Storie di città
Il tenente Carla Brocolini ha scelto il cielo come seconda casa
Rosa Barca e le nostre storie di città
giovedì 16 dicembre 2010
Che le metafore non fossero solo cibo prelibato per la bocca dei poeti lo sapevamo, così come nutrivamo qualche stravagante incertezza nell'accostarle solo ad una squisita questione di lingua italiana. «Stare con la testa tra le nuvole» non è solo una metafora: potremmo metterci con tranquillità entrambe le mani sul fuoco. Dormite pure sereni ed a sette cuscini. Non c'è rischio di scottarsi se tra le nuvole c'è la prima donna d'Italia alla guida di un aereo militare. Carla Brocolini ha letteralmente spiccato il volo. Tranese doc (e fiera di esserlo), bella, determinata e coraggiosa, Carla Brocolini, ospite nella redazione di Traniweb, racconta come la sua avventura sia iniziata senza alcuna previsione di atterraggio. «Non avrei mai immaginato di sfiorare questo traguardo» spiega.
Carla entra in punta di piedi, da volontaria, nell'esercito a 18 anni, affascinata dai racconti carichi di entusiasmo dell'indimenticato fratello che frequentava la scuola militare Nunziatella. Un amore nato, insomma, sui banchi del liceo classico di Trani e destinato ad essere per sempre. Nel 2000 indossa la divisa ed è tra le prime donne d'Italia a farlo. La passione per il volo arriva in seguito. Da quel momento nessuno è più riuscito a bloccare il ciclone-Carla. Dall'alto della veste di ufficiale e pilota, non nega le difficoltà incontrate. Il suo percorso militare non è stato poi così semplice. «Mio padre – dice - inizialmente non appoggiava la mia scelta perché voleva che terminassi l'ultimo anno di liceo. Alternavo lo studio ai duri addestramenti a cui ero sottoposta e sono riuscita a diplomarmi con i miei compagni di classe. E' stata molto dura ma ce l'ho fatta e oggi sono davvero orgogliosa di me stessa».
Non c'è dubbio che i suoi genitori siano i primi sostenitori e che la seguano ovunque. C'erano, un anno e mezzo fa, in America quando Carla ricevette (al termine di un ciclo di quindici voli e un esame in Texas) il brevetto da pilota. «Mio padre, durante la cerimonia, mi ha pinzato le ali sul petto. Non dimenticherò mai quel momento perché è stato il punto di partenza di tutto quello che oggi con entusiasmo faccio». Da allora Carla ha fatto del cielo la sua seconda casa. La prima volta resta indimenticabile. «Ero col mio istruttore di volo, un americano. Non ero ben cosciente di quello che stessi per fare. Provai emozione e paura». L'esperienza più bella? «La prima volta che da solista ho guidato un T44 in Texas, dove facevo addestramento. L'istruttore diede a me e ad un mio compagno la possibilità di fare il cross country. Si trattava di pianificare un volo con destinazione, di partire da soli e poi di ritornare in giornata. In quell'occasione scegliemmo di andare in Louisiana, in un altro Stato. E' stato bellissimo: in quel momento sei padrone della macchina e prendi coscienza di cosa effettivamente stai facendo. E' stata davvero una grandissima iniezione di autostima».
La ascoltiamo e ci aggrappiamo forte alle cinture come se fossimo alla nostra prima lezione di volo. Eppure davanti ai suoi racconti non è poi così facile scrollare la vertigine e lo stupore di dosso. E se da bambina voleva fare l'avvocato con la sua amica del cuore, oggi la nostra tenente si allena con determinazione con i suoi uomini. «Ho uno splendido rapporto con loro, sebbene quello militare sia un mondo prevalentemente maschile. Con molti colleghi si è instaurato un rapporto di vera e leale amicizia». Nulla sembra dunque fermarla. «Basta solo sapersi organizzare. Mi ritaglio tempo per la palestra, per studiare inglese, per i miei amici e per il mio fidanzato».
I ricordi da adolescente la fanno tornare volentieri a Trani, ma la passione per il lavoro vince sulla nostalgia. «Torno quando mi è possibile. A Trani vive la mia famiglia, ci sono gli amici di vecchia data, a cui sono molto legata. Poi, a Trani c'è il mare. A Viterbo posso solo sognarlo». Oggi Carla Brocolini vive li, dove è presente l'unico squadrone dell'aviazione dell'esercito su base aerea. Il tempo a nostra disposizione è quasi scaduto. Il tenente deve tornare a casa. I suoi aerei la aspettano. La accompagniamo alla porta. Per un attimo, grazie a lei, abbiamo avuto l'impressione di aver toccato il cielo con un dito.
Carla entra in punta di piedi, da volontaria, nell'esercito a 18 anni, affascinata dai racconti carichi di entusiasmo dell'indimenticato fratello che frequentava la scuola militare Nunziatella. Un amore nato, insomma, sui banchi del liceo classico di Trani e destinato ad essere per sempre. Nel 2000 indossa la divisa ed è tra le prime donne d'Italia a farlo. La passione per il volo arriva in seguito. Da quel momento nessuno è più riuscito a bloccare il ciclone-Carla. Dall'alto della veste di ufficiale e pilota, non nega le difficoltà incontrate. Il suo percorso militare non è stato poi così semplice. «Mio padre – dice - inizialmente non appoggiava la mia scelta perché voleva che terminassi l'ultimo anno di liceo. Alternavo lo studio ai duri addestramenti a cui ero sottoposta e sono riuscita a diplomarmi con i miei compagni di classe. E' stata molto dura ma ce l'ho fatta e oggi sono davvero orgogliosa di me stessa».
Non c'è dubbio che i suoi genitori siano i primi sostenitori e che la seguano ovunque. C'erano, un anno e mezzo fa, in America quando Carla ricevette (al termine di un ciclo di quindici voli e un esame in Texas) il brevetto da pilota. «Mio padre, durante la cerimonia, mi ha pinzato le ali sul petto. Non dimenticherò mai quel momento perché è stato il punto di partenza di tutto quello che oggi con entusiasmo faccio». Da allora Carla ha fatto del cielo la sua seconda casa. La prima volta resta indimenticabile. «Ero col mio istruttore di volo, un americano. Non ero ben cosciente di quello che stessi per fare. Provai emozione e paura». L'esperienza più bella? «La prima volta che da solista ho guidato un T44 in Texas, dove facevo addestramento. L'istruttore diede a me e ad un mio compagno la possibilità di fare il cross country. Si trattava di pianificare un volo con destinazione, di partire da soli e poi di ritornare in giornata. In quell'occasione scegliemmo di andare in Louisiana, in un altro Stato. E' stato bellissimo: in quel momento sei padrone della macchina e prendi coscienza di cosa effettivamente stai facendo. E' stata davvero una grandissima iniezione di autostima».
La ascoltiamo e ci aggrappiamo forte alle cinture come se fossimo alla nostra prima lezione di volo. Eppure davanti ai suoi racconti non è poi così facile scrollare la vertigine e lo stupore di dosso. E se da bambina voleva fare l'avvocato con la sua amica del cuore, oggi la nostra tenente si allena con determinazione con i suoi uomini. «Ho uno splendido rapporto con loro, sebbene quello militare sia un mondo prevalentemente maschile. Con molti colleghi si è instaurato un rapporto di vera e leale amicizia». Nulla sembra dunque fermarla. «Basta solo sapersi organizzare. Mi ritaglio tempo per la palestra, per studiare inglese, per i miei amici e per il mio fidanzato».
I ricordi da adolescente la fanno tornare volentieri a Trani, ma la passione per il lavoro vince sulla nostalgia. «Torno quando mi è possibile. A Trani vive la mia famiglia, ci sono gli amici di vecchia data, a cui sono molto legata. Poi, a Trani c'è il mare. A Viterbo posso solo sognarlo». Oggi Carla Brocolini vive li, dove è presente l'unico squadrone dell'aviazione dell'esercito su base aerea. Il tempo a nostra disposizione è quasi scaduto. Il tenente deve tornare a casa. I suoi aerei la aspettano. La accompagniamo alla porta. Per un attimo, grazie a lei, abbiamo avuto l'impressione di aver toccato il cielo con un dito.