo ed i suoi confratelli quelli sono i Cristi, le Marie ed i Giuseppe di oggi: rifiutati da tutti nella loro Storia reale, nella loro esistenza raccontata nei Vangeli, pur essendo loro stessi, i portatori di Salvezza per l'umanità. Ed ora a noi il compito di "riconoscerli", prendendo loro le impronte digitali per esaltarli per quello che sono: i nostri salvatori. "Per quello che avrete fatto ad ognuno di questi piccoli (umili, poveri, esclusi) lo avrete fatto a me. In questo presepe riteniamo una forte impronta alla "don Tonino Bello", per semplicità ed originalità dei richiami, nel messaggio.
E allora, proprio a questo punto, nell'impostazione iconografica del Presepe dell'Evocazione, così come ci piace ribattezzarlo, non manca il riferimento a noi uomini e donne di questa Terra che dobbiamo, uniti, recarci verso questa Santa Famiglia, foriera di salvezza. A tal proposito, gli altri simboli evocativi utilizzati sono due: fasce colorate con i colori rappresentanti i vari Continenti che avvolgono e s'intrecciano nella Sacra Rappresentazione; infine nella parte sottostante, in evidenza ci sono dei piedi, quelli più grandi, sempre in foto, simile a quella dei personaggi di colore che "supportano" e richiamano la Sacra Famiglia originale, e salendo verso la culla ed il Bambino, una serie d'impronte colorate di piedi più piccoli, simboli di un'umanità in cammino verso quella grande meta. Infine nella parte superiore, praticamente al posto della Stella Cometa, due occhi di bambino, simbolo dell'osservazione, dello sguardo dell'Uomo su quella scena eterna ed universale, della venuta di Dio nel mondo. A noi il compito quindi di osservare e meditare e non lasciarci sfuggire, questo momento storico e religioso salvifico e prezioso. Nel Santuario della Madonna di Fatima, fino alla fine delle festività.