Storie di città
«In Italia, attualità e politica hanno superato la satira»
Rosa Barca e le nostre storie di città
giovedì 9 giugno 2011
La kermesse de I dialoghi di Trani quest´anno si fregia di un inedito workshop sulla satira e il giornalismo disegnato, curato e condotto dal vignettista tranese Giuseppe del Curatolo. «Italiano medio» è un laboratorio che scruta il tanto affascinante e incantatorio mondo della satira, accendendo i riflettori sui meccanismi che si muovono alla base della realizzazione di una vignetta o di un testo satirico. «Il workshop - dice del Curatolo - ha la presunzione di creare una micro-redazione di giornalismo disegnato e satira lavorando direttamente con i fatti del giorno, con notizie fresche dei quotidiani e con il tentativo finale di realizzare delle vere e proprie vignette». Saranno trattati a colpi di matita anche i temi caldi di questi giorni, dal referendum allo scandalo scommesse nel calcio.
«Il grosso potere della satira è l´immediatezza. Colpisce con uno sguardo», spiega Del Curatolo. Con lui, nel Castello svevo, penne e matite illustri del settore: Carlo Gubitosa, Nico Pillinini (vignettista de La Gazzetta), Ugo Delucchi, Giovanni Bruzzo, Vincenzo Sparagna e Pino Creanza. L'Italia e la satira, quale rapporto? Del Curatolo sgombra il campo da equivoci e porta in evidenza uno strano caso tutto italiano: «Da noi si può fare satira, non viviamo con terrore lo spettro della censura. Il problema serio è che gli eventi di tutti i giorni spesso superano la satira stessa, mettendola in crisi. L'attualità, insomma, ci sta togliendo il mestiere. In passato, durante gli anni di piombo e nel periodo di tangentopoli, la satira ha vissuto il suo boom, cavalcando l'onda degli eventi in maniera più che brillante. Il berlusconismo ha invece spiazzato tutti. Oggi, a mio avviso, dobbiamo studiare con attenzione la realtà e ritrovare una formula vincente per colpire l'opinione pubblica».
Del Curatolo ha sempre vissuto con una matita in mano. «La mia passione - racconta il vignettista tranese - è diventata un mestiere. Iniziai a scarabocchiare da piccolo, poi sui banchi del liceo, divertendomi a fare le caricature dei miei compagni di classe e dei miei professori». Le fumetterie erano la sua seconda casa. Iniziò ad inventare storie con le sue prime caricature e a quindici anni partecipò ad un concorso che gli cambiò la vita. «Inviai per caso le mie storie con i miei disegni da dilettante ad un concorso, non sapendo si trattasse di uno dei concorsi più importante per giovani autori di fumetto». Si trattava del concorso di Prato Pierlambicchi da cui sono partiti tanti autori professionisti. Quello fu il suo trampolino di lancio. Conobbe, infatti,il grande maestro di satira Sergio Angeletti (in arte Agnese), scomparso un paio di anni fa, un maestro di satira, uno dei fondatori della rivista Il male, il settimanale che tra il 1978 e il 1982 fu la fucina della satira politica italiana. «Mi portò con lui a Perugia dove divenni suo assistente. Ero un autodidatta, grazie a lui cominciai ad approfondire la tecnica e ben presto collaborai al mensile L'eco della carogna, guidato dallo stesso Angese».
A quel periodo è legato uno dei momenti più gratificanti dell'esperienza professionale del vignettista tranese. «L'eco della carogna esplose grazie ad uno scoop giornalistico in perfetto stile Striscia. Erano da poco stati immessi sul mercato i Gratta e vinci. Io e Agnese ci chiedemmo di cosa fosse fatta la polverina che si grattava. La facemmo analizzare e scoprimmo che era tossica. Lavorammo per diversi numeri su questo caso, facendo del vero giornalismo disegnato. L'argomento fece scalpore, ne parlò tutta Italia ed alla fine lo Stato intervenne per riparare».
Del Curatolo ha avuto anche esperienze locali ai suoi inizi. «Collaboravo con Il giornale di Trani, occupandomi della politica tranese. Erano gli anni della sindacatura di Tamborrino che diventò un personaggio fisso dei miei disegni. Il generale sapeva accettare col sorriso le mie vignette, si divertiva, era curioso di vedere le evoluzioni del suo personaggio. Qualcun altro invece prendeva malissimo i miei disegni. Ermanno Iacobellis, ad esempio, all'inizio me le chiedeva espressamente poi si arrabbiò molto per una vignetta concepita quando cambiò casacca e passò all'Udeur».
Del Curatolo adesso collabora con la storica rivista Frigidaire (un mensile con 20 pagine tabloid a colori diretto da Vincenzo Sparagna) e con la casa editrice Il coniglio di Roma per la quale ha anche creato un personaggio molto strambo (Mr Thumb-nut), un metalmeccanico del futuro che vive avventure comiche e fantascientifiche.
«Il grosso potere della satira è l´immediatezza. Colpisce con uno sguardo», spiega Del Curatolo. Con lui, nel Castello svevo, penne e matite illustri del settore: Carlo Gubitosa, Nico Pillinini (vignettista de La Gazzetta), Ugo Delucchi, Giovanni Bruzzo, Vincenzo Sparagna e Pino Creanza. L'Italia e la satira, quale rapporto? Del Curatolo sgombra il campo da equivoci e porta in evidenza uno strano caso tutto italiano: «Da noi si può fare satira, non viviamo con terrore lo spettro della censura. Il problema serio è che gli eventi di tutti i giorni spesso superano la satira stessa, mettendola in crisi. L'attualità, insomma, ci sta togliendo il mestiere. In passato, durante gli anni di piombo e nel periodo di tangentopoli, la satira ha vissuto il suo boom, cavalcando l'onda degli eventi in maniera più che brillante. Il berlusconismo ha invece spiazzato tutti. Oggi, a mio avviso, dobbiamo studiare con attenzione la realtà e ritrovare una formula vincente per colpire l'opinione pubblica».
Del Curatolo ha sempre vissuto con una matita in mano. «La mia passione - racconta il vignettista tranese - è diventata un mestiere. Iniziai a scarabocchiare da piccolo, poi sui banchi del liceo, divertendomi a fare le caricature dei miei compagni di classe e dei miei professori». Le fumetterie erano la sua seconda casa. Iniziò ad inventare storie con le sue prime caricature e a quindici anni partecipò ad un concorso che gli cambiò la vita. «Inviai per caso le mie storie con i miei disegni da dilettante ad un concorso, non sapendo si trattasse di uno dei concorsi più importante per giovani autori di fumetto». Si trattava del concorso di Prato Pierlambicchi da cui sono partiti tanti autori professionisti. Quello fu il suo trampolino di lancio. Conobbe, infatti,il grande maestro di satira Sergio Angeletti (in arte Agnese), scomparso un paio di anni fa, un maestro di satira, uno dei fondatori della rivista Il male, il settimanale che tra il 1978 e il 1982 fu la fucina della satira politica italiana. «Mi portò con lui a Perugia dove divenni suo assistente. Ero un autodidatta, grazie a lui cominciai ad approfondire la tecnica e ben presto collaborai al mensile L'eco della carogna, guidato dallo stesso Angese».
A quel periodo è legato uno dei momenti più gratificanti dell'esperienza professionale del vignettista tranese. «L'eco della carogna esplose grazie ad uno scoop giornalistico in perfetto stile Striscia. Erano da poco stati immessi sul mercato i Gratta e vinci. Io e Agnese ci chiedemmo di cosa fosse fatta la polverina che si grattava. La facemmo analizzare e scoprimmo che era tossica. Lavorammo per diversi numeri su questo caso, facendo del vero giornalismo disegnato. L'argomento fece scalpore, ne parlò tutta Italia ed alla fine lo Stato intervenne per riparare».
Del Curatolo ha avuto anche esperienze locali ai suoi inizi. «Collaboravo con Il giornale di Trani, occupandomi della politica tranese. Erano gli anni della sindacatura di Tamborrino che diventò un personaggio fisso dei miei disegni. Il generale sapeva accettare col sorriso le mie vignette, si divertiva, era curioso di vedere le evoluzioni del suo personaggio. Qualcun altro invece prendeva malissimo i miei disegni. Ermanno Iacobellis, ad esempio, all'inizio me le chiedeva espressamente poi si arrabbiò molto per una vignetta concepita quando cambiò casacca e passò all'Udeur».
Del Curatolo adesso collabora con la storica rivista Frigidaire (un mensile con 20 pagine tabloid a colori diretto da Vincenzo Sparagna) e con la casa editrice Il coniglio di Roma per la quale ha anche creato un personaggio molto strambo (Mr Thumb-nut), un metalmeccanico del futuro che vive avventure comiche e fantascientifiche.