Standing Ovation
Trani l'Atene delle Puglie
Ecco l'opera di Giuseppe Vieste, descritta da Giovanni Ronco
domenica 30 ottobre 2016
8.15
E' un testo pubblicato oltre un anno fa da Landriscina Editrice, in collaborazione con First – Centro Studi Tranese ed Il Giornale di Trani, quello di Giuseppe Viesti, "Storia della Città di Trani Atene delle Puglie", pagg. 548, ma costituisce una "summa" indelebile, un sigillo definitivo riguardo alla galleria di testi dedicati a questo tema che tanto ci appassiona. La storia di Trani con un excursus amplissimo dalle origini fino a tutto il '900 con propaggini e visioni che di fatto anticipano, in molti casi ed aspetti, l'evoluzione della Vicenda di questa nostra città. La modernità certificata di un autore come Viesti, si dispiega man mano che il testo viene letto e approfondito.
Un mare magnum tranese ci avvolge pagina dopo pagina, in un lunghissimo viaggio cartaceo, per una navigazione di oltre cinquecento passaggi (peccato per i caratteri troppo piccoli), ossia pagine, come detto, che rivisitano palmo a palmo un arco temporale, che va dai primi secoli dopo Cristo, fino alla contemporaneità. Si parte col "giallo" svelato, dopo una ricognizione attenta ed il vaglio di tutte le ipotesi circolate, riguardo al nome di Trani, un aspetto che tanto appassionò l'autore (ebbi modo di seguire suoi dotti interventi in conferenze specifiche, riguardo al tema); si arriva alla Trani del 900, con la sua eredità di contraddizioni che ci portiamo sul groppone fino ad oggi. Il testo, vasto, vastissimo, nei suoi raccordi tra leggenda, mitologia, storia ufficiale, documenti, personaggi, ruoli istituzionali, tradizioni, gratifica il lettore più esigente, lo studioso, l'amante della verità, così come lo incarnava il compianto Giuseppe Viesti.
Non basterà certo una recensione per avvolgere e chiarire ai lettori il valore di questo testo mastodontico, che costituisce un punto d'arrivo forse definitivo rispetto alla lunga teoria di ricerche dedicate a Trani. Nelle pagine Viesti ha riversato il metodo dello studioso, che guarda in filigrana tutti i fenomeni storici e li dispiega con chiarezza. Viesti assume a seconda della circostanza la veste del narratore con aneddoti curiosi ed inaspettati, dello storiografo che ci spiega gli effetti, ma soprattutto le cause dei fatti storici, dello studioso che applica un rigoroso metodo alle vicende di una città ricca a prescindere: di esempi, di storia, di arte. L'Atene delle Puglie raccontata dal famoso docente porta i caratteri solenni di un'oleografia classica, insieme all'immediatezza di un bozzetto continuo e alla portata di tutti; un'instancabile ritorno alla grandezza – il sindaco Bottaro si sarà ispirato a questo testo quando ha approvato il suo slogan elettorale "torniamo a Trani"?- di una città che nonostante le ombre del presente e del passato recente, anela e ci richiama continuamente alla sua vera vocazione: essere modello.
Un modello tratto dalla sua stessa storia, che Viesti ha ricostruito in ogni sua sfumatura, in ogni suo personaggio capace di lasciare un segno, imprimere una svolta (positive ma non mancano quelle verso le tenebre), evolvere verso l'idea di città come congerie d'idee ed input, civismo e amore per istituzioni in grado, nei secoli, di identificarsi con un gruppo di persone, i tranesi stessi, che in fin dei conti, col senno di poi e letto fino in fondo il libro, sono stati e saranno artefici del proprio destino. La curva storica disegnata da Viesti comprende coordinate sempre meno studiate e conosciute, attraverso la gestione dei poteri: Chiesa, Diritto, Cultura. Ai tranesi il compito di recuperare il rapporto rivitalizzante con le sue stesse istituzioni, per onorare, indirettamente, cittadini ed in tal caso, autori, come Giuseppe Viesti.
Un mare magnum tranese ci avvolge pagina dopo pagina, in un lunghissimo viaggio cartaceo, per una navigazione di oltre cinquecento passaggi (peccato per i caratteri troppo piccoli), ossia pagine, come detto, che rivisitano palmo a palmo un arco temporale, che va dai primi secoli dopo Cristo, fino alla contemporaneità. Si parte col "giallo" svelato, dopo una ricognizione attenta ed il vaglio di tutte le ipotesi circolate, riguardo al nome di Trani, un aspetto che tanto appassionò l'autore (ebbi modo di seguire suoi dotti interventi in conferenze specifiche, riguardo al tema); si arriva alla Trani del 900, con la sua eredità di contraddizioni che ci portiamo sul groppone fino ad oggi. Il testo, vasto, vastissimo, nei suoi raccordi tra leggenda, mitologia, storia ufficiale, documenti, personaggi, ruoli istituzionali, tradizioni, gratifica il lettore più esigente, lo studioso, l'amante della verità, così come lo incarnava il compianto Giuseppe Viesti.
Non basterà certo una recensione per avvolgere e chiarire ai lettori il valore di questo testo mastodontico, che costituisce un punto d'arrivo forse definitivo rispetto alla lunga teoria di ricerche dedicate a Trani. Nelle pagine Viesti ha riversato il metodo dello studioso, che guarda in filigrana tutti i fenomeni storici e li dispiega con chiarezza. Viesti assume a seconda della circostanza la veste del narratore con aneddoti curiosi ed inaspettati, dello storiografo che ci spiega gli effetti, ma soprattutto le cause dei fatti storici, dello studioso che applica un rigoroso metodo alle vicende di una città ricca a prescindere: di esempi, di storia, di arte. L'Atene delle Puglie raccontata dal famoso docente porta i caratteri solenni di un'oleografia classica, insieme all'immediatezza di un bozzetto continuo e alla portata di tutti; un'instancabile ritorno alla grandezza – il sindaco Bottaro si sarà ispirato a questo testo quando ha approvato il suo slogan elettorale "torniamo a Trani"?- di una città che nonostante le ombre del presente e del passato recente, anela e ci richiama continuamente alla sua vera vocazione: essere modello.
Un modello tratto dalla sua stessa storia, che Viesti ha ricostruito in ogni sua sfumatura, in ogni suo personaggio capace di lasciare un segno, imprimere una svolta (positive ma non mancano quelle verso le tenebre), evolvere verso l'idea di città come congerie d'idee ed input, civismo e amore per istituzioni in grado, nei secoli, di identificarsi con un gruppo di persone, i tranesi stessi, che in fin dei conti, col senno di poi e letto fino in fondo il libro, sono stati e saranno artefici del proprio destino. La curva storica disegnata da Viesti comprende coordinate sempre meno studiate e conosciute, attraverso la gestione dei poteri: Chiesa, Diritto, Cultura. Ai tranesi il compito di recuperare il rapporto rivitalizzante con le sue stesse istituzioni, per onorare, indirettamente, cittadini ed in tal caso, autori, come Giuseppe Viesti.