Un caffè con...
Un Caffè con Beppe Corrado
Le interviste del direttore di traniweb
sabato 14 marzo 2009
Per diversi anni ha fatto vita politica all'interno di una segreteria. Da un paio, invece, è schierato in prima linea, con un bel carico di responsabilità.
La mia storia politica in Forza Italia ha inizio nel 1998. Ho seguito un percorso lineare: prima un impegno a livello giovanile, quindi la nomina all'interno del direttivo cittadino, infine quella di commissario prima e di coordinatore poi. L'elezione a consigliere comunale è stato un grande privilegio. La differenza fra la vita di segreteria e quella da uomo delle Istituzioni è sostanziale. Ritengo che l'attività vada fatta in maniera continuativa, ogni giorno, tutto l'anno, a prescindere dal ruolo. Il lavoro negli ultimi anni non è stato affatto semplice, per via dei notevoli cambiamenti che si sono verificati in Forza Italia e delle continue evoluzioni nello scenario politico. Forza Italia ha sempre mostrato, sempre e comunque, forza ed organizzazione.
Che conseguenze ha avuto il terremoto scatenato dall'addio di Laurora a Forza Italia?
Più che un terremoto è stato uno tsunami, è inutile negarlo. La scelta, autonoma, fatta da Carlo Laurora ha generato, in noi e soprattutto negli elettori, un grande disagio. A quasi un anno dal suo addio vorrei sottolineare come Forza Italia abbia mantenuto inalterato il numero dei consiglieri comunali. Credo sia un dato estremamente positivo da rimarcare. La scelta politica di Laurora non è stata condivisa né dal partito e né da quel gruppo storico che gli aveva consentito di raggiungere determinati obiettivi. Laurora, per anni, è stato l'espressione di un intero gruppo e di un'intera classe dirigente. Senza il nostro sostegno non sarebbe mai arrivato lì dov'è arrivato, non sarebbe mai diventato il primo consigliere regionale tranese della storia. Quel progetto politico, che vedeva in lui la massima espressione, va avanti lo stesso. Quel gruppo storico, a lui vicino in passato, continua a sostenere con forza le ragioni del centrodestra ed è parte attiva nella costituzione del PdL. Chiudo ribadendo che, l'addio di Laurora a Forza Italia, ha creato grande scompiglio soprattutto fra gli elettori. Adesso dovrà essere lui a spiegare, in campagna elettorale, il perché di una scelta che non può essere definita come un semplice cambio di casacca, bensì come una vera e propria capriola.
Scelte politiche a parte, anche i rapporti personali si sono deteriorati. Lei ha criticato Laurora in Consiglio Comunale, Laurora ha risposto dandoLe del cavallo di Caligola.
Non voglio entrare in polemica sulla storia del cavallo di Caligola. In quell'intervento in Consiglio Comunale non volevo attaccare Carlo Laurora dal punto di vista personale. Nutro nei suoi confronti ancora grande rispetto e stima. Il mio intervento era di natura esclusivamente politica. Trani non è ben rappresentata a livello regionale. Ed è un dato innegabile che trova conferma nel caso dell'ospedale o nel caso dell'Ecoerre. Laurora doveva tutelare maggiormente gli interessi del territorio e della città. Ripeto: è un rimprovero al politico, non all'uomo. E la vicenda dell'ospedale è emblematica.
Il sindaco Tarantini, nei giorni scorsi, ha denunciato trattamenti differenti fra Trani e Bisceglie. Le rilancio la provocazione del primo cittadino: Trani è Brasilia e Bisceglie Rio de Janeiro?
Non possiamo certo condannare il comportamento di chi, a livello regionale, riesce a difende gli interessi del proprio ospedale a discapito del nostro. Al contrario di Bisceglie, Trani non è stata tutelata. Non è solo colpa di Laurora, ci mancherebbe, ma in quattro anni è stato fatto ben poco in difesa di interessi locali più che legittimi. Adesso Laurora ha sposato la causa dell'ospedale unico, un'autentica barzelletta. La realtà dice altro: il centrosinistra aveva vinto le elezioni regionali promettendo una rivoluzione nel campo della sanità e la riapertura dei reparti nell'ospedale di Trani. Nulla è stato fatto. Non solo: vogliamo parlare dei lavori al pronto soccorso e del sequestro fatto nelle scorse settimane al cantiere? Sulla vicenda, sottolineo l'assurdo l'atteggiamento del Pd. Anziché difendere la diginità dell'ospedale, il Partito Democartico ha cercato di spostare il tiro su altro, limitandosi a denunciare la presenza di altre discariche a cielo aperto in città ed una diseguaglianza di trattamento.
Non solo: sul sequestro, il Pd ha denunciato una sorta di regia politica.
Quel cantiere è uno schiaffo alla città, altro che regia politica. La sinistra, d'altronde, è sempre stata brava a scaricare sugli altri le proprie responsabilità politiche. Analogo atteggiamento lo si può riscontare su altre questioni, ad esempio la vicenda Ecoerre. Il sottoscritto aveva già lanciato nell'ottobre del 2007. A gennaio di quell'anno, la Regione, nel piano di gestione dei rifiuti, aveva previsto la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali nel territorio di Trani. Quella scelta ha consentito alla ditta Ecoerre di poter riavviare l'iter per ottenere l'autorizzazione. La Regione ed alcuni partiti di sinistra, dopo la mia denuncia, avevano cercato goffamente di smentire. Qualche giorno fa, ecco spuntare il comunicato dei Verdi, pronti ad ergersi paladini della situazione ed a scaricare sull'amministrazione Tarantini la responsabilità politica di ostacolare il nuovo arrembaggio della società Ecoerre.
Intanto, la Provincia ha scaricato su Trani un bel quantitativo di tonnellate di rifiuti in più, imponendo la decisione di accogliere in discarica i rifiuti del Bacino Bari 4. E dietro l'angolo c'è lo spettro di doversi sobbarcare anche l'immondizia del barese.
Siamo di fronte al totale fallimento del piano dei rifiuti della giunta Vendola. Attraverso una società partecipata comunale, avevamo partecipato ad un bando per la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione che la Regione ha poi bloccato. Oggi vengono a parlarci di emergenza e di realizzazione di nuove discariche, ci informano, come se nulla fosse, che i rifiuti vengono bruciati in una cementeria a Barletta. Vorrei invitare l'opposizione a ribellarsi contro queste decisioni anziché inscenare forme di protesta inutili coem quella sull'abbattimento di una ciminiera pericolante, per di più presente in un'area privata. Sul caso rifiuti, il centrosinistra continua a sostenere la tesi dell'incremento della raccolta differenziata a grandi livelli, ma sappiamo bene che è solo utopia. E' impossibile poter raggiungere gli standard immaginati dalla Regione, il mercato stesso non sarebbe in grado di recepire un'offerta del genere. Quando ho fatto il consigliere all'Amiu, ho potuto constatare che, una volta superati certi limiti, i rifiuti differenziati vengono portati in discarica al pari degli altri. Anche i propositi di far partire una raccolta "porta a porta" restano su carta: avete idea di quanto possa costare un servizio del genere? Cerchiamo di essere realisti e di affrontare l'argomento seriamente: andando avanti così, la nostra discarica ben presto arriverà al limite. E poi? Dove metteremo i rifiuti? Per strada?
La differenziata è ferma al 10%. La discarica si sta riempiendo a dismisura. Non ci sono tanti soldi e, senza soldi, diventa difficile programmare. Se poi all'Amiu l'amministratore delegato rimette le deleghe, decidere ed agire diventa più complicato.
Mi auguro che questo problema venga affrontato e risolto quanto prima. L'Amiu ha bisogno di un amministratore delegato per poter programmare un futuro importante. Non dimentichiamoci che, a breve, cambierà la normativa in materia di affidamento in house del servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti. L'Amiu, unica azienda a capitale totalmente pubblico, potrebbe diventare capofila di un ipotetico progetto consortile al servizio dei Comuni dell'Ato.
Capitolo ricicleria.
Credo si stia per scrivere la parola fine su questa annosa vicenda. I problemi erano dovuti a dei contenziosi legati alla progettazione. Ho ricevuto rassicurazioni dalla dirigenza del Comune e dall'Amiu. Ma la ricicleria non basterà a risolvere tutti i problemi.
Torniamo ad occuparci di politica spicciola. Laurora a parte, nell'ultimo anno, ha dovuto fare i conti con tanti oppositori e tante critiche. Una parte del direttivo del partito di Forza Italia Le ha rimproverato una linea politica troppo accomodamente nei confronti di Alleanza Nazionale. Forza Italia è palesemente sottodimensionata nelle Istituzioni locali, ha scelto uomini che non sono espressione dell'intero partito, in alcuni casi espressione diretta di chi non è più nel partito.
Le critiche ci stanno. Se poi sono costruttive, possono essere d'aiuto per una crescita, personale e politica. In un grande partito come il nostro, convivono tante anime e tante correnti. C'è una corrente maggioritaria e ce n'è un'altra minoritaria che ha tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni. Non sono d'accordo con chi mi accusa di una linea politica conciliante nei confronti di Alleanza Nazionale. Sia Alleanza Nazionale che Forza Italia, d'altronde, sono alla fine del loro cammino. Adesso esiste un unico grande partito che si chiama Pdl. Qualche politico, evidentemente, non l'ha ancora capito. La ripartizione iniziale degli incarichi di governo, invece, ha sofferto dell'attribuzione a Forza Italia della direzione generale. Stiamo aspettando, come tutti, una ridefinizione dell'assetto politico locale, sia per ciò che riguarda la giunta, sia per ciò che riguarda gli uomini all'interno delle municipalizzate, alla luce delle ultime evoluzioni politiche. Vorrei precisare che Forza Italia, già ora, è ben rappresentata nelle due aziende.In attesa della nascita ufficiale del Pdl, ragioniamo sul caso Forza Italia. Il partito ha 11 consiglieri e potrebbe ambire ad almeno 3 assessorati. Quando si discuterà il rimpasto, avanzerete questa richiesta?
Sul numero degli assessorati da assegnare a Forza Italia non credo ci siano dubbi. Ma non è questa la nostra principale ambizione. La politica non è solo una questione di numeri e di visibilità. Forza Italia, così come tutti gli altri partiti della coalizione, deve pensare al risultato, ossia a lavorare su progetti comuni per la crescita della città.
L'attuale giunta presenta delle anomalie piuttosto evidenti: l'Udc ed il Partito Repubblicano, per esempio, non hanno più consiglieri ma hanno degli assessori.
Approfitto dell'argomento per formulare gli auguri ai colleghi Riserbato e Di Leo per il passaggio nella Puglia Prima di Tutto. Con questo gesto hanno dimostrato grande coerenza rispetto ai valori del centrodestra. Già da diverso tempo avevo posto il problema al sindaco ed al resto della coalizione. Non aveva più senso continuare ad avere in maggioranza un partito come l'Udc, fuori dal centrodestra ed oggi impegnato nella campagna elettorale per le Provinciali al fianco di un candidato presidente di sinistra. L'anomalia che Lei ha evidenziato è nei fatti ed interessa anche gli amici del Partito Repubblicano. L'assetto va rivisto attraverso una discussione da portare all'attenzione del tavolo politico a cui siedono tutti i partiti che sostengono l'amministrazione.
Se D'Ambrosio non dovesse più trovare spazio in giunta, a Lei forse non dispiacerebbe. Ricordo che in Consiglio ha duramente contestato le dichiarazioni rilasciate dall'assessore al "Caffè Con".
L'unica osservazione di D'Ambrosio che ho condiviso è quella della necessità di un rinnovamento della classe politica. Così come per Laurora, anche a Tony D'Ambrosio ho mosso delle critiche di natura esclusivamente politica. Non condividevo assolutamente l'idea di realizzare una Beauty Farm nel Monastero di Colonna, ma soprattutto non avevo accettato le accuse mosse nei confronti dell'attuale classe politica. Nulla di personale, ripeto. D'Ambrosio ha lavorato bene ma ha peccato di inesperienza in alcune uscite. Adesso è anche esponente di spicco di un movimento civico. Siamo curiosi di sapere quale posizione andrà ad occupare con il suo Buonvento.
Siamo andati a controllare i dati relativi alle presenze in giunta. Il maggior numero di assenze le hanno collezionate le due donne presenti nell'esecutivo, la Cicolani e la Valente che è di Forza Italia.
Sono dati di cui non ho contezza. L'avvocato Paola Valente in questi due anni ha dimostrato grande senso di responsabilità, ha fatto un ottimo lavoro. Non aveva esperienza amministrativa, abbiamo cercato di guidarla nel percorso. Toccherà al partito, al momento opportuno, tirare le somme e fare delle scelte.
De Toma invece gode della sua fiducia incondizionata.
Qualcuno dimentica il grande caos che regnava a Trani nel settore urbanistico, con i giudici chiamati a decidere a suon di ricorsi le modalità di costruzione. De Toma in questi anni ha avuto il grande merito politico di aver portato a termine due obiettivi fondamentali per la città e per l'amministrazione come il Contratto di Quartiere ed il Piano urbanistico generale, la cui approvazione definitiva è ormai vicinissima. Il suo lavoro, al pari di quello svolto da tutti i dipendenti dell'ufficio tecnico comunale, è stato ottimo.
Se la sentisse De Simone…
Il professor De Simone è un uomo di grande esperienza. Quando ha fatto il capogruppo di Forza Italia è stato un valore aggiunto per tutti noi, ha saputo guidare al meglio un gruppo consiliare molto giovane. Nell'ultimo periodo qualcosa si è rotto ed ha cominciato a muovere delle critiche sia al sottoscritto che all'assessore. Esternazioni legittime ma che non condivido. De Simone, evidentemente, ha fatto una scelta di campo. Ben inteso, è libero di porsi in maniera critica nei miei confronti, nei confronti dei provvedimenti dell'assessorato all'urbanistica, nei confronti dell'amministrazione.
Che faccia ha fatto quando ha letto il comunicato della IV commissione in cui la accusavano di protagonismo per la storia sull'Ospedaletto?
Non le nascondo che ci sono rimasto male e non solo per i contenuti della nota. La questione in sé, si è risolta nel giro di poche ore in virtù di un rapporto di amicizia e di rispetto che mi lega sia ad i componenti della commissione che, soprattutto, al presidente, Giuseppe Forni. Possono accusarmi di tutto ma non certo di essere una persona affetta da protagonismo. Cerco sempre di lavorare nell'interesse della città e per il bene di questa maggioranza. Sul caso specifico, non ero assolutamente a conoscenza dell'attività che stava svolgendo la IV Commissione sull'Ospedaletto. L'ho scoperto in seguito e devo riconoscere che è stato fatto un gran lavoro. Non essendo capogruppo, non leggo i verbali delle commissioni consiliari. Il mio intervento nasceva da diverse segnalazioni che mi avevano fatto i cittadini. Essendo papà, ho portato le mie due bambine a fare delle vaccinazioni ed ho scoperto che le segnalazioni erano rispondenti al vero. Da tranese, mi son sentito in dovere di denunciare la situazione di degrado in cui versa una struttura che, paradossalmente, è preposta a rilasciare autorizzazioni igieniche e sanitarie.
Denunciamo i torti per l'Ospedale, denunciamo i problemi dell'Ospedaletto, denunciamo i problemi dei rifiuti. Nessuno ci ascolta però.
Vero. Dobbiamo essere più presenti all'interno delle Istituzioni che contano. Lo dicevo all'inizio dell'intervista. Trani oggi si sente abbandonata, tradita. Dobbiamo rimboccarci le maniche, guardare alle prossime elezioni Provinciali lavorando per incrementare la nostra rappresentanza negli Enti sovracomunali.
La Provincia che nasce è un Ente che conta?
Ce lo auguriamo. Intanto la campagna elettorale è già partita. Chiedo ai cittadini di diffidare di quelli che stanno promettendo posti di lavoro nella nuova Provincia. La Bat nasce per tutelare gli interessi del nord barese, area geografica completamente abbandonata da Bari, considerata dal capoluogo un territorio di serie B nonostante vi siano grandi realtà, come Trani, Barletta ed Andria. Un esempio su tutti: l'allargamento della Trani-Andria. Alcuni anni fa, fu annunciato trionfalmente un accordo di programma fra la Provincia ed i due Comuni per dare il via ai lavori. Fu stanziato un milione di euro, utilizzato – ed è bene che i tranesi lo sappiano – per pagare i progettisti scelti dall'amministrazione provinciale. Le grandi promesse fatte dalla giunta Divella si sono, dunque, rivelate tali. Potremmo parlare anche degli edifici scolastici. Qualcuno ha raccontato la barzelletta della possibilità di costruire in città, ad opera della Provincia, una nuova scuola da realizzare su un terreno che il Comune avrebbe dovuto mettere a disposizione. L'amministrazione ha indicato come struttura quella del liceo Psicopedagogico, ma la Provincia l'ha ritenuta una scelta inidonea, decidendo poi di vendere quello stabile a privati per altri usi. Scandaloso.
Lei si candida?
Sono a disposizione del partito che si riunirà a breve per decidere le candidature.
Ma a Lei piacerebbe candidarsi?
Una cosa è l'ambizione personale, un'altra il mantenimento degli equilibri di partito. In questa campagna elettorale, sarà fondamentale che il PdL candidi nei quattro collegi altrettanti candidati forti, rappresentativi. Per quanto riguarda Forza Italia, credo che il primo a doversi candidare debba essere il più suffragato della lista alle ultime amministrative. L'attuale presidente del Consiglio Comunale ha dimostrato in questi anni un grande senso di appartenenza al partito, rappresenta la massima carica azzurra in ambito locale. La disponibilità a candidarsi del presidente Di Marzio sarebbe importante per il buon risultato elettorale di tutto il PdL. Questa, però, è una considerazione mia personale.
Se lo stesso meccanismo lo applicasse Alleanza Nazionale, il candidato ideale sarebbe Stefano Di Modugno.
Non mi faccia far nomi e non mi faccia entrare in casa altrui.
Quanti collegi spettano a Forza Italia?
Salvo diverse disposizioni degli organi provinciali, a Forza Italia spetterebbero tre collegi su quattro. L'altro andrebbe ad Alleanza Nazionale.
Ma gli altri partiti dell'area PdL accetteranno supinamente di concorrere all'elezione senza poter esprimere un proprio candidato?
Ci sarà un tavolo di concertazione che deciderà. Dobbiamo attendere il 27 ed il 28 marzo, date che segneranno ufficialmente la nascita del PdL, quindi vedremo quali forze politiche confluiranno al suo interno. Solo allora potremo trarre delle considerazioni in merito. I quattro candidati saranno di certo i migliori possibili.
Se Lei dovesse essere scelto fra i quattro candidati del PdL, sarebbe spaventato dall'idea di finire nel collegio dove è candidato Laurora?
Perché mi dovrebbe spaventare? Correremmo su binari differenti: io sosterrei le politiche del centrodestra mentre lui sarà costretto a spiegare perché sta sostenendo un candidato di sinistra.
Chiudiamo con Amet. Due riflessioni: la prima sull'operazione di acquisto del pacchetto clienti da parte di Elgasud, la seconda sulle critiche alle precedenti amministrazioni dell'azienda.
Mi sento in dovere di difendere sia l'attuale che il precedente management di Amet. Dobbiamo dire le cose come stanno: una delle maggiori sciagure in cui è incappata Amet è stato l'acquisto del ramo Enel nel 2002, costato 30 miliardi. Un'operazione che ha svuotato la cassaforte dell'azienda. La rete si è dimostrata nei fatti obsoleta, non a caso in questo periodo il management sta provvedendo alla sostituzione di cavi del 1950. Difendo con forza l'operato di chi ha lavorato e sta lavorando per Amet: voglio ricordare alcuni provvedimenti importanti come quello di partecipare al bando per la realizzazione del termovalorizzatore che sarebbe stato fondamentale per la sopravvivenza dell'azienda. Amet non ha mai avuto particolari difficoltà di sorta fino a quando non c'è stata la liberalizzazione dell'energia elettrica. Oggi Amet è costretta dall'Authority a rivendere energia elettrica ad un prezzo normalmente più basso rispetto a quello d'acquisto. Amet è ad un bivio: o torna a produrre energia elettrica o saranno dolori. Ecco perché la scelta del termovalorizzatore era strategica. Sulla vicenda Elgasud, preciso che non si tratta di una vendita ma di un trasferimento di competenze nell'interesse esclusivo dell'azienda. L'argomento verrà discusso in maniera più articolata in una prossima riunione di maggioranza con il management.
La mia storia politica in Forza Italia ha inizio nel 1998. Ho seguito un percorso lineare: prima un impegno a livello giovanile, quindi la nomina all'interno del direttivo cittadino, infine quella di commissario prima e di coordinatore poi. L'elezione a consigliere comunale è stato un grande privilegio. La differenza fra la vita di segreteria e quella da uomo delle Istituzioni è sostanziale. Ritengo che l'attività vada fatta in maniera continuativa, ogni giorno, tutto l'anno, a prescindere dal ruolo. Il lavoro negli ultimi anni non è stato affatto semplice, per via dei notevoli cambiamenti che si sono verificati in Forza Italia e delle continue evoluzioni nello scenario politico. Forza Italia ha sempre mostrato, sempre e comunque, forza ed organizzazione.
Che conseguenze ha avuto il terremoto scatenato dall'addio di Laurora a Forza Italia?
Più che un terremoto è stato uno tsunami, è inutile negarlo. La scelta, autonoma, fatta da Carlo Laurora ha generato, in noi e soprattutto negli elettori, un grande disagio. A quasi un anno dal suo addio vorrei sottolineare come Forza Italia abbia mantenuto inalterato il numero dei consiglieri comunali. Credo sia un dato estremamente positivo da rimarcare. La scelta politica di Laurora non è stata condivisa né dal partito e né da quel gruppo storico che gli aveva consentito di raggiungere determinati obiettivi. Laurora, per anni, è stato l'espressione di un intero gruppo e di un'intera classe dirigente. Senza il nostro sostegno non sarebbe mai arrivato lì dov'è arrivato, non sarebbe mai diventato il primo consigliere regionale tranese della storia. Quel progetto politico, che vedeva in lui la massima espressione, va avanti lo stesso. Quel gruppo storico, a lui vicino in passato, continua a sostenere con forza le ragioni del centrodestra ed è parte attiva nella costituzione del PdL. Chiudo ribadendo che, l'addio di Laurora a Forza Italia, ha creato grande scompiglio soprattutto fra gli elettori. Adesso dovrà essere lui a spiegare, in campagna elettorale, il perché di una scelta che non può essere definita come un semplice cambio di casacca, bensì come una vera e propria capriola.
Scelte politiche a parte, anche i rapporti personali si sono deteriorati. Lei ha criticato Laurora in Consiglio Comunale, Laurora ha risposto dandoLe del cavallo di Caligola.
Non voglio entrare in polemica sulla storia del cavallo di Caligola. In quell'intervento in Consiglio Comunale non volevo attaccare Carlo Laurora dal punto di vista personale. Nutro nei suoi confronti ancora grande rispetto e stima. Il mio intervento era di natura esclusivamente politica. Trani non è ben rappresentata a livello regionale. Ed è un dato innegabile che trova conferma nel caso dell'ospedale o nel caso dell'Ecoerre. Laurora doveva tutelare maggiormente gli interessi del territorio e della città. Ripeto: è un rimprovero al politico, non all'uomo. E la vicenda dell'ospedale è emblematica.
Il sindaco Tarantini, nei giorni scorsi, ha denunciato trattamenti differenti fra Trani e Bisceglie. Le rilancio la provocazione del primo cittadino: Trani è Brasilia e Bisceglie Rio de Janeiro?
Non possiamo certo condannare il comportamento di chi, a livello regionale, riesce a difende gli interessi del proprio ospedale a discapito del nostro. Al contrario di Bisceglie, Trani non è stata tutelata. Non è solo colpa di Laurora, ci mancherebbe, ma in quattro anni è stato fatto ben poco in difesa di interessi locali più che legittimi. Adesso Laurora ha sposato la causa dell'ospedale unico, un'autentica barzelletta. La realtà dice altro: il centrosinistra aveva vinto le elezioni regionali promettendo una rivoluzione nel campo della sanità e la riapertura dei reparti nell'ospedale di Trani. Nulla è stato fatto. Non solo: vogliamo parlare dei lavori al pronto soccorso e del sequestro fatto nelle scorse settimane al cantiere? Sulla vicenda, sottolineo l'assurdo l'atteggiamento del Pd. Anziché difendere la diginità dell'ospedale, il Partito Democartico ha cercato di spostare il tiro su altro, limitandosi a denunciare la presenza di altre discariche a cielo aperto in città ed una diseguaglianza di trattamento.
Non solo: sul sequestro, il Pd ha denunciato una sorta di regia politica.
Quel cantiere è uno schiaffo alla città, altro che regia politica. La sinistra, d'altronde, è sempre stata brava a scaricare sugli altri le proprie responsabilità politiche. Analogo atteggiamento lo si può riscontare su altre questioni, ad esempio la vicenda Ecoerre. Il sottoscritto aveva già lanciato nell'ottobre del 2007. A gennaio di quell'anno, la Regione, nel piano di gestione dei rifiuti, aveva previsto la realizzazione di una discarica per rifiuti speciali nel territorio di Trani. Quella scelta ha consentito alla ditta Ecoerre di poter riavviare l'iter per ottenere l'autorizzazione. La Regione ed alcuni partiti di sinistra, dopo la mia denuncia, avevano cercato goffamente di smentire. Qualche giorno fa, ecco spuntare il comunicato dei Verdi, pronti ad ergersi paladini della situazione ed a scaricare sull'amministrazione Tarantini la responsabilità politica di ostacolare il nuovo arrembaggio della società Ecoerre.
Intanto, la Provincia ha scaricato su Trani un bel quantitativo di tonnellate di rifiuti in più, imponendo la decisione di accogliere in discarica i rifiuti del Bacino Bari 4. E dietro l'angolo c'è lo spettro di doversi sobbarcare anche l'immondizia del barese.
Siamo di fronte al totale fallimento del piano dei rifiuti della giunta Vendola. Attraverso una società partecipata comunale, avevamo partecipato ad un bando per la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione che la Regione ha poi bloccato. Oggi vengono a parlarci di emergenza e di realizzazione di nuove discariche, ci informano, come se nulla fosse, che i rifiuti vengono bruciati in una cementeria a Barletta. Vorrei invitare l'opposizione a ribellarsi contro queste decisioni anziché inscenare forme di protesta inutili coem quella sull'abbattimento di una ciminiera pericolante, per di più presente in un'area privata. Sul caso rifiuti, il centrosinistra continua a sostenere la tesi dell'incremento della raccolta differenziata a grandi livelli, ma sappiamo bene che è solo utopia. E' impossibile poter raggiungere gli standard immaginati dalla Regione, il mercato stesso non sarebbe in grado di recepire un'offerta del genere. Quando ho fatto il consigliere all'Amiu, ho potuto constatare che, una volta superati certi limiti, i rifiuti differenziati vengono portati in discarica al pari degli altri. Anche i propositi di far partire una raccolta "porta a porta" restano su carta: avete idea di quanto possa costare un servizio del genere? Cerchiamo di essere realisti e di affrontare l'argomento seriamente: andando avanti così, la nostra discarica ben presto arriverà al limite. E poi? Dove metteremo i rifiuti? Per strada?
La differenziata è ferma al 10%. La discarica si sta riempiendo a dismisura. Non ci sono tanti soldi e, senza soldi, diventa difficile programmare. Se poi all'Amiu l'amministratore delegato rimette le deleghe, decidere ed agire diventa più complicato.
Mi auguro che questo problema venga affrontato e risolto quanto prima. L'Amiu ha bisogno di un amministratore delegato per poter programmare un futuro importante. Non dimentichiamoci che, a breve, cambierà la normativa in materia di affidamento in house del servizio di smaltimento e raccolta dei rifiuti. L'Amiu, unica azienda a capitale totalmente pubblico, potrebbe diventare capofila di un ipotetico progetto consortile al servizio dei Comuni dell'Ato.
Capitolo ricicleria.
Credo si stia per scrivere la parola fine su questa annosa vicenda. I problemi erano dovuti a dei contenziosi legati alla progettazione. Ho ricevuto rassicurazioni dalla dirigenza del Comune e dall'Amiu. Ma la ricicleria non basterà a risolvere tutti i problemi.
Torniamo ad occuparci di politica spicciola. Laurora a parte, nell'ultimo anno, ha dovuto fare i conti con tanti oppositori e tante critiche. Una parte del direttivo del partito di Forza Italia Le ha rimproverato una linea politica troppo accomodamente nei confronti di Alleanza Nazionale. Forza Italia è palesemente sottodimensionata nelle Istituzioni locali, ha scelto uomini che non sono espressione dell'intero partito, in alcuni casi espressione diretta di chi non è più nel partito.
Le critiche ci stanno. Se poi sono costruttive, possono essere d'aiuto per una crescita, personale e politica. In un grande partito come il nostro, convivono tante anime e tante correnti. C'è una corrente maggioritaria e ce n'è un'altra minoritaria che ha tutto il diritto di esprimere le proprie opinioni. Non sono d'accordo con chi mi accusa di una linea politica conciliante nei confronti di Alleanza Nazionale. Sia Alleanza Nazionale che Forza Italia, d'altronde, sono alla fine del loro cammino. Adesso esiste un unico grande partito che si chiama Pdl. Qualche politico, evidentemente, non l'ha ancora capito. La ripartizione iniziale degli incarichi di governo, invece, ha sofferto dell'attribuzione a Forza Italia della direzione generale. Stiamo aspettando, come tutti, una ridefinizione dell'assetto politico locale, sia per ciò che riguarda la giunta, sia per ciò che riguarda gli uomini all'interno delle municipalizzate, alla luce delle ultime evoluzioni politiche. Vorrei precisare che Forza Italia, già ora, è ben rappresentata nelle due aziende.In attesa della nascita ufficiale del Pdl, ragioniamo sul caso Forza Italia. Il partito ha 11 consiglieri e potrebbe ambire ad almeno 3 assessorati. Quando si discuterà il rimpasto, avanzerete questa richiesta?
Sul numero degli assessorati da assegnare a Forza Italia non credo ci siano dubbi. Ma non è questa la nostra principale ambizione. La politica non è solo una questione di numeri e di visibilità. Forza Italia, così come tutti gli altri partiti della coalizione, deve pensare al risultato, ossia a lavorare su progetti comuni per la crescita della città.
L'attuale giunta presenta delle anomalie piuttosto evidenti: l'Udc ed il Partito Repubblicano, per esempio, non hanno più consiglieri ma hanno degli assessori.
Approfitto dell'argomento per formulare gli auguri ai colleghi Riserbato e Di Leo per il passaggio nella Puglia Prima di Tutto. Con questo gesto hanno dimostrato grande coerenza rispetto ai valori del centrodestra. Già da diverso tempo avevo posto il problema al sindaco ed al resto della coalizione. Non aveva più senso continuare ad avere in maggioranza un partito come l'Udc, fuori dal centrodestra ed oggi impegnato nella campagna elettorale per le Provinciali al fianco di un candidato presidente di sinistra. L'anomalia che Lei ha evidenziato è nei fatti ed interessa anche gli amici del Partito Repubblicano. L'assetto va rivisto attraverso una discussione da portare all'attenzione del tavolo politico a cui siedono tutti i partiti che sostengono l'amministrazione.
Se D'Ambrosio non dovesse più trovare spazio in giunta, a Lei forse non dispiacerebbe. Ricordo che in Consiglio ha duramente contestato le dichiarazioni rilasciate dall'assessore al "Caffè Con".
L'unica osservazione di D'Ambrosio che ho condiviso è quella della necessità di un rinnovamento della classe politica. Così come per Laurora, anche a Tony D'Ambrosio ho mosso delle critiche di natura esclusivamente politica. Non condividevo assolutamente l'idea di realizzare una Beauty Farm nel Monastero di Colonna, ma soprattutto non avevo accettato le accuse mosse nei confronti dell'attuale classe politica. Nulla di personale, ripeto. D'Ambrosio ha lavorato bene ma ha peccato di inesperienza in alcune uscite. Adesso è anche esponente di spicco di un movimento civico. Siamo curiosi di sapere quale posizione andrà ad occupare con il suo Buonvento.
Siamo andati a controllare i dati relativi alle presenze in giunta. Il maggior numero di assenze le hanno collezionate le due donne presenti nell'esecutivo, la Cicolani e la Valente che è di Forza Italia.
Sono dati di cui non ho contezza. L'avvocato Paola Valente in questi due anni ha dimostrato grande senso di responsabilità, ha fatto un ottimo lavoro. Non aveva esperienza amministrativa, abbiamo cercato di guidarla nel percorso. Toccherà al partito, al momento opportuno, tirare le somme e fare delle scelte.
De Toma invece gode della sua fiducia incondizionata.
Qualcuno dimentica il grande caos che regnava a Trani nel settore urbanistico, con i giudici chiamati a decidere a suon di ricorsi le modalità di costruzione. De Toma in questi anni ha avuto il grande merito politico di aver portato a termine due obiettivi fondamentali per la città e per l'amministrazione come il Contratto di Quartiere ed il Piano urbanistico generale, la cui approvazione definitiva è ormai vicinissima. Il suo lavoro, al pari di quello svolto da tutti i dipendenti dell'ufficio tecnico comunale, è stato ottimo.
Se la sentisse De Simone…
Il professor De Simone è un uomo di grande esperienza. Quando ha fatto il capogruppo di Forza Italia è stato un valore aggiunto per tutti noi, ha saputo guidare al meglio un gruppo consiliare molto giovane. Nell'ultimo periodo qualcosa si è rotto ed ha cominciato a muovere delle critiche sia al sottoscritto che all'assessore. Esternazioni legittime ma che non condivido. De Simone, evidentemente, ha fatto una scelta di campo. Ben inteso, è libero di porsi in maniera critica nei miei confronti, nei confronti dei provvedimenti dell'assessorato all'urbanistica, nei confronti dell'amministrazione.
Che faccia ha fatto quando ha letto il comunicato della IV commissione in cui la accusavano di protagonismo per la storia sull'Ospedaletto?
Non le nascondo che ci sono rimasto male e non solo per i contenuti della nota. La questione in sé, si è risolta nel giro di poche ore in virtù di un rapporto di amicizia e di rispetto che mi lega sia ad i componenti della commissione che, soprattutto, al presidente, Giuseppe Forni. Possono accusarmi di tutto ma non certo di essere una persona affetta da protagonismo. Cerco sempre di lavorare nell'interesse della città e per il bene di questa maggioranza. Sul caso specifico, non ero assolutamente a conoscenza dell'attività che stava svolgendo la IV Commissione sull'Ospedaletto. L'ho scoperto in seguito e devo riconoscere che è stato fatto un gran lavoro. Non essendo capogruppo, non leggo i verbali delle commissioni consiliari. Il mio intervento nasceva da diverse segnalazioni che mi avevano fatto i cittadini. Essendo papà, ho portato le mie due bambine a fare delle vaccinazioni ed ho scoperto che le segnalazioni erano rispondenti al vero. Da tranese, mi son sentito in dovere di denunciare la situazione di degrado in cui versa una struttura che, paradossalmente, è preposta a rilasciare autorizzazioni igieniche e sanitarie.
Denunciamo i torti per l'Ospedale, denunciamo i problemi dell'Ospedaletto, denunciamo i problemi dei rifiuti. Nessuno ci ascolta però.
Vero. Dobbiamo essere più presenti all'interno delle Istituzioni che contano. Lo dicevo all'inizio dell'intervista. Trani oggi si sente abbandonata, tradita. Dobbiamo rimboccarci le maniche, guardare alle prossime elezioni Provinciali lavorando per incrementare la nostra rappresentanza negli Enti sovracomunali.
La Provincia che nasce è un Ente che conta?
Ce lo auguriamo. Intanto la campagna elettorale è già partita. Chiedo ai cittadini di diffidare di quelli che stanno promettendo posti di lavoro nella nuova Provincia. La Bat nasce per tutelare gli interessi del nord barese, area geografica completamente abbandonata da Bari, considerata dal capoluogo un territorio di serie B nonostante vi siano grandi realtà, come Trani, Barletta ed Andria. Un esempio su tutti: l'allargamento della Trani-Andria. Alcuni anni fa, fu annunciato trionfalmente un accordo di programma fra la Provincia ed i due Comuni per dare il via ai lavori. Fu stanziato un milione di euro, utilizzato – ed è bene che i tranesi lo sappiano – per pagare i progettisti scelti dall'amministrazione provinciale. Le grandi promesse fatte dalla giunta Divella si sono, dunque, rivelate tali. Potremmo parlare anche degli edifici scolastici. Qualcuno ha raccontato la barzelletta della possibilità di costruire in città, ad opera della Provincia, una nuova scuola da realizzare su un terreno che il Comune avrebbe dovuto mettere a disposizione. L'amministrazione ha indicato come struttura quella del liceo Psicopedagogico, ma la Provincia l'ha ritenuta una scelta inidonea, decidendo poi di vendere quello stabile a privati per altri usi. Scandaloso.
Lei si candida?
Sono a disposizione del partito che si riunirà a breve per decidere le candidature.
Ma a Lei piacerebbe candidarsi?
Una cosa è l'ambizione personale, un'altra il mantenimento degli equilibri di partito. In questa campagna elettorale, sarà fondamentale che il PdL candidi nei quattro collegi altrettanti candidati forti, rappresentativi. Per quanto riguarda Forza Italia, credo che il primo a doversi candidare debba essere il più suffragato della lista alle ultime amministrative. L'attuale presidente del Consiglio Comunale ha dimostrato in questi anni un grande senso di appartenenza al partito, rappresenta la massima carica azzurra in ambito locale. La disponibilità a candidarsi del presidente Di Marzio sarebbe importante per il buon risultato elettorale di tutto il PdL. Questa, però, è una considerazione mia personale.
Se lo stesso meccanismo lo applicasse Alleanza Nazionale, il candidato ideale sarebbe Stefano Di Modugno.
Non mi faccia far nomi e non mi faccia entrare in casa altrui.
Quanti collegi spettano a Forza Italia?
Salvo diverse disposizioni degli organi provinciali, a Forza Italia spetterebbero tre collegi su quattro. L'altro andrebbe ad Alleanza Nazionale.
Ma gli altri partiti dell'area PdL accetteranno supinamente di concorrere all'elezione senza poter esprimere un proprio candidato?
Ci sarà un tavolo di concertazione che deciderà. Dobbiamo attendere il 27 ed il 28 marzo, date che segneranno ufficialmente la nascita del PdL, quindi vedremo quali forze politiche confluiranno al suo interno. Solo allora potremo trarre delle considerazioni in merito. I quattro candidati saranno di certo i migliori possibili.
Se Lei dovesse essere scelto fra i quattro candidati del PdL, sarebbe spaventato dall'idea di finire nel collegio dove è candidato Laurora?
Perché mi dovrebbe spaventare? Correremmo su binari differenti: io sosterrei le politiche del centrodestra mentre lui sarà costretto a spiegare perché sta sostenendo un candidato di sinistra.
Chiudiamo con Amet. Due riflessioni: la prima sull'operazione di acquisto del pacchetto clienti da parte di Elgasud, la seconda sulle critiche alle precedenti amministrazioni dell'azienda.
Mi sento in dovere di difendere sia l'attuale che il precedente management di Amet. Dobbiamo dire le cose come stanno: una delle maggiori sciagure in cui è incappata Amet è stato l'acquisto del ramo Enel nel 2002, costato 30 miliardi. Un'operazione che ha svuotato la cassaforte dell'azienda. La rete si è dimostrata nei fatti obsoleta, non a caso in questo periodo il management sta provvedendo alla sostituzione di cavi del 1950. Difendo con forza l'operato di chi ha lavorato e sta lavorando per Amet: voglio ricordare alcuni provvedimenti importanti come quello di partecipare al bando per la realizzazione del termovalorizzatore che sarebbe stato fondamentale per la sopravvivenza dell'azienda. Amet non ha mai avuto particolari difficoltà di sorta fino a quando non c'è stata la liberalizzazione dell'energia elettrica. Oggi Amet è costretta dall'Authority a rivendere energia elettrica ad un prezzo normalmente più basso rispetto a quello d'acquisto. Amet è ad un bivio: o torna a produrre energia elettrica o saranno dolori. Ecco perché la scelta del termovalorizzatore era strategica. Sulla vicenda Elgasud, preciso che non si tratta di una vendita ma di un trasferimento di competenze nell'interesse esclusivo dell'azienda. L'argomento verrà discusso in maniera più articolata in una prossima riunione di maggioranza con il management.