Un caffè con...
Un Caffè con Antonello Ruggiero
sabato 28 marzo 2009
Spieghiamo la scelta di aderire al movimento fittiano. E' stato un salto della quaglia?
Non è una svolta fittiana, è una svolta verso il PdL. L'Udc, già dalle scorse elezioni Politiche, aveva creato imbarazzo intorno a sé. Il partito era nato nella Casa delle Libertà. L'anno scorso, invece, ha deciso di non condividere più il progetto berlusconiano. Oggi eravamo ancora più in difficoltà nel giustificare questo spostamento visto che, le amministrative, ci riguardano da vicino. Direi che non siamo stati noi a cambiare casacca ma è stata l'Udc ad abbandonare un certo tipo di percorso. Abbiamo aspettato fino a quando è stato possibile. Alla fine ci siamo convinti ad aderire alla Puglia Prima di Tutto perché la strada intrapresa dal partito di Casini si discosta dal nostro pensiero politico.
Nell'ultimo anno si è registrato un continuo spostamento di politici da Forza Italia nell'Udc e viceversa. Questo gioco di vasi comunicanti alla fine chi ha rafforzato?
Ognuno ha agito nella convinzione di aver fatto bene e di aver tratto beneficio dal cambiamento. Personalmente, sono convinto della bontà della nostra scelta, seppur dolorosa e sofferta. Mentre il Presidente dell'Udc, Casini, criticava, a Bari, l'operato della giunta regionale, due consiglieri regionali del suo partito votavano e salvavano il bilancio presentato dall'amministrazione regionale. Sono dati di fatto che ci consentono di ritenere più che giusta la nostra scelta.
L'Udc degli ultimi due anni è stata, spesso, al centro di palesi conflitti politici con gli alleati. A Trani non è stata da meno. Senza tornare troppo indietro ed al primo Tarantini, penso ai malumori sollevati dalla mancata elezione di Riserbato a presidente del Consiglio Comunale.
La verità è questa: Riserbato non ha mai detto di voler fare il presidente del Consiglio. Nutriva questa aspettativa perché gli era stata fatta una promessa in tal senso. In passato ci si era regolati in maniera diversa. Chi aveva ricevuto più voti alle elezioni si poneva come il candidato naturale per la presidenza. Non facciamo polemica su questo: non si rispettano le regole scritte, figurarsi quelle verbali. A Riserbato, però, era stata fatta una promessa.
Da chi?
Posso dire solo che gli era stata fatta una promessa.
E sugli assessori che dice? Più che indicarli, vi sono stati imposti.
I due assessori, attualmente in quota all'Udc, non sono mai stati indicati dal partito. A conferma di quanto detto val bene sottolineare che, fino a quando sono stato segretario dell'Udc, le nostre nomine venivano fatte per iscritto, accompagnando i curricula con delle lettere di trasmissione. Cicolani e Lovato erano nomi a noi graditi, ma non hanno mai partecipato a riunioni del partito.
E adesso che fine faranno i due assessori? L'Udc non ha più rappresentanti in Consiglio Comunale.
Non si è ancora deciso nulla. Di certo, con l'avvicinarsi della campagna elettorale, abbiamo la necessità di una visibilità forte in giunta, di una persona direttamente riconducibile al partito. Ci confronteremo con le altre forze politiche di maggioranza ma rivendichiamo la necessità di una visibilità nell'esecutivo.
Oltre al rimpasto della giunta, proporrete una revisione degli incarichi di sub governo?
Adesso c'è la necessità di modificare l'assetto della giunta perché molti equilibri sono saltati. Il rimpasto è quanto mai opportuno.
E nelle aziende?
C'è da risolvere un grosso problema politico all'interno del CdA dell'Amiu. Il presidente, Giorgio Gramegna, ha incontrato delle grosse difficoltà a causa dell'assenza di un amministratore delegato. Gramegna, per altro, non ha ricevuto aiuto neanche dai Revisori che applicano la legge fin troppo alla perfezione. In assenza di un amministratore delegato, tutti i provvedimenti devono essere portati all'attenzione del CdA. In Amiu si stanno verificando dei problemi persino sulle convocazioni d'urgenza.
Torniamo alla giunta. Secondo Lei è giusto che un rappresentante dell'esecutivo in carica, per altro senza più consiglieri di riferimento in amministrazione, faccia un percorso politico pubblico differente a livello provinciale? Parlo, ovviamente, di D'Ambrosio.
Noi, seppur a malincuore, abbiamo fatto una scelta, lasciando un partito come l'Udc per continuare, con coerenza, un percorso, comune e condiviso, con l'attuale amministrazione. D'Ambrosio dovrebbe fare altrettanto. Non ha più consiglieri che lo sostengono ed ha deciso di prendere un'altra strada: non ci sono più i presupposti perché resti in giunta.
D'Ambrosio pare non abbia gradito il passaggio di Gianni Di Leo dai Repubblicani alla Puglia Prima di Tutto.
Secondo me è Di Leo che non ha gradito la scelta di D'Ambrosio di fondare Buon Vento. Di fatto, con Di Leo ci accomunano parecchie cose. Nel partito Repubblicano, evidentemente, non vedeva più futuro.
Abbiamo parlato prima di Amiu e dei Revisori. Secondo Lei è giusto che a capo del Collegio sindacale sia stato messo il fratello di un consigliere comunale che, per giunta, è anche segretario politico di un partito di maggioranza?
Per quanto riguarda il grado di parentela, non credo vi siano problemi. Diverso, invece, l'altro aspetto: il Collegio dei Revisori è un organo tecnico, non politico. All'Amiu c'è un evidente caso di incompatibilità e di conflitto.
Perché i consiglieri comunali di maggioranza non denunciano apertamente le cose che non vanno? I cronisti, spesso, raccolgono sfoghi che, il più delle volte, restano solo tali. Il non creare problemi è un ordine di scuderia?
Abbiamo un consiglio comunale composto da molti giovani, alla prima esperienza nelle Istituzioni. Molto spesso - secondo me a torto - hanno attaccato la vecchia classe politica. C'è, però, una differenza di fondo: la vecchia classe politica ha dimostrato, in passato, di saper fare politica, la nuova deve ancora dimostrarlo.
E' sempre d'attualità il problema finanziario. La giunta, oggi, non ha un assessore. Che eredità ha lasciato Pappalettera?
Pappalettera non ha lasciato tracce di sé. Se dovessi ricordare qualcosa del suo operato, penso alla pessima figura in occasione dell'approvazione del bilancio, con la nota querelle ingaggiata con i Revisori. Non so se solo lui abbia avuto responsabilità nella circostanza, certo è che la politica si è dimostrata totalmente assente, soprattutto se si considera che i Revisori erano stati nominati dalla maggioranza. Che altro posso ricordare di Pappalettera? Forse un tentativo di disciplinare i valori delle aree fabbricabili, ma senza esito.
L'amministrazione ha indicato una strada per ripianare i debiti fuori bilancio: la vendita degli immobili, finora con scarsi esiti. L'alienazione del patrimonio comunale è l'unica opzione possibile?
Per ripianare i debiti servono delle cose certe. La vendita degli immobili non dà certezze. Bisogna puntare sulla gestione delle entrate e sulla riscossione dei tributi. Se poi gli immobili si vendono è tanto di guadagnato.
Gestione dei tributi: in house o esternalizzazione?
Dipende dalle professionalità di cui dispone il Comune. Spetta al dirigente verificare se vi siano capacità all'interno del Palazzo comunale, in caso contrario è bene esternalizzare. Molti comuni, per non sbagliare, affidano all'esterno la riscossione di una parte dei tributi, impegnando l'attenzione del personale dipendente su altre entrate.
Lei ritiene che il personale del Comune di Trani possa svolgere questo ruolo?
Il personale in servizio a Trani è lo stesso da anni. Se i risultati son questi, la risposta vien facile.
Che giudizio dà del Tarantini bis?
E' partito con un progetto importante: l'approvazione definitiva del Pug. Alla fine, al di là delle polemiche, si sta portando a termine un provvedimento storico per la città. Dopo l'adozione del piano urbanistico, mi auguro che si cominci a pensare a Trani.
L'opposizione si è lamentata sulla data di convocazione del Consiglio Comunale. Perché tutta questa fretta di andare in aula?
Tendenzialmente è sempre sbagliato dare spazio alle opposizioni. Nello specifico, sul Pug, non so perché l'amministrazione voglia andare subito in aula. Aspettare qualche altra settimana non avrebbe cambiato la sostanza.
In passato, avete mosso qualche critica sui provvedimenti dell'amministrazione. Sulla questione del porto, ad esempio, inizialmente avete dissentito sul modus operandi.
Il provvedimento è stato rivisto, ciò significa che avevamo ragione. Qualcuno ci accusa di contestare ma di non essere propositivi. Il caso-porto dimostra il contrario. Il nuovo criterio di chiusura del porto è stato condiviso con gli esercenti. Era ciò che volevamo fin dall'inizio.
Avete avuto da ridire anche sui T-red.
Ma le buste con le offerte sono state aperte?
Non ancora.
In linea di principio, la scelta di installare i T-red è condivisibile. Possono essere utili per far cassa e per prevenire i pericoli della strada. Di quel provvedimento non ho condiviso le procedure di gara a livello tecnico. Si è partiti da un importo a base d'asta troppo alto. Una semplice ricerca su Internet può dimostrare come altri Comuni abbiano appaltato lo stesso servizio con importi differenti, molto più contenuti. L'affare deve farlo il Comune, non la società privata che vince l'appalto. Qualcuno potrà dire che 100 euro è la base d'asta, il tetto massimo, e che l'appalto potrebbe essere aggiudicato a prezzi più bassi. Resto perplesso: il punteggio attribuito per l'offerta economica più vantaggiosa è, però, di 20 punti su 100 complessivi. Gli altri 80 punti vengono dati in base al progetto tecnico presentato.
Quindi sta dicendo che il punteggio del progetto tecnico potrebbe determinare l'aggiudicazione alla ditta che ha presentato il ribasso meno significativo rispetto ai 100 euro di partenza?
Dico che, una ditta può prendere 0 punti per l'offerta economica ed aggiudicarsi ugualmente l'appalto.
Vedremo come andrà a finire. Con l'ingresso nel PdL vi sentite a tutti gli effetti un'unica famiglia con Alleanza Nazionale e Forza Italia?
Pur condividendo il grande progetto del PdL, sentivamo la necessità di mantenere una certa autonomia, seppur non all'interno di un partito ma di un movimento politico. Entrare direttamente nel Popolo delle Libertà ci avrebbe creato qualche difficoltà.
A giugno ci aspetta l'Election day: Amministrative ed Europee insieme. Teme che il vostro elettorato, come quello di molti altri partiti, possa essere disorientato dai simboli e dagli schieramenti di carattere nazionale?
La campagna elettorale per le Amministrative verrà fatta dai candidati "porta a porta". Le Europee esprimono un consenso più di natura ideologica. E chiaro che, chi ha votato alle Provinciali un candidato nell'alveo del PdL, voterà PdL alle Europee.
La Puglia Prima di Tutto ha scelto i suoi candidati per le Provinciali?
Faremo una nostra lista: tendenzialmente si è pensato di candidare i due consiglieri comunali. A loro si aggiungeranno altri uomini importanti.
Che risultato pensate di ottenere?
Il progetto della Puglia Prima di Tutto è partito bene. Tato Greco, su Bari, ha fatto un grande lavoro, recuperando pezzi importanti dall'Udc. Nella Bat possiamo contare sul peso specifico di due sindaci, a Bisceglie ed a San Ferdinando. Partiamo con l'intenzione di essere determinanti, i numeri già ci sono.
Gli argomenti fondamentali di questa campagna elettorale?
Innanzitutto dobbiamo superare le questioni di natura campanilistica, il vero ostacolo riscontrato in questa fase iniziale di campagna elettorale. L'idea da portare avanti è quella di far eleggere come presidente Francesco Ventola. Fa il sindaco già da 5 anni, ha dimostrato di essere una persona capace oltre che un buon amministratore di un Ente locale.
Si potrebbe dire lo stesso di Salerno.
Salerno penso sia un candidato forte e capace, ma resta sempre un politico di centrosinistra. E su molte questioni è impossibile trovare condivisione.
Torniamo alla politica locale. Global service.
L'idea è buona, in altre città è una soluzione affermata. Il problema che pongo è un altro: quando l'amministrazione si interfaccia con delle società private, deve essere in grado di redigere dei capitolati e dei disciplinari perfetti, che non diano spazio a fraintendimenti e che vincolino le società a determinate responsabilità.
Colpa dell'assessorato ai contratti e appalti?
I disciplinari vengono preparati dai dirigenti.
Solito dilemma: i dirigenti dettano i ritmi della politica o sono gli assessori che devono imporsi?
La politica dà degli indirizzi, ma non può entrare nel merito di certe cose.
Ma oggi chi comanda a Palazzo di Città?
Nel Tarantini bis i dirigenti stanno avendo un grande potere per il semplice fatto che il Consiglio comunale è composto da molti giovani i quali, a volte, dimenticano di esercitare il proprio peso specifico.
Lo stesso problema lo si è avuto anche nel primo Tarantini, con dirigenti piuttosto intraprendenti e forti. Penso alla storia dei Boc, al ristorante nel fortino.
Nel primo Tarantini c'era più equilibrio, la classe politica era diversa e si faceva politica in un certo modo. Non a caso il provvedimento dei Boc non è passato. Per quanto riguarda la questione del ristorante, l'idea mi sembra valida. Se sono state rispettate le procedure non vedo il motivo di tanto scandalo.
Quindi, secondo Lei, la classe politica del primo Tarantini era più incisiva. Allora condivide la tesi che si sia deciso deliberatamente di far cadere quell'amministrazione, per fare epurazione e mandare in Consiglio gente inesperta che potesse assecondare le logiche di alcuni.
Non ho detto che la precedente classe politica era più incisiva, ma che c'era più equilibrio, il che significa una maggiore dialettica. Poi si è andati oltre, gli equilibri sono saltati ed è successo quello che è successo.
E quindi tutti a casa, rimischiamo le carte e mettiamo in prima linea gente nuova e alle prime armi.
Nel Tarantini bis c'è un'ampia maggioranza che difetta in dialettica. E' facile, dunque, che i dirigenti riescano a prendere decisioni che normalmente dovrebbero essere suggerite dalla politica.
E' soddisfatto dell'operato della Cicolani?
La signora Cicolani è molto attenta al sociale, so chi si espone anche in prima persona. L'episodio che abbiamo visto in tv di quella famiglia tranese indigente, costretta a dormire in macchina da un anno e mezzo, rappresenta una brutta macchia per la città e la politica. Il problema mi pare sia stato risolto, ma occorre senz'altro rivedere l'intera pianificazione dei servizi sociali.
Rimprovera all'assessore il fatto di aver agito solo per via della spinta mediatica della storia?
Ripeto: un plauso per aver risolto ora la questione, ma occorre rivedere la pianificazione dei servizi sociali.
Sempre a proposito della giunta. Lei prima ha detto che bisogna rivedere tutto perché alcuni partiti non esistono più in maggioranza. Il passaggio di De Noia nel PdL allontana Visibelli dalla poltrona?
De Noia è passato nel PdL, quindi per l'assessore di Forza Trani si può porre lo stesso problema di altri. Nella nuova giunta, però, si potrebbe far ricorso a degli assessori tecnici, come già successo in passato nel corso del governo Tarantini.
Cosa pensa di un possibile ricorso ad un nuovo direttore generale?
Era un'idea inserita nel programma. Se ne può riparlare.
I candidati non mancano: da Visibelli ad Affatato.
Visibelli è l'unica persona che conosce alla perfezione la macchina amministrativa comunale, che sa studiare bene i provvedimenti. Sarebbe senz'altro capace di svolgere quel ruolo.
Guardiamo oltre il Pug. Cosa fare per Trani?
L'amministrazione deve lavorare sulle urgenze. Oltre alle strade, auspico la risoluzione del problema delle occupazioni di suolo pubblico sul porto che si è ripresentato qualche settimana fa. Pensavo fosse stato tutto risolto col regolamento redatto l'anno scorso.
E invece?
Invece nulla. Quel regolamento prevedeva la redazione di 22 progetti d'ambito per il centro storico, mai fatti. Senza di quelli, la Sovrintendenza non potrà mai dare l'assenso per i dehors. Con l'avvicinarsi dell'estate il problema si ripropone e la politica deve farsi carico di risolverlo. Il porto rappresenta la prima attrattiva della città, merita tutta l'attenzione del caso.
Sviluppo del porto e dei suoi servizi. In passato abbiamo stipulato una convenzione con Italia Navigando, poi son spuntati degli imprenditori privati pronti a farsi carico di un progetto di ingrandimento, adesso pare sia tornata in auge la prima soluzione. Giusto insistere?
L'area portuale è il fulcro della città di Trani. La nostra città è conosciuta per il porto. Sulle scelte fatte, va detto che tutte le amministrazioni possono sbagliare, anche quelle più capaci. Le amministrazioni che non fanno nulla sono quelle governate dal centrosinistra. E non è il nostro caso.
Oltre ai problemi del porto, a cos'altro darebbe priorità?
Alla risoluzione dei problemi economici. Se non si affronta e supera questo scoglio, possiamo solo parlare d'aria fritta.
Non è una svolta fittiana, è una svolta verso il PdL. L'Udc, già dalle scorse elezioni Politiche, aveva creato imbarazzo intorno a sé. Il partito era nato nella Casa delle Libertà. L'anno scorso, invece, ha deciso di non condividere più il progetto berlusconiano. Oggi eravamo ancora più in difficoltà nel giustificare questo spostamento visto che, le amministrative, ci riguardano da vicino. Direi che non siamo stati noi a cambiare casacca ma è stata l'Udc ad abbandonare un certo tipo di percorso. Abbiamo aspettato fino a quando è stato possibile. Alla fine ci siamo convinti ad aderire alla Puglia Prima di Tutto perché la strada intrapresa dal partito di Casini si discosta dal nostro pensiero politico.
Nell'ultimo anno si è registrato un continuo spostamento di politici da Forza Italia nell'Udc e viceversa. Questo gioco di vasi comunicanti alla fine chi ha rafforzato?
Ognuno ha agito nella convinzione di aver fatto bene e di aver tratto beneficio dal cambiamento. Personalmente, sono convinto della bontà della nostra scelta, seppur dolorosa e sofferta. Mentre il Presidente dell'Udc, Casini, criticava, a Bari, l'operato della giunta regionale, due consiglieri regionali del suo partito votavano e salvavano il bilancio presentato dall'amministrazione regionale. Sono dati di fatto che ci consentono di ritenere più che giusta la nostra scelta.
L'Udc degli ultimi due anni è stata, spesso, al centro di palesi conflitti politici con gli alleati. A Trani non è stata da meno. Senza tornare troppo indietro ed al primo Tarantini, penso ai malumori sollevati dalla mancata elezione di Riserbato a presidente del Consiglio Comunale.
La verità è questa: Riserbato non ha mai detto di voler fare il presidente del Consiglio. Nutriva questa aspettativa perché gli era stata fatta una promessa in tal senso. In passato ci si era regolati in maniera diversa. Chi aveva ricevuto più voti alle elezioni si poneva come il candidato naturale per la presidenza. Non facciamo polemica su questo: non si rispettano le regole scritte, figurarsi quelle verbali. A Riserbato, però, era stata fatta una promessa.
Da chi?
Posso dire solo che gli era stata fatta una promessa.
E sugli assessori che dice? Più che indicarli, vi sono stati imposti.
I due assessori, attualmente in quota all'Udc, non sono mai stati indicati dal partito. A conferma di quanto detto val bene sottolineare che, fino a quando sono stato segretario dell'Udc, le nostre nomine venivano fatte per iscritto, accompagnando i curricula con delle lettere di trasmissione. Cicolani e Lovato erano nomi a noi graditi, ma non hanno mai partecipato a riunioni del partito.
E adesso che fine faranno i due assessori? L'Udc non ha più rappresentanti in Consiglio Comunale.
Non si è ancora deciso nulla. Di certo, con l'avvicinarsi della campagna elettorale, abbiamo la necessità di una visibilità forte in giunta, di una persona direttamente riconducibile al partito. Ci confronteremo con le altre forze politiche di maggioranza ma rivendichiamo la necessità di una visibilità nell'esecutivo.
Oltre al rimpasto della giunta, proporrete una revisione degli incarichi di sub governo?
Adesso c'è la necessità di modificare l'assetto della giunta perché molti equilibri sono saltati. Il rimpasto è quanto mai opportuno.
E nelle aziende?
C'è da risolvere un grosso problema politico all'interno del CdA dell'Amiu. Il presidente, Giorgio Gramegna, ha incontrato delle grosse difficoltà a causa dell'assenza di un amministratore delegato. Gramegna, per altro, non ha ricevuto aiuto neanche dai Revisori che applicano la legge fin troppo alla perfezione. In assenza di un amministratore delegato, tutti i provvedimenti devono essere portati all'attenzione del CdA. In Amiu si stanno verificando dei problemi persino sulle convocazioni d'urgenza.
Torniamo alla giunta. Secondo Lei è giusto che un rappresentante dell'esecutivo in carica, per altro senza più consiglieri di riferimento in amministrazione, faccia un percorso politico pubblico differente a livello provinciale? Parlo, ovviamente, di D'Ambrosio.
Noi, seppur a malincuore, abbiamo fatto una scelta, lasciando un partito come l'Udc per continuare, con coerenza, un percorso, comune e condiviso, con l'attuale amministrazione. D'Ambrosio dovrebbe fare altrettanto. Non ha più consiglieri che lo sostengono ed ha deciso di prendere un'altra strada: non ci sono più i presupposti perché resti in giunta.
D'Ambrosio pare non abbia gradito il passaggio di Gianni Di Leo dai Repubblicani alla Puglia Prima di Tutto.
Secondo me è Di Leo che non ha gradito la scelta di D'Ambrosio di fondare Buon Vento. Di fatto, con Di Leo ci accomunano parecchie cose. Nel partito Repubblicano, evidentemente, non vedeva più futuro.
Abbiamo parlato prima di Amiu e dei Revisori. Secondo Lei è giusto che a capo del Collegio sindacale sia stato messo il fratello di un consigliere comunale che, per giunta, è anche segretario politico di un partito di maggioranza?
Per quanto riguarda il grado di parentela, non credo vi siano problemi. Diverso, invece, l'altro aspetto: il Collegio dei Revisori è un organo tecnico, non politico. All'Amiu c'è un evidente caso di incompatibilità e di conflitto.
Perché i consiglieri comunali di maggioranza non denunciano apertamente le cose che non vanno? I cronisti, spesso, raccolgono sfoghi che, il più delle volte, restano solo tali. Il non creare problemi è un ordine di scuderia?
Abbiamo un consiglio comunale composto da molti giovani, alla prima esperienza nelle Istituzioni. Molto spesso - secondo me a torto - hanno attaccato la vecchia classe politica. C'è, però, una differenza di fondo: la vecchia classe politica ha dimostrato, in passato, di saper fare politica, la nuova deve ancora dimostrarlo.
E' sempre d'attualità il problema finanziario. La giunta, oggi, non ha un assessore. Che eredità ha lasciato Pappalettera?
Pappalettera non ha lasciato tracce di sé. Se dovessi ricordare qualcosa del suo operato, penso alla pessima figura in occasione dell'approvazione del bilancio, con la nota querelle ingaggiata con i Revisori. Non so se solo lui abbia avuto responsabilità nella circostanza, certo è che la politica si è dimostrata totalmente assente, soprattutto se si considera che i Revisori erano stati nominati dalla maggioranza. Che altro posso ricordare di Pappalettera? Forse un tentativo di disciplinare i valori delle aree fabbricabili, ma senza esito.
L'amministrazione ha indicato una strada per ripianare i debiti fuori bilancio: la vendita degli immobili, finora con scarsi esiti. L'alienazione del patrimonio comunale è l'unica opzione possibile?
Per ripianare i debiti servono delle cose certe. La vendita degli immobili non dà certezze. Bisogna puntare sulla gestione delle entrate e sulla riscossione dei tributi. Se poi gli immobili si vendono è tanto di guadagnato.
Gestione dei tributi: in house o esternalizzazione?
Dipende dalle professionalità di cui dispone il Comune. Spetta al dirigente verificare se vi siano capacità all'interno del Palazzo comunale, in caso contrario è bene esternalizzare. Molti comuni, per non sbagliare, affidano all'esterno la riscossione di una parte dei tributi, impegnando l'attenzione del personale dipendente su altre entrate.
Lei ritiene che il personale del Comune di Trani possa svolgere questo ruolo?
Il personale in servizio a Trani è lo stesso da anni. Se i risultati son questi, la risposta vien facile.
Che giudizio dà del Tarantini bis?
E' partito con un progetto importante: l'approvazione definitiva del Pug. Alla fine, al di là delle polemiche, si sta portando a termine un provvedimento storico per la città. Dopo l'adozione del piano urbanistico, mi auguro che si cominci a pensare a Trani.
L'opposizione si è lamentata sulla data di convocazione del Consiglio Comunale. Perché tutta questa fretta di andare in aula?
Tendenzialmente è sempre sbagliato dare spazio alle opposizioni. Nello specifico, sul Pug, non so perché l'amministrazione voglia andare subito in aula. Aspettare qualche altra settimana non avrebbe cambiato la sostanza.
In passato, avete mosso qualche critica sui provvedimenti dell'amministrazione. Sulla questione del porto, ad esempio, inizialmente avete dissentito sul modus operandi.
Il provvedimento è stato rivisto, ciò significa che avevamo ragione. Qualcuno ci accusa di contestare ma di non essere propositivi. Il caso-porto dimostra il contrario. Il nuovo criterio di chiusura del porto è stato condiviso con gli esercenti. Era ciò che volevamo fin dall'inizio.
Avete avuto da ridire anche sui T-red.
Ma le buste con le offerte sono state aperte?
Non ancora.
In linea di principio, la scelta di installare i T-red è condivisibile. Possono essere utili per far cassa e per prevenire i pericoli della strada. Di quel provvedimento non ho condiviso le procedure di gara a livello tecnico. Si è partiti da un importo a base d'asta troppo alto. Una semplice ricerca su Internet può dimostrare come altri Comuni abbiano appaltato lo stesso servizio con importi differenti, molto più contenuti. L'affare deve farlo il Comune, non la società privata che vince l'appalto. Qualcuno potrà dire che 100 euro è la base d'asta, il tetto massimo, e che l'appalto potrebbe essere aggiudicato a prezzi più bassi. Resto perplesso: il punteggio attribuito per l'offerta economica più vantaggiosa è, però, di 20 punti su 100 complessivi. Gli altri 80 punti vengono dati in base al progetto tecnico presentato.
Quindi sta dicendo che il punteggio del progetto tecnico potrebbe determinare l'aggiudicazione alla ditta che ha presentato il ribasso meno significativo rispetto ai 100 euro di partenza?
Dico che, una ditta può prendere 0 punti per l'offerta economica ed aggiudicarsi ugualmente l'appalto.
Vedremo come andrà a finire. Con l'ingresso nel PdL vi sentite a tutti gli effetti un'unica famiglia con Alleanza Nazionale e Forza Italia?
Pur condividendo il grande progetto del PdL, sentivamo la necessità di mantenere una certa autonomia, seppur non all'interno di un partito ma di un movimento politico. Entrare direttamente nel Popolo delle Libertà ci avrebbe creato qualche difficoltà.
A giugno ci aspetta l'Election day: Amministrative ed Europee insieme. Teme che il vostro elettorato, come quello di molti altri partiti, possa essere disorientato dai simboli e dagli schieramenti di carattere nazionale?
La campagna elettorale per le Amministrative verrà fatta dai candidati "porta a porta". Le Europee esprimono un consenso più di natura ideologica. E chiaro che, chi ha votato alle Provinciali un candidato nell'alveo del PdL, voterà PdL alle Europee.
La Puglia Prima di Tutto ha scelto i suoi candidati per le Provinciali?
Faremo una nostra lista: tendenzialmente si è pensato di candidare i due consiglieri comunali. A loro si aggiungeranno altri uomini importanti.
Che risultato pensate di ottenere?
Il progetto della Puglia Prima di Tutto è partito bene. Tato Greco, su Bari, ha fatto un grande lavoro, recuperando pezzi importanti dall'Udc. Nella Bat possiamo contare sul peso specifico di due sindaci, a Bisceglie ed a San Ferdinando. Partiamo con l'intenzione di essere determinanti, i numeri già ci sono.
Gli argomenti fondamentali di questa campagna elettorale?
Innanzitutto dobbiamo superare le questioni di natura campanilistica, il vero ostacolo riscontrato in questa fase iniziale di campagna elettorale. L'idea da portare avanti è quella di far eleggere come presidente Francesco Ventola. Fa il sindaco già da 5 anni, ha dimostrato di essere una persona capace oltre che un buon amministratore di un Ente locale.
Si potrebbe dire lo stesso di Salerno.
Salerno penso sia un candidato forte e capace, ma resta sempre un politico di centrosinistra. E su molte questioni è impossibile trovare condivisione.
Torniamo alla politica locale. Global service.
L'idea è buona, in altre città è una soluzione affermata. Il problema che pongo è un altro: quando l'amministrazione si interfaccia con delle società private, deve essere in grado di redigere dei capitolati e dei disciplinari perfetti, che non diano spazio a fraintendimenti e che vincolino le società a determinate responsabilità.
Colpa dell'assessorato ai contratti e appalti?
I disciplinari vengono preparati dai dirigenti.
Solito dilemma: i dirigenti dettano i ritmi della politica o sono gli assessori che devono imporsi?
La politica dà degli indirizzi, ma non può entrare nel merito di certe cose.
Ma oggi chi comanda a Palazzo di Città?
Nel Tarantini bis i dirigenti stanno avendo un grande potere per il semplice fatto che il Consiglio comunale è composto da molti giovani i quali, a volte, dimenticano di esercitare il proprio peso specifico.
Lo stesso problema lo si è avuto anche nel primo Tarantini, con dirigenti piuttosto intraprendenti e forti. Penso alla storia dei Boc, al ristorante nel fortino.
Nel primo Tarantini c'era più equilibrio, la classe politica era diversa e si faceva politica in un certo modo. Non a caso il provvedimento dei Boc non è passato. Per quanto riguarda la questione del ristorante, l'idea mi sembra valida. Se sono state rispettate le procedure non vedo il motivo di tanto scandalo.
Quindi, secondo Lei, la classe politica del primo Tarantini era più incisiva. Allora condivide la tesi che si sia deciso deliberatamente di far cadere quell'amministrazione, per fare epurazione e mandare in Consiglio gente inesperta che potesse assecondare le logiche di alcuni.
Non ho detto che la precedente classe politica era più incisiva, ma che c'era più equilibrio, il che significa una maggiore dialettica. Poi si è andati oltre, gli equilibri sono saltati ed è successo quello che è successo.
E quindi tutti a casa, rimischiamo le carte e mettiamo in prima linea gente nuova e alle prime armi.
Nel Tarantini bis c'è un'ampia maggioranza che difetta in dialettica. E' facile, dunque, che i dirigenti riescano a prendere decisioni che normalmente dovrebbero essere suggerite dalla politica.
E' soddisfatto dell'operato della Cicolani?
La signora Cicolani è molto attenta al sociale, so chi si espone anche in prima persona. L'episodio che abbiamo visto in tv di quella famiglia tranese indigente, costretta a dormire in macchina da un anno e mezzo, rappresenta una brutta macchia per la città e la politica. Il problema mi pare sia stato risolto, ma occorre senz'altro rivedere l'intera pianificazione dei servizi sociali.
Rimprovera all'assessore il fatto di aver agito solo per via della spinta mediatica della storia?
Ripeto: un plauso per aver risolto ora la questione, ma occorre rivedere la pianificazione dei servizi sociali.
Sempre a proposito della giunta. Lei prima ha detto che bisogna rivedere tutto perché alcuni partiti non esistono più in maggioranza. Il passaggio di De Noia nel PdL allontana Visibelli dalla poltrona?
De Noia è passato nel PdL, quindi per l'assessore di Forza Trani si può porre lo stesso problema di altri. Nella nuova giunta, però, si potrebbe far ricorso a degli assessori tecnici, come già successo in passato nel corso del governo Tarantini.
Cosa pensa di un possibile ricorso ad un nuovo direttore generale?
Era un'idea inserita nel programma. Se ne può riparlare.
I candidati non mancano: da Visibelli ad Affatato.
Visibelli è l'unica persona che conosce alla perfezione la macchina amministrativa comunale, che sa studiare bene i provvedimenti. Sarebbe senz'altro capace di svolgere quel ruolo.
Guardiamo oltre il Pug. Cosa fare per Trani?
L'amministrazione deve lavorare sulle urgenze. Oltre alle strade, auspico la risoluzione del problema delle occupazioni di suolo pubblico sul porto che si è ripresentato qualche settimana fa. Pensavo fosse stato tutto risolto col regolamento redatto l'anno scorso.
E invece?
Invece nulla. Quel regolamento prevedeva la redazione di 22 progetti d'ambito per il centro storico, mai fatti. Senza di quelli, la Sovrintendenza non potrà mai dare l'assenso per i dehors. Con l'avvicinarsi dell'estate il problema si ripropone e la politica deve farsi carico di risolverlo. Il porto rappresenta la prima attrattiva della città, merita tutta l'attenzione del caso.
Sviluppo del porto e dei suoi servizi. In passato abbiamo stipulato una convenzione con Italia Navigando, poi son spuntati degli imprenditori privati pronti a farsi carico di un progetto di ingrandimento, adesso pare sia tornata in auge la prima soluzione. Giusto insistere?
L'area portuale è il fulcro della città di Trani. La nostra città è conosciuta per il porto. Sulle scelte fatte, va detto che tutte le amministrazioni possono sbagliare, anche quelle più capaci. Le amministrazioni che non fanno nulla sono quelle governate dal centrosinistra. E non è il nostro caso.
Oltre ai problemi del porto, a cos'altro darebbe priorità?
Alla risoluzione dei problemi economici. Se non si affronta e supera questo scoglio, possiamo solo parlare d'aria fritta.