Standing Ovation
Tonino Di Maggio e la sua Trani delle meraviglie
La recensione di Giovanni Ronco
domenica 25 settembre 2016
Trani Città d'Arte è un libro che non mi stanco di sfogliare. Sin dalla copertina, l'opera di Antonio Di Maggio, (con foto di Ruggiero Piazzolla e disegni di Aurelio Carella), presenta uno dei luoghi di Trani che più amo: il Fortino in Villa, che col suo arco fa da cornice alla parte superiore della Cattedrale. Nessun architetto ( o archistar come li chiamano oggi) avrebbe potuto congegnare una combinazione più affascinante. E questa è solo la copertina, pensate.
Antonio Di Maggio è uno stimato avvocato in pensione che in questi anni si è dedicato con cura e scrupolo, studio attento e ricerche complete, all'analisi storica e artistica della nostra Trani. Il suo accattivante libro (Trani Città d'Arte, 146 pagg. Adda editore) è un viaggio da sogno in una delle più eleganti città d'Italia; dal testo emerge una Trani dalle atmosfere rarefatte: luoghi aperti che sembrano grandi stanze decorate; chiese esaltate nei loro particolari architettonici, sia nelle descrizioni di Di Maggio, che nelle foto di Piazzolla, quando il lettore non s'imbatte nelle illustrazioni di un altro "fuoriclasse" dell'arte e della cultura della nostra città, Aurelio Carella. E ancora: i ricami delle chiese, il marmo della nostra città, le vie larghe e i rimandi storici esposti dall'autore, capace di offrire un quadro chiaro ed esauriente, senza mai "scadere" nella pedanteria dello storico "topo di biblioteca", quale Di Maggio mai è stato, anzi; il nostro concittadino, è galantuomo d'altri tempi, di quelli che non si conoscono più, che sa offrire ai suoi lettori una dinamica eleganza, un tratto sobrio ed essenziale, senza fronzoli.
Tornando al testo, dobbiamo riconoscere che Di Maggio non ama focalizzare l'attenzione su di un unico aspetto, che sia laico o che sia religioso, nel suo excursus alla ricerca dell'arte tranese mozzafiato. Di Maggio spazia con sapienza e cura da artigiano della parola e dell'elocuzione, giostrando dagli aspetti dell'arte laica, a quella sacra, a quella più legata al folklore e alle tradizioni. La maestosità di scorci, angoli e palazzi già nel Dna di Trani, aiuta l'autore a districarsi con dinamismo letterario da un elemento all'altro, trovando spunti sempre interessanti per un accostamento, un confronto, una riflessione storica accurata e attenta nel rispettare il rigore dei dati e delle informazioni che di pagina in pagina ci fornisce. Piazze e palazzi, quadri e autori, vie e luoghi dell'anima, si richiamano di continuo in un lavoro sempre coerente e concreto. Particolarmente affascinanti i profili dedicati agli antichi palazzi tranesi, con la consueta completezza delle notizie ma anche con sorprese iconografiche inaspettate: vedute inedite, immagini dall'alto (la terrazza del palazzo Di Gennaro – Soria, col perfetto triangolo di piazza Plebiscito sullo sfondo, è un passaggio "inebriante", che ci fa volare col pensiero alle vedute siciliane, quasi arabeggianti, col lettore portato lontano in uno straniamento visivo che solo la nostra città (e la bravura d'un fotografo come Piazzolla) poteva regalarci.
Potremmo andare avanti per pagine e pagine in questa recensione (lasciatemi dire che l'interno di palazzo Sifola sembra un quadro di De Chirico marmorizzato e portato in pianta stabile davanti a chi guarda) ma noi ci fermiamo qui, consigliandovi vivamente questo "gioiello" editoriale che incastona la nostra Trani in una nicchia di assoluto valore. Il viaggio delle meraviglie potete continuarlo con Tonino di Maggio ed il suo elegante volume.
Antonio Di Maggio è uno stimato avvocato in pensione che in questi anni si è dedicato con cura e scrupolo, studio attento e ricerche complete, all'analisi storica e artistica della nostra Trani. Il suo accattivante libro (Trani Città d'Arte, 146 pagg. Adda editore) è un viaggio da sogno in una delle più eleganti città d'Italia; dal testo emerge una Trani dalle atmosfere rarefatte: luoghi aperti che sembrano grandi stanze decorate; chiese esaltate nei loro particolari architettonici, sia nelle descrizioni di Di Maggio, che nelle foto di Piazzolla, quando il lettore non s'imbatte nelle illustrazioni di un altro "fuoriclasse" dell'arte e della cultura della nostra città, Aurelio Carella. E ancora: i ricami delle chiese, il marmo della nostra città, le vie larghe e i rimandi storici esposti dall'autore, capace di offrire un quadro chiaro ed esauriente, senza mai "scadere" nella pedanteria dello storico "topo di biblioteca", quale Di Maggio mai è stato, anzi; il nostro concittadino, è galantuomo d'altri tempi, di quelli che non si conoscono più, che sa offrire ai suoi lettori una dinamica eleganza, un tratto sobrio ed essenziale, senza fronzoli.
Tornando al testo, dobbiamo riconoscere che Di Maggio non ama focalizzare l'attenzione su di un unico aspetto, che sia laico o che sia religioso, nel suo excursus alla ricerca dell'arte tranese mozzafiato. Di Maggio spazia con sapienza e cura da artigiano della parola e dell'elocuzione, giostrando dagli aspetti dell'arte laica, a quella sacra, a quella più legata al folklore e alle tradizioni. La maestosità di scorci, angoli e palazzi già nel Dna di Trani, aiuta l'autore a districarsi con dinamismo letterario da un elemento all'altro, trovando spunti sempre interessanti per un accostamento, un confronto, una riflessione storica accurata e attenta nel rispettare il rigore dei dati e delle informazioni che di pagina in pagina ci fornisce. Piazze e palazzi, quadri e autori, vie e luoghi dell'anima, si richiamano di continuo in un lavoro sempre coerente e concreto. Particolarmente affascinanti i profili dedicati agli antichi palazzi tranesi, con la consueta completezza delle notizie ma anche con sorprese iconografiche inaspettate: vedute inedite, immagini dall'alto (la terrazza del palazzo Di Gennaro – Soria, col perfetto triangolo di piazza Plebiscito sullo sfondo, è un passaggio "inebriante", che ci fa volare col pensiero alle vedute siciliane, quasi arabeggianti, col lettore portato lontano in uno straniamento visivo che solo la nostra città (e la bravura d'un fotografo come Piazzolla) poteva regalarci.
Potremmo andare avanti per pagine e pagine in questa recensione (lasciatemi dire che l'interno di palazzo Sifola sembra un quadro di De Chirico marmorizzato e portato in pianta stabile davanti a chi guarda) ma noi ci fermiamo qui, consigliandovi vivamente questo "gioiello" editoriale che incastona la nostra Trani in una nicchia di assoluto valore. Il viaggio delle meraviglie potete continuarlo con Tonino di Maggio ed il suo elegante volume.