Un caffè con...
Un caffè con Mimmo De Laurentis
Le interviste del direttore Biagio Fanelli
domenica 14 settembre 2008
Grazie per aver raccolto l'invito. Se non ricordo male, lei fu tra i primi a battezzare la speciale sezione elettorale preparata da Traniweb in vista delle amministrative...
Ricorda bene. E mi auguro che porti ad entrambi la stessa fortuna, a lei per il portale, a me in chiave politica.
Politica che non va mai in vacanza, neanche d'estate. Come sono stati questi tre mesi?
Sicuramente è stata un'estate sotto tono e non poteva essere altrimenti viste le condizioni della finanza locale. Lo dimostra il fatto che, a tutt'oggi, il rendiconto del 2007 non sia ancora venuto a galla, sebbene ci siano delle scadenze ben precise da rispettare.
Sulle segreterie di partito se ne parla già di diverso tempo.
Alla minoranza, però, non è stata data ancora la possibilità di vedere i numeri. Le voci che circolano raccontano di un disavanzo di oltre 3 milioni di euro. Ma c'è di più: l'Amet, a quanto mi è dato sapere, pare abbia chiuso con una perdita di oltre 100mila euro. Ci sono una serie di iniziative che l'amministrazione continua a porre in essere addebitandole sui conti delle due aziende, Amet ed Amiu. Non ultimo il caso del Park & Ride. Nel parcheggio dei Capannoni Ruggia si sarebbero viste, in tutto il periodo, solo 180 auto parcheggiate. Nella zona sud le cose sono andate un tantino meglio, ma rapportando il tutto ai costi complessivi dell'operazione, non credo sia stata una grande trovata.
Numeri e debiti. Un argomento non nuovo, che Trani si trascina fin dalla campagna elettorale scorsa per le amministrative. Ognuno fornisce le sue cifre, una gara a chi la spara più grossa sui conti pubblici?
Beh, buona parte delle cifre "reali" sono emerse lo scorso anno. E si parlava di una situazione debitoria di sei, sette milioni di euro. E' anche vero che da una nota del dirigente del dirigente della II ripartizione, non troppo datata, sarebbero venuti fuori altri debiti, stimati all'incirca intorno al milione e mezzo di euro, tra consulenze legali e spese di contenziosi. A mio avviso si arriverà ad un disavanzo complessivo di otto milioni.
Per far cassa, il 23 settembre si aspettano novità dalla vendita all'asta di sette proprietà comunali.
In passato ho letto, su molti blog cittadini, alcune battute scherzose che, credo, non siano tanto distanti dalla realtà. Alcuni attuali amministratori, se avessero potuto vendersi la Cattedrale, lo avrebbero fatto, magari facendola diventare area edificabile.
Uno splendido assist per arrivare a parlare del Pug, tanto d'attualità in queste settimane.
Il rinvio della Regione è una tegola che si è abbattuta sull'amministrazione, facendo emergere tutta una serie di criticità insite nel Pug.
Molti, nella maggioranza, sostengono che sia prassi della Regione non dare subito l'ok al piano, per copianificare il percorso di elaborazione dello strumento urbanistico. Lei che ne pensa?
La Regione ha l'obbligo di verificare la compatibilità del Pug alle norme regionali. Nel caso specifico, vorrei sottolineare come la Regione non abbia solo eccepito delle anomalie dal punto di vista teorico ma, in alcuni casi, sia entrata nel merito. Credo sia un bene, perché evidentemente, molti politici locali avevano dimenticato che il centro storico va tutelato, che la costa va tutelata, che le zone agricole vanno tutelate.
L'assessore all'urbanistica ed i tecnici del Pug hanno subito incontrato sia maggioranza che opposizione. Lei ha esternato pubblicamente le perplessità sui chiarimenti forniti.
L'amministrazione, in quella occasione, non mi ha dato l'impressione di voler rivedere il Pug per cercare di adeguarlo alle prescrizioni della Regione. Non saprei che altra spiegazione dare a frasi del tipo "Il 99% di quanto scritto dalla Regione è campato in aria".
Il caso Pug ha svegliato dal torpore l'opposizione. Tutti son tornati a farsi sentire anche se emerge che manca una linea d'azione comune.
Una cosa è certa: questo non è il Pug che avremmo voluto noi. Questa frase sintetizza il pensiero di tutta la minoranza. Il Pug è comunque un treno in dirittura d'arrivo, sarebbe un colpo durissimo per la città se abortisse prima di nascere. E' giusto, dunque, metterci tutto l'impegno possibile per non vanificare il lavoro fatto in questi anni. Su una cosa però siamo categorici: il Pug deve partorire sano. E, l'unica soluzione a disposizione dell'amministrazione, è quella di apporre quei rimedi richiesti dalla Regione. Al di là dei distinguo, la posizione del centrosinistra tranese credo sia chiara, in totale sintonia con quanto eccepito dalla Regione, tenuto conto che, gran parte dei paletti posti dall'assessore Barbanente, erano stati sollevati proprio dai banchi dell'opposizione in consiglio comunale.
Qualche esempio?
La troppa cementificazione soprattutto nella zona sud, l'eccesiva cubatura, l'anomalia tutta nostra delle agricole speciali, le sopraelevazioni nel centro storico, che i tecnici hanno camuffato parlando di interruzioni architettoniche.
Ossia?
Secondo i tecnici del Pug, nei secoli scorsi, i proprietari delle palazzine nel centro storico, avrebbero voluto costruire edifici su più piani, ma poi non lo hanno fatto più. Adesso arriviamo noi e aggiungiamo il piano mancante...
Insomma, cosa dobbiamo attenderci dalla riunione del 17?
Noi auspichiamo che l'amministrazione decida di rivedere una parte delle sue scelte. Il che significa diminuire le cubature e pretendere che i costruttori aumentino le cessioni, per implementare i servizi a disposizione della gente. Abbiamo quartieri dove non ci sono servizi, dove non ci sono parchi. Prendiamo ad esempio la zona di Pozzopiano: è praticamente retta dalla Chiesa che è l'unica valvola di sfogo per i giovani che abitano da quella parte. Il Comune deve capire che le nostre controdeduzioni al piano nascono dal basso e, soprattutto, dalla necessità di garantire servizi ai cittadini.
Mi scusi: ma il Pug non va esattamente in questa direzione?
Il Pug si nasconde dietro il criterio della perequazione. All'interno del comparto, tutti hanno possibilità edificatoria e tutti devono cedere. Il problema che solleviamo è il seguente: prima del Pug, tante aree erano, in toto, destinate a servizi. Col Pug e con i comparti, nel momento in cui si darà la possibilità di edificare, anche se il Comune ricavasse un 10% di servizi, non riuscirebbe a colmare il deficit rispetto al punto di partenza iniziale.
Cambiamo discorso. L'abbiamo vista, spesso, girare sul porto. Che ne pensa dei continui cambiamenti?
Il leit motiv di questa amministrazione è l'improvvisazione. Cito alcuni esempi: le fioriere sui lampioni, messe e poi abbandonate al proprio destino. E ancora: i continui spostamenti dei pescatori lungo la banchina, le fioriere in cemento, pagate anche dai commercianti, e ora gradualmente sostituite ed alternate con quattro "paracarri", i pilomat con le luci e quelli senza luci, i paletti con catene e quelli senza catene, le sfere a forma di palla di cannone, prima messe e poi tolte dopo aver causato più di un incidente. Tutto questo è pura improvvisazione. Si sono spesi, male, 90mila euro quando, ragionando sulle cose, probabilmente si potevano ottenere risultati decisamente migliori ad un minor prezzo.
Domanda obbligata sullo stato di salute del centrosinistra tranese: le sconfitte elettorali alle amministrative ed alle politiche, anche se non accomunabili, hanno portato consiglio?
L'opposizione in consiglio comunale è piuttosto variegata, basti pensare che, con noi, siedono due candidati sindaco che sono, ideologicamente, di centrodestra. I superstiti del centrosinistra sono pochi, sono ancor meno da quando qualcuno ha deciso di passare dall'altra parte nei mesi scorsi. E c'è chi dice che non sarà un caso isolato. Insomma: oltre a guardare avanti, molto spesso, dobbiamo anche guardarci le spalle. Le elezioni politiche sono slegate dalle dinamiche locali. L'area socialista a cui appartengo, a livello nazionale è scomparsa, ma a livello locale, pochi mesi prima, aveva preso, in percentuale, quasi gli stessi voti di Ds e Margherita messi insieme.
Ben radicati sul territorio, azzerati a livello nazionale dall'ultima legge elettorale. Come la mettiamo?
La fase di riorganizzazione del centrosinistra, dopo le elezioni politiche, è stata piuttosto delicata e complessa. Il Pd, in un primo momento, ha assunto una posizione, quella veltroniana, di isolamento rispetto a tutti gli altri partiti del centrosinistra. Adesso sembrano intravedersi spiragli di dialogo, anche perché si è capito che, da soli, non si va da nessuna parte. In ottica locale, prima di assumere qualsiasi tipo di posizione, stiamo aspettando di conoscere quale sia il progetto politico del Pd. Lo dico senza voler sollevare critiche. Il Pd è un grande partito e, come tale, vive di dinamiche più complesse rispetto agli altri. Ha bisogno, quindi, di più tempo per organizzarsi e per compiere delle scelte.
Dovreste affrettarvi perché fra un pò si vota per l'elezione del primo consiglio provinciale della Bat...
Ad oggi, non sappiamo ancora, con precisione, se e quando si voterà. Se la nuova provincia dovesse essere chiamata ad eleggere un proprio consiglio, gli scenari sarebbero interessanti. Se ciò accadesse, con quattro collegi a disposizione, la politica tranese dovrebbe dimostrare di avere un minimo di intelligenza. Sia a destra che a sinistra sarebbe fondamentale trovare un accordo sui candidati e sui collegi. Ci sia di esempio l'exploit di Andria alle ultime provinciali, con sette consiglieri eletti. Per quanto ci riguarda, a meno di clamorose evoluzioni politiche, saremo costretti, per forza di cose, ad aggregarci ad altri partiti. Il Pd sarebbe, forse, un approdo naturale, ma non rappresenta l'unica soluzione sul tavolo.
Vi spaventa chiedere ospitalità al Pd?
In attesa di comprendere se sia questo il matrimonio giusto, posso dire che l'ipotesi non ci spaventa. Nell'area socialista ci sono uomini validi, lo abbiamo dimostrato in tutte le competizioni elettorali in cui ci siamo cimentati. Sono gli uomini che fanno i partiti e non viceversa. Quello che vorremmo, però, è un progetto che sia credibile, che parta dal basso e che non sia imposto dai vertici nazionali.
Ricorda bene. E mi auguro che porti ad entrambi la stessa fortuna, a lei per il portale, a me in chiave politica.
Politica che non va mai in vacanza, neanche d'estate. Come sono stati questi tre mesi?
Sicuramente è stata un'estate sotto tono e non poteva essere altrimenti viste le condizioni della finanza locale. Lo dimostra il fatto che, a tutt'oggi, il rendiconto del 2007 non sia ancora venuto a galla, sebbene ci siano delle scadenze ben precise da rispettare.
Sulle segreterie di partito se ne parla già di diverso tempo.
Alla minoranza, però, non è stata data ancora la possibilità di vedere i numeri. Le voci che circolano raccontano di un disavanzo di oltre 3 milioni di euro. Ma c'è di più: l'Amet, a quanto mi è dato sapere, pare abbia chiuso con una perdita di oltre 100mila euro. Ci sono una serie di iniziative che l'amministrazione continua a porre in essere addebitandole sui conti delle due aziende, Amet ed Amiu. Non ultimo il caso del Park & Ride. Nel parcheggio dei Capannoni Ruggia si sarebbero viste, in tutto il periodo, solo 180 auto parcheggiate. Nella zona sud le cose sono andate un tantino meglio, ma rapportando il tutto ai costi complessivi dell'operazione, non credo sia stata una grande trovata.
Numeri e debiti. Un argomento non nuovo, che Trani si trascina fin dalla campagna elettorale scorsa per le amministrative. Ognuno fornisce le sue cifre, una gara a chi la spara più grossa sui conti pubblici?
Beh, buona parte delle cifre "reali" sono emerse lo scorso anno. E si parlava di una situazione debitoria di sei, sette milioni di euro. E' anche vero che da una nota del dirigente del dirigente della II ripartizione, non troppo datata, sarebbero venuti fuori altri debiti, stimati all'incirca intorno al milione e mezzo di euro, tra consulenze legali e spese di contenziosi. A mio avviso si arriverà ad un disavanzo complessivo di otto milioni.
Per far cassa, il 23 settembre si aspettano novità dalla vendita all'asta di sette proprietà comunali.
In passato ho letto, su molti blog cittadini, alcune battute scherzose che, credo, non siano tanto distanti dalla realtà. Alcuni attuali amministratori, se avessero potuto vendersi la Cattedrale, lo avrebbero fatto, magari facendola diventare area edificabile.
Uno splendido assist per arrivare a parlare del Pug, tanto d'attualità in queste settimane.
Il rinvio della Regione è una tegola che si è abbattuta sull'amministrazione, facendo emergere tutta una serie di criticità insite nel Pug.
Molti, nella maggioranza, sostengono che sia prassi della Regione non dare subito l'ok al piano, per copianificare il percorso di elaborazione dello strumento urbanistico. Lei che ne pensa?
La Regione ha l'obbligo di verificare la compatibilità del Pug alle norme regionali. Nel caso specifico, vorrei sottolineare come la Regione non abbia solo eccepito delle anomalie dal punto di vista teorico ma, in alcuni casi, sia entrata nel merito. Credo sia un bene, perché evidentemente, molti politici locali avevano dimenticato che il centro storico va tutelato, che la costa va tutelata, che le zone agricole vanno tutelate.
L'assessore all'urbanistica ed i tecnici del Pug hanno subito incontrato sia maggioranza che opposizione. Lei ha esternato pubblicamente le perplessità sui chiarimenti forniti.
L'amministrazione, in quella occasione, non mi ha dato l'impressione di voler rivedere il Pug per cercare di adeguarlo alle prescrizioni della Regione. Non saprei che altra spiegazione dare a frasi del tipo "Il 99% di quanto scritto dalla Regione è campato in aria".
Il caso Pug ha svegliato dal torpore l'opposizione. Tutti son tornati a farsi sentire anche se emerge che manca una linea d'azione comune.
Una cosa è certa: questo non è il Pug che avremmo voluto noi. Questa frase sintetizza il pensiero di tutta la minoranza. Il Pug è comunque un treno in dirittura d'arrivo, sarebbe un colpo durissimo per la città se abortisse prima di nascere. E' giusto, dunque, metterci tutto l'impegno possibile per non vanificare il lavoro fatto in questi anni. Su una cosa però siamo categorici: il Pug deve partorire sano. E, l'unica soluzione a disposizione dell'amministrazione, è quella di apporre quei rimedi richiesti dalla Regione. Al di là dei distinguo, la posizione del centrosinistra tranese credo sia chiara, in totale sintonia con quanto eccepito dalla Regione, tenuto conto che, gran parte dei paletti posti dall'assessore Barbanente, erano stati sollevati proprio dai banchi dell'opposizione in consiglio comunale.
Qualche esempio?
La troppa cementificazione soprattutto nella zona sud, l'eccesiva cubatura, l'anomalia tutta nostra delle agricole speciali, le sopraelevazioni nel centro storico, che i tecnici hanno camuffato parlando di interruzioni architettoniche.
Ossia?
Secondo i tecnici del Pug, nei secoli scorsi, i proprietari delle palazzine nel centro storico, avrebbero voluto costruire edifici su più piani, ma poi non lo hanno fatto più. Adesso arriviamo noi e aggiungiamo il piano mancante...
Insomma, cosa dobbiamo attenderci dalla riunione del 17?
Noi auspichiamo che l'amministrazione decida di rivedere una parte delle sue scelte. Il che significa diminuire le cubature e pretendere che i costruttori aumentino le cessioni, per implementare i servizi a disposizione della gente. Abbiamo quartieri dove non ci sono servizi, dove non ci sono parchi. Prendiamo ad esempio la zona di Pozzopiano: è praticamente retta dalla Chiesa che è l'unica valvola di sfogo per i giovani che abitano da quella parte. Il Comune deve capire che le nostre controdeduzioni al piano nascono dal basso e, soprattutto, dalla necessità di garantire servizi ai cittadini.
Mi scusi: ma il Pug non va esattamente in questa direzione?
Il Pug si nasconde dietro il criterio della perequazione. All'interno del comparto, tutti hanno possibilità edificatoria e tutti devono cedere. Il problema che solleviamo è il seguente: prima del Pug, tante aree erano, in toto, destinate a servizi. Col Pug e con i comparti, nel momento in cui si darà la possibilità di edificare, anche se il Comune ricavasse un 10% di servizi, non riuscirebbe a colmare il deficit rispetto al punto di partenza iniziale.
Cambiamo discorso. L'abbiamo vista, spesso, girare sul porto. Che ne pensa dei continui cambiamenti?
Il leit motiv di questa amministrazione è l'improvvisazione. Cito alcuni esempi: le fioriere sui lampioni, messe e poi abbandonate al proprio destino. E ancora: i continui spostamenti dei pescatori lungo la banchina, le fioriere in cemento, pagate anche dai commercianti, e ora gradualmente sostituite ed alternate con quattro "paracarri", i pilomat con le luci e quelli senza luci, i paletti con catene e quelli senza catene, le sfere a forma di palla di cannone, prima messe e poi tolte dopo aver causato più di un incidente. Tutto questo è pura improvvisazione. Si sono spesi, male, 90mila euro quando, ragionando sulle cose, probabilmente si potevano ottenere risultati decisamente migliori ad un minor prezzo.
Domanda obbligata sullo stato di salute del centrosinistra tranese: le sconfitte elettorali alle amministrative ed alle politiche, anche se non accomunabili, hanno portato consiglio?
L'opposizione in consiglio comunale è piuttosto variegata, basti pensare che, con noi, siedono due candidati sindaco che sono, ideologicamente, di centrodestra. I superstiti del centrosinistra sono pochi, sono ancor meno da quando qualcuno ha deciso di passare dall'altra parte nei mesi scorsi. E c'è chi dice che non sarà un caso isolato. Insomma: oltre a guardare avanti, molto spesso, dobbiamo anche guardarci le spalle. Le elezioni politiche sono slegate dalle dinamiche locali. L'area socialista a cui appartengo, a livello nazionale è scomparsa, ma a livello locale, pochi mesi prima, aveva preso, in percentuale, quasi gli stessi voti di Ds e Margherita messi insieme.
Ben radicati sul territorio, azzerati a livello nazionale dall'ultima legge elettorale. Come la mettiamo?
La fase di riorganizzazione del centrosinistra, dopo le elezioni politiche, è stata piuttosto delicata e complessa. Il Pd, in un primo momento, ha assunto una posizione, quella veltroniana, di isolamento rispetto a tutti gli altri partiti del centrosinistra. Adesso sembrano intravedersi spiragli di dialogo, anche perché si è capito che, da soli, non si va da nessuna parte. In ottica locale, prima di assumere qualsiasi tipo di posizione, stiamo aspettando di conoscere quale sia il progetto politico del Pd. Lo dico senza voler sollevare critiche. Il Pd è un grande partito e, come tale, vive di dinamiche più complesse rispetto agli altri. Ha bisogno, quindi, di più tempo per organizzarsi e per compiere delle scelte.
Dovreste affrettarvi perché fra un pò si vota per l'elezione del primo consiglio provinciale della Bat...
Ad oggi, non sappiamo ancora, con precisione, se e quando si voterà. Se la nuova provincia dovesse essere chiamata ad eleggere un proprio consiglio, gli scenari sarebbero interessanti. Se ciò accadesse, con quattro collegi a disposizione, la politica tranese dovrebbe dimostrare di avere un minimo di intelligenza. Sia a destra che a sinistra sarebbe fondamentale trovare un accordo sui candidati e sui collegi. Ci sia di esempio l'exploit di Andria alle ultime provinciali, con sette consiglieri eletti. Per quanto ci riguarda, a meno di clamorose evoluzioni politiche, saremo costretti, per forza di cose, ad aggregarci ad altri partiti. Il Pd sarebbe, forse, un approdo naturale, ma non rappresenta l'unica soluzione sul tavolo.
Vi spaventa chiedere ospitalità al Pd?
In attesa di comprendere se sia questo il matrimonio giusto, posso dire che l'ipotesi non ci spaventa. Nell'area socialista ci sono uomini validi, lo abbiamo dimostrato in tutte le competizioni elettorali in cui ci siamo cimentati. Sono gli uomini che fanno i partiti e non viceversa. Quello che vorremmo, però, è un progetto che sia credibile, che parta dal basso e che non sia imposto dai vertici nazionali.