Un caffè con...
Un Caffè con Riccardo Gagliardi
Le interviste del direttore di traniweb
domenica 19 ottobre 2008
Come si sta in Alleanza Nazionale?
Si sta benissimo. E' stata una scelta ponderata, che ho fatto un bel pò di anni fa e della quale non mi pento affatto. Ho seguito le vicende del partito fin dai tempi del congresso di Fiuggi. Direi che lì è scoccata la scintilla. I contenuti espressi in quella circostanza coincidevano con il mio modo di vedere la politica, avendo sempre creduto nei concetti legati alla socialità. I problemi di dialogo con un certo mondo della sinistra mi hanno spinto in quella che ritengo la mia casa naturale.
La sua prima volta in politica è stata però al centro.
Vero. Mi sono candidato la prima volta con il Patto dei Democratici, una delle due liste, insieme al Polo di Centro, che sostenevano il candidato sindaco Scarcella. Nel Polo di Centro fu eletto Triminì, io subentrai a Scarcella che si dimise.
Poi ci fu l'esperienza socialdemocratica.
Più che convinzione politica, fu un'adesione dettata da motivazioni di natura esclusivamente familiare. Nella vita si può anche cambiare. L'importante è agire sempre con la propria testa, in piena consapevolezza. Quando ho cambiato radicalmente posizione, qualcuno ha pensato ad una trasformazione camaleontica di Riccardo Gagliardi. In realtà era il mondo politico che stava cambiando in quegli anni. I poveri iscritti al Partito Comunista improvvisamente si sono ritrovati nel PdS. I socialisti senza preavviso, dal giorno alla notte, sono diventati prima socialdemocratici e poi solo democratici. La diaspora socialista e la costante trasformazione di uomini e sigle non mi è piaciuta. Il passaggio in Alleanza Nazionale nasce da queste riflessioni. Sono al quinto anno di militanza in AN, ho fatto la doverosa gavetta nel partito, ne sono stato per un anno presidente, mi sono messo in discussione alle ultime amministrative ottenendo anche un buon risultato che mi ha permesso l'elezione. Ciò vuol dire che ho lavorato bene.
L'anno della sua presidenza fu piuttosto tribolato e condito da dimissioni e ripensamenti.
I problemi ci sono stati, di natura più organizzativa che di merito. Non è mai stata messa in discussione la linea del partito. Era necessario, di contro, un rinnovamento all'interno di AN, cosa che è avvenuta nel 2007, in maniera, se si vuole, radicale. Rispetto ad allora, il partito è cresciuto ed acquisito una maturità politica importante. Tutti gli attivisti hanno imparato a far gruppo: in sezione si dialoga, alcune volte anche in maniera accesa. Alla fine, però, emerge una maggioranza che stabilisce la linea da seguire. Al momento non ci sono state defaians. E dubito ce ne saranno. Oggi Alleanza Nazionale ha un buon apparato di partito ed un qualificato gruppo consiliare, che si è arricchito in questi giorni di un'altra unità, con l'ingresso del consigliere Gargiuolo a cui faccio i miei auguri.
L'ingresso di Gargiuolo in AN ha fatto discutere. All'inizio di questa consiliatura non si era espressa totale contrarietà ai cambi di casacca?
Ritengo che la possibilità di cambiare opinione, da parte di un uomo politico, sia sempre fonte di arricchimento, per sé e per gli altri. E' importante però che certi passaggi avvengano a bocce ferme, non in corsa. Nel caso di Gargiuolo parliamo di uno spostamento all'interno della stessa coalizione, che ha condiviso e sottoscritto lo stesso programma ed ha gli stessi obiettivi. Non nascondo che lo spostamento avrebbe fatto meno clamore se fosse avvenuto molto prima.
Una considerazione: la politica, oggi, sembra stia andando da un'altra parte. La si fa nei bar, nei corridoi, addirittura in luoghi extra comunali. I partiti si stanno trasformando in piccole lobby e soprattutto sono poco attenti alla crescita ed alla formazione di una nuova classe politica. Col risultato poi che, molto spesso, si lanciano nelle Istituzioni dilettanti allo sbaraglio.
Vero anche questo. E' necessario che si torni a fare politica nelle sedi competenti, non andando dietro ai pettegolezzi. Ed è fondamentale che la gente si avvicini sempre più ai partiti, che riacquisti fiducia nelle Istituzioni. Il percorso intrapreso a livello nazionale va in questa direzione: la semplificazione del quadro politico, la nascita di due grandi partiti di riferimento sarà propedeutica alla formazione politica dei nostri giovani, che avranno lo spazio necessario per crescere e fare esperienza. Il problema della preparazione delle nuove leve e del ricambio generazionale lo avvertiamo con una certa preoccupazione: quando il sindaco ci chiede dei nomi di attivisti per ricoprire incarichi istituzionali le difficoltà di scelta emergono in maniera lampante. E' un problema generalizzato, sia chiaro. E molto spesso si tende a ricorrere alla società civile, cosa che non condivido.
Perché?
Nominando un tecnico, si fa una scelta precisa. Ed i tecnici difficilmente rispondono alle logiche di partito, come in realtà dovrebbe avvenire.
Il riferimento a Scoccimarro è pertinente?
Scoccimarro è un ottimo professionista ed ha dato prova di essere anche un ottimo assessore. Ha pagato, probabilmente, lo scotto dell'inesperienza politica ed il fatto di ritrovarsi un bel caratterino, il che non guasta, ci mancherebbe, seppur nella giusta misura. Noi lo abbiamo sempre difeso e siamo tutt'oggi convinti che la scelta di indicarlo come assessore sia stata più che valida. Purtroppo l'esperienza di partito e l'esperienza politica non si acquisiscono in qualche mese. Servono anni di gavetta, in cui impari ad ascoltare gli altri, a non fare di testa tua, ad essere più meditativo, cosa che non è accaduta nel suo caso.
Se ci fosse stato Scoccimarro, sarebbe passata così "dolce dolce" la storia dei photo-red?
Se ci fosse stato Scoccimarro (ride)... Beh, forse avrebbe battuto i pugni... Battute a parte, come forze politiche di maggioranza, il nostro compito è di dare indirizzi. Le verifiche vengono fatte dai dirigenti. Nello specifico, abbiamo chiesto a chi di competenza di valutare con attenzione il percorso che si vuole intraprendere, alla luce anche di quanto accaduto a livello nazionale. Adesso ci aspettiamo che l'amministrazione prenda i dovuti provvedimenti.
Il partito è soddisfatto dell'operato dell'altro suo assessore? In quella ripartizione dicono che non se la passi tanto bene.
Ritengo che anche l'assessore Acella sia un ottimo professionista. E' stato collocato al posto giusto, il migliore per valorizzarne la vocazione lavorativa. Ho sempre apprezzato la sua linea amministrativa. Rispetto a Scoccimarro è più uomo di partito, anzi, lo è da sempre. Acella si è sempre raccordato con noi, gliene va dato atto. Purtroppo la politica viaggia ad una velocità e l'amministrazione ne viaggia ad un'altra. La considerazione vale per Acella, ma anche per tutti gli altri assessori. Sono convinto che sarà sempre difficile trovare persone che riescano a far coniugare le due cose. Il fatto di lavorare in quella ripartizione così affogata di certo non lo sta aiutando a svolgere al meglio il suo compito.
Torniamo al solito discorso. Non avevate posto come prioritaria la divisione dell'attività dei lavori pubblici da quella dell'urbanistica?
Abbiamo chiesto ufficialmente al sindaco questo passaggio. Lo scorporamento dovrebbe rientrare nelle politiche del personale, sia per quanto attiene le future assunzioni, sia a livello di progressioni verticali. Ci auguriamo che sia quello il momento utile per riorganizzare l'intera ripartizione, la più sofferente del Comune di Trani.
A settembre, in coincidenza con l'apertura delle scuole, di solito, venivano ritracciate le strisce pedonali. Anche questa operazione è partita tardi e male. E così, ad autunno avanzato, ne abbiamo 16, nitidissime, sul lungomare ed una sola su via Malcangi (davanti ad un circolo privato), nessuna davanti alla posta e qualcuna appena calcata davanti ai plessi.
Mi ripeto: il Comune di Trani ha, in quella ripartizione, il suo punto di maggior debolezza. Il dirigente è persona sicuramente capace, nessuno lo mette in dubbio. In questo periodo, però, è stato impegnato a tempo pieno nelle questioni del Pug, come è giusto che sia. E' inconcepibile, però, che, se lui manca, tutto l'ufficio tecnico si paralizzi, con buona pace degli assessori, i primi a risentire di una macchina lavorativa non organizzata, non in grado di riuscire a programmare neanche le cose ordinarie. All'assessore non si può certo attribuire una responsabilità per questa stasi, né chiedergli di prendere un pennello ed andare a pittare le strisce da solo.
Ha parlato di velocità diverse tra politica e amministrazione. Ci sono casi in cui si è rimasti completamente fermi al palo. Il servizio di refezione scolastica, ad esempio.
Su questo argomento chiederò, nel primo Consiglio comunale utile, l'istituzione di una commissione consiliare d'indagine. Nelle precedenti sedute di Consiglio, ci siamo spesi un pò tutti, maggioranza e opposizione, nel sollecitare assessore e ripartizioni competenti per l'espletamento della gara e la partenza del servizio. Non capiamo cosa sia successo, perché si sia perso così tanto tempo. Da qui la volontà di portare, all'attenzione dei consiglieri, questa proposta, sperando che venga accolta.
Capitolo Pug. I 30 giorni della conferenza dei servizi in Regione sono passati sotto silenzio per una precisa scelta politica bipartisan. La mancanza di comunicazione ha ingenerato così la diffusione di notizie e commenti più disparati. Condivide la critica dell'opposizione sul fatto che anche voi consiglieri siete stati tenuti praticamente all'oscuro di ogni dinamica?
In realtà un primo incontro, all'inizio, è stato fatto, sia con la maggioranza che con l'opposizione, nel quale è stato evidenziato il taglio che l'amministrazione voleva dare nel corso degli incontri in Regione, ossia un indirizzo di salvaguardia nei confronti dello strumento urbanistico adottato dalla precedente maggioranza nel rispetto della legge 20 e di concerto con le indicazioni della Regione Puglia. I rappresentanti dell'amministrazione, pertanto, si sono mossi in questa direzione. Non abbiamo avuto la possibilità di visionare i verbali delle riunioni e, quindi, molti si sono espressi sulle indicazioni che sono piovute addosso da svariate fonti, alcune attendibili, altre decisamente meno. Mi auguro, come componente della commissione urbanistica, di poter esaminare quanto prima i verbali, in modo da poter cominciare un'attenta analisi su quanto è stato detto e fatto. I consiglieri comunali avranno modo e tempo di esprimere le proprie valutazioni in sede di approvazione finale del Pug, così come i cittadini potranno attingere notizie e decidere sul da farsi. Spero che la versione finale del Pug possa trovare il gradimento di tutti, così come mi auguro che nessuno ravvisi la necessità di avviare ricorsi amministrativi.
Si è parlato molto di standard e degli indici di fabbricabilità, sui quali la Regione è parsa la prima a non avere le idee chiare, anche in passato. Più alti di qua, più bassi di là. Lei che idea si è fatto?
La storia del Pug di Trani è molto particolare: ci siamo trovati a redigere un piano urbanistico in un momento legislativo del tutto particolare per la materia urbanistica. Il Consiglio comunale si è attenuto al rispetto della legge più recente di riferimento, la legge 20, ma senza aver avuto la possibilità di valutarne la conformità al Drag, il recentissimo strumento, previsto dalla stessa legge, per disciplinare i contenuti e le procedure di formazione ed approvazione. Questa oggettiva difficoltà credo abbia ingenerato confusione anche nelle valutazioni dei tecnici della Regione, soprattutto per ciò che riguarda le quantificazioni volumetriche. Non solo: il nostro Pug si è dovuto far carico di un'eredità piuttosto ingombrante, ossia di alcuni paletti posti dal vecchio Prg, come ad esempio quello dell'eccessivo dimensionamento, sulla base di una previsione di aumento della popolazione, stima fatta nel 1971 e poi non avveratasi oggi. Ditemi voi come si fanno a cancellare i diritti acquisiti da quei cittadini che, per 40 anni, hanno sostenuto un sacrificio, anche di natura economica, nell'attesa di veder riconosciute le logiche edificatorie previste dal vecchio Prg. La Regione si è posta questi interrogativi ed in parte li ha recepiti, tenendo la barra dritta laddove ha ritenuto, bontà sua, di ravvisare conflitti fra diritti urbanistici acquisiti e vincoli di natura paesaggistica.
Ma a chi gioverebbe bloccare il Pug? Se lo è chiesto un consigliere d'opposizione.
Ho apprezzato la nota di Ines Fabbretti. Credo che abbia focalizzato il problema: ostacolare il Pug, in questo periodo, può giovare solo a chi si è nutrito di questa situazione di stallo dell'edilizia. Noi riteniamo giusto dare a tutti la possibilità di operare, il che significa sbloccare un mercato fermo e mettere in atto, implicitamente, una politica di ribasso dei prezzi per l'acquisto delle case. I livelli dei prezzi di vendita degli appartamenti sono sostenuti, inaccessibili per molti. E' vero, le tutele ed i vincoli edificatori sono diventati tali e tanti da far lievitare i costi per la realizzazione dei fabbricati, ma chi costruisce deve capire la necessità di proporre delle cifre più umane. Con il Pug si ipotizza un ribasso almeno del 20%, oro colato per le famiglie e per chi è in cerca di casa.
Capitolo finanze. La Ipe ha citato per danni il Comune. Da trovare il modo per far cassa abbiamo trovato il modo per pagare altri soldi?
Per quello che ricordo, sull'argomento c'è una relazione del dirigente il quale ravvisava, nella gara espletata e poi annullata, alcuni costi ritenuti eccessivi per l'amministrazione. Se la gara doveva comportare un notevole aggravio di costi per il Comune e, quindi, per i cittadini, bene ha fatto il dirigente a revocarla.
Ici, Tarsu e Tosap non vengono riscosse come nelle previsioni. Chi mette le antenne non sempre paga l'affitto, chi occupa proprietà comunali non sempre paga l'affitto. E' paradossale per un Comune che ha un bisogno disperato di far cassa.
Il problema delle entrare è piuttosto serio e l'organizzazione della ripartizione finanziaria non è delle migliori. Sul da farsi, siamo stati indecisi su due opzioni: se esternalizzare i servizi o se gestirli dall'interno. La seconda soluzione è più economica, ma è legata alle progressioni verticali ed alle assunzioni. La situazione del personale comunale è disastrosa, non lo scopriamo oggi. Abbiamo pochissimi dirigenti di ruolo, vincitori di concorso. Gli altri sono a contratto: attualmente ci sono, domani potrebbero non esserci più. Abbiamo una situazione intermedia scadente, una presenza di personale con bassa qualifica che oggi stiamo cercando di riqualificare. Finché non procederemo alle progressioni verticali ed alla responsabilizzazione dei dirigenti, non credo si possa fare granché. Suggerisco quindi di guardarci intorno e di cercare aziende che possano svolgere per conto del Comune il servizio, anche se il prezzo da pagare sarà più elevato.
Ma riformare e riorganizzare la macchina comunale è davvero un'impresa così titanica? E' scritto da decenni su tutti i programmi elettorali.
E' dura sì. L'unico modo per mettere in moto un meccanismo di riassetto virtuoso è di riorganizzare la macchina partendo da questi dipendenti, dando loro la giusta collocazione. Oggi abbiamo più di un caso di dipendenti che, pur avendo una qualifica inferiore, si trovano a svolgere quasi mansioni da dirigente, ed è assurdo. Finché non compiamo queste benedette progressioni, non si può far nulla, i sindacati ci salterebbero al collo.
Si parla di 39 progressioni. A quando?
Nel bilancio di previsione del 2008 abbiamo inserito quasi 1 milione di euro per le progressioni. Nel 2009 pensiamo invece di procedere ad alcune assunzioni mirate, in ruoli strategici. Se superiamo questa delicata fase politica ed approviamo gli equilibri di bilancio, il più è fatto.
Alla luce di quanto detto, vi aspetta un Consiglio comunale delicatissimo.
Mi auguro che la maggioranza dimostri la sua compattezza. Ai consiglieri, l'unica cosa che mi sento di dire, è di agire secondo coscienza. La situazione debitoria c'è, i numeri parlano chiaro. Mi preme sottolineare che questa amministrazione non è responsabile del passivo, ereditato da più gestioni amministrative. Il disavanzo è lievitato per via dei debiti fuori bilancio, derivati da un modo di operare che è del passato. Faccio alcuni esempi: abbiamo riconosciuto un debito di oltre 1 milione di euro per una parcella legale presentata da chi ci difendeva nei confronti della società EcoErre. All'epoca, ed era il 1999, nessuno fissava i termini della tariffa professionale. Funzionava così in tutta Italia. Chi poteva aspettarsi un conto tanto salato? D'altronde, in quella circostanza, il Comune non poteva non avvalersi di un difensore, altrimenti ci saremmo trovati in città una discarica di rifiuti speciali. Ed ancora: un'altra grossa fetta di debito è attribuibile ad un contenzioso con un'impresa di costruzione di Trani che si trascinava da oltre 20 anni. I nodi ora sono venuti al pettine. Questa amministrazione ha avuto il coraggio ed il merito di far emergere i debiti, sottaciuti in passato. Il rovescio della medaglia dell'operazione è uno sbilanciamento consistente delle uscite rispetto alle entrate, ma non poteva essere diversamente. Noi ci auguriamo di appianare i debiti nell'immediato futuro: abbiamo calcolato che, dalla riscossione dell'Ici collegata all'approvazione del Pug, si potrebbe raggiungere una cifra assolutamente consistente che ci potrebbe permettere di ritirare dal mercato gli immobili comunali. Ovviamente dobbiamo arrivare ad approvare il Pug.
La vigilia del Consiglio è stata caratterizzata dalla pesante bocciatura dei revisori dei conti. Una domanda: ma i revisori sono tecnici o sono espressione politica?
I revisori dovrebbero essere, per legge, un organico tecnico a tutela del Consiglio Comunale. La loro nomina avviene per volontà del Consiglio stesso. Sappiamo benissimo che dietro l'indicazione di un consigliere, in qualche modo, c'è sempre una scelta di natura politica. Alla fine, il Collegio dei revisori costituisce un organismo assolutamente tecnico ma che, forse forse, se vuole, un pò di politica potrebbe anche farla. Giudizi sul loro operato li rimando ad altra sede. Di certo, quando danno un giudizio negativo sulla manovra di riequilibrio ed invitano l'amministrazione a ricercare soluzioni alternative e complementari, essendo loro un organo di consulenza del Consiglio, mi sarei aspettato qualche elemento illuminante in più. A noi consiglieri interessava sapere se, da un punto di vista normativo, fosse operazione legittimamente possibile quella di approvare un ripiano di disavanzo di gestione con la vendita degli immobili. Le loro risposte, più politiche che tecniche, mi lasciano qualche perplessità. Ogni ulteriore considerazione, comunque, mi riservo di farla nel corso del Consiglio Comunale.
Battute finali, Che giudizio dà a questa maggioranza?
Il giudizio è vincolato ad alcune questioni in itinere: se riusciremo ad approvare in via definitiva il Pug, se riusciremo ad avviare i lavori previsti dal Contratto di Quartiere nella zona di Sant'Angelo, se riusciremo a dotare la città di un piano urbano del traffico e, con un ulteriore sforzo, a riqualificare il manto delle nostre strade, penso che il 2008 possa chiudersi con un saldo attivo. Trani ha la possibilità di ritrovarsi uno strumento urbanistico dopo 40 anni di attesa, un piano urbano del traffico all'altezza delle aspettative, un quartiere nuovo di zecca e dotato di tutti i servizi possibili. Non credo sia cosa da poco. E non dimentico la possibilità di proseguire nell'attività di riqualificazione delle aree destinate alla balneazione. Abbiamo fatto dei passi da gigante negli ultimi anni e sono in cantiere dei nuovi progetti per restituire ulteriori pezzi di costa alla città.
Sul porto, invece, apriti cielo. E' così difficile trovare un accordo tra gli Enti competenti?
Il problema va visto in maniera più ampia. L'amministrazione aveva intrapreso un certo tipo di discorso con Italia Navigando per una riqualificazione complessiva del porto nell'ottica di una evoluzione di un turismo di qualità. Purtroppo le note vicende che hanno interessato Italia Navigando ci hanno costretto ad una frenata, ma la soluzione di una gestione globale della struttura non è stata accantonata. Sulle difficoltà nel dialogo fra gli Enti, ritengo che vi sia un problema di rapporti interpersonali tra le dirigenze ed i vari responsabili, conflitti che non portano da nessuna parte e che andrebbero superati nell'interesse di tutti.
L'area pedonale, fatta di blocchetti e fioriere, è diventata area di parcheggio per chi va al ristorante.
La polizia muncipale ha gli stessi problemi di tutto il resto della struttura comunale. Il comandante ha più volte ribadito l'insufficienza di personale a disposizione che causa una impossibilità a poter gestire la situazione come si vorrebbe, soprattutto nelle ore serali. Un zona porto come la nostra, con un movimento di macchine e pedoni così alto, necessiterebbe del presidio, in pianta stabile, di almeno due vigili. Anche in questo caso, però, siamo vincolati al discorso delle progressioni e delle assunzioni.
Ma il porto, visto così, le piace?
Evito di portarci mia figlia, che ha 7 anni: si figuri un pò.
Si sta benissimo. E' stata una scelta ponderata, che ho fatto un bel pò di anni fa e della quale non mi pento affatto. Ho seguito le vicende del partito fin dai tempi del congresso di Fiuggi. Direi che lì è scoccata la scintilla. I contenuti espressi in quella circostanza coincidevano con il mio modo di vedere la politica, avendo sempre creduto nei concetti legati alla socialità. I problemi di dialogo con un certo mondo della sinistra mi hanno spinto in quella che ritengo la mia casa naturale.
La sua prima volta in politica è stata però al centro.
Vero. Mi sono candidato la prima volta con il Patto dei Democratici, una delle due liste, insieme al Polo di Centro, che sostenevano il candidato sindaco Scarcella. Nel Polo di Centro fu eletto Triminì, io subentrai a Scarcella che si dimise.
Poi ci fu l'esperienza socialdemocratica.
Più che convinzione politica, fu un'adesione dettata da motivazioni di natura esclusivamente familiare. Nella vita si può anche cambiare. L'importante è agire sempre con la propria testa, in piena consapevolezza. Quando ho cambiato radicalmente posizione, qualcuno ha pensato ad una trasformazione camaleontica di Riccardo Gagliardi. In realtà era il mondo politico che stava cambiando in quegli anni. I poveri iscritti al Partito Comunista improvvisamente si sono ritrovati nel PdS. I socialisti senza preavviso, dal giorno alla notte, sono diventati prima socialdemocratici e poi solo democratici. La diaspora socialista e la costante trasformazione di uomini e sigle non mi è piaciuta. Il passaggio in Alleanza Nazionale nasce da queste riflessioni. Sono al quinto anno di militanza in AN, ho fatto la doverosa gavetta nel partito, ne sono stato per un anno presidente, mi sono messo in discussione alle ultime amministrative ottenendo anche un buon risultato che mi ha permesso l'elezione. Ciò vuol dire che ho lavorato bene.
L'anno della sua presidenza fu piuttosto tribolato e condito da dimissioni e ripensamenti.
I problemi ci sono stati, di natura più organizzativa che di merito. Non è mai stata messa in discussione la linea del partito. Era necessario, di contro, un rinnovamento all'interno di AN, cosa che è avvenuta nel 2007, in maniera, se si vuole, radicale. Rispetto ad allora, il partito è cresciuto ed acquisito una maturità politica importante. Tutti gli attivisti hanno imparato a far gruppo: in sezione si dialoga, alcune volte anche in maniera accesa. Alla fine, però, emerge una maggioranza che stabilisce la linea da seguire. Al momento non ci sono state defaians. E dubito ce ne saranno. Oggi Alleanza Nazionale ha un buon apparato di partito ed un qualificato gruppo consiliare, che si è arricchito in questi giorni di un'altra unità, con l'ingresso del consigliere Gargiuolo a cui faccio i miei auguri.
L'ingresso di Gargiuolo in AN ha fatto discutere. All'inizio di questa consiliatura non si era espressa totale contrarietà ai cambi di casacca?
Ritengo che la possibilità di cambiare opinione, da parte di un uomo politico, sia sempre fonte di arricchimento, per sé e per gli altri. E' importante però che certi passaggi avvengano a bocce ferme, non in corsa. Nel caso di Gargiuolo parliamo di uno spostamento all'interno della stessa coalizione, che ha condiviso e sottoscritto lo stesso programma ed ha gli stessi obiettivi. Non nascondo che lo spostamento avrebbe fatto meno clamore se fosse avvenuto molto prima.
Una considerazione: la politica, oggi, sembra stia andando da un'altra parte. La si fa nei bar, nei corridoi, addirittura in luoghi extra comunali. I partiti si stanno trasformando in piccole lobby e soprattutto sono poco attenti alla crescita ed alla formazione di una nuova classe politica. Col risultato poi che, molto spesso, si lanciano nelle Istituzioni dilettanti allo sbaraglio.
Vero anche questo. E' necessario che si torni a fare politica nelle sedi competenti, non andando dietro ai pettegolezzi. Ed è fondamentale che la gente si avvicini sempre più ai partiti, che riacquisti fiducia nelle Istituzioni. Il percorso intrapreso a livello nazionale va in questa direzione: la semplificazione del quadro politico, la nascita di due grandi partiti di riferimento sarà propedeutica alla formazione politica dei nostri giovani, che avranno lo spazio necessario per crescere e fare esperienza. Il problema della preparazione delle nuove leve e del ricambio generazionale lo avvertiamo con una certa preoccupazione: quando il sindaco ci chiede dei nomi di attivisti per ricoprire incarichi istituzionali le difficoltà di scelta emergono in maniera lampante. E' un problema generalizzato, sia chiaro. E molto spesso si tende a ricorrere alla società civile, cosa che non condivido.
Perché?
Nominando un tecnico, si fa una scelta precisa. Ed i tecnici difficilmente rispondono alle logiche di partito, come in realtà dovrebbe avvenire.
Il riferimento a Scoccimarro è pertinente?
Scoccimarro è un ottimo professionista ed ha dato prova di essere anche un ottimo assessore. Ha pagato, probabilmente, lo scotto dell'inesperienza politica ed il fatto di ritrovarsi un bel caratterino, il che non guasta, ci mancherebbe, seppur nella giusta misura. Noi lo abbiamo sempre difeso e siamo tutt'oggi convinti che la scelta di indicarlo come assessore sia stata più che valida. Purtroppo l'esperienza di partito e l'esperienza politica non si acquisiscono in qualche mese. Servono anni di gavetta, in cui impari ad ascoltare gli altri, a non fare di testa tua, ad essere più meditativo, cosa che non è accaduta nel suo caso.
Se ci fosse stato Scoccimarro, sarebbe passata così "dolce dolce" la storia dei photo-red?
Se ci fosse stato Scoccimarro (ride)... Beh, forse avrebbe battuto i pugni... Battute a parte, come forze politiche di maggioranza, il nostro compito è di dare indirizzi. Le verifiche vengono fatte dai dirigenti. Nello specifico, abbiamo chiesto a chi di competenza di valutare con attenzione il percorso che si vuole intraprendere, alla luce anche di quanto accaduto a livello nazionale. Adesso ci aspettiamo che l'amministrazione prenda i dovuti provvedimenti.
Il partito è soddisfatto dell'operato dell'altro suo assessore? In quella ripartizione dicono che non se la passi tanto bene.
Ritengo che anche l'assessore Acella sia un ottimo professionista. E' stato collocato al posto giusto, il migliore per valorizzarne la vocazione lavorativa. Ho sempre apprezzato la sua linea amministrativa. Rispetto a Scoccimarro è più uomo di partito, anzi, lo è da sempre. Acella si è sempre raccordato con noi, gliene va dato atto. Purtroppo la politica viaggia ad una velocità e l'amministrazione ne viaggia ad un'altra. La considerazione vale per Acella, ma anche per tutti gli altri assessori. Sono convinto che sarà sempre difficile trovare persone che riescano a far coniugare le due cose. Il fatto di lavorare in quella ripartizione così affogata di certo non lo sta aiutando a svolgere al meglio il suo compito.
Torniamo al solito discorso. Non avevate posto come prioritaria la divisione dell'attività dei lavori pubblici da quella dell'urbanistica?
Abbiamo chiesto ufficialmente al sindaco questo passaggio. Lo scorporamento dovrebbe rientrare nelle politiche del personale, sia per quanto attiene le future assunzioni, sia a livello di progressioni verticali. Ci auguriamo che sia quello il momento utile per riorganizzare l'intera ripartizione, la più sofferente del Comune di Trani.
A settembre, in coincidenza con l'apertura delle scuole, di solito, venivano ritracciate le strisce pedonali. Anche questa operazione è partita tardi e male. E così, ad autunno avanzato, ne abbiamo 16, nitidissime, sul lungomare ed una sola su via Malcangi (davanti ad un circolo privato), nessuna davanti alla posta e qualcuna appena calcata davanti ai plessi.
Mi ripeto: il Comune di Trani ha, in quella ripartizione, il suo punto di maggior debolezza. Il dirigente è persona sicuramente capace, nessuno lo mette in dubbio. In questo periodo, però, è stato impegnato a tempo pieno nelle questioni del Pug, come è giusto che sia. E' inconcepibile, però, che, se lui manca, tutto l'ufficio tecnico si paralizzi, con buona pace degli assessori, i primi a risentire di una macchina lavorativa non organizzata, non in grado di riuscire a programmare neanche le cose ordinarie. All'assessore non si può certo attribuire una responsabilità per questa stasi, né chiedergli di prendere un pennello ed andare a pittare le strisce da solo.
Ha parlato di velocità diverse tra politica e amministrazione. Ci sono casi in cui si è rimasti completamente fermi al palo. Il servizio di refezione scolastica, ad esempio.
Su questo argomento chiederò, nel primo Consiglio comunale utile, l'istituzione di una commissione consiliare d'indagine. Nelle precedenti sedute di Consiglio, ci siamo spesi un pò tutti, maggioranza e opposizione, nel sollecitare assessore e ripartizioni competenti per l'espletamento della gara e la partenza del servizio. Non capiamo cosa sia successo, perché si sia perso così tanto tempo. Da qui la volontà di portare, all'attenzione dei consiglieri, questa proposta, sperando che venga accolta.
Capitolo Pug. I 30 giorni della conferenza dei servizi in Regione sono passati sotto silenzio per una precisa scelta politica bipartisan. La mancanza di comunicazione ha ingenerato così la diffusione di notizie e commenti più disparati. Condivide la critica dell'opposizione sul fatto che anche voi consiglieri siete stati tenuti praticamente all'oscuro di ogni dinamica?
In realtà un primo incontro, all'inizio, è stato fatto, sia con la maggioranza che con l'opposizione, nel quale è stato evidenziato il taglio che l'amministrazione voleva dare nel corso degli incontri in Regione, ossia un indirizzo di salvaguardia nei confronti dello strumento urbanistico adottato dalla precedente maggioranza nel rispetto della legge 20 e di concerto con le indicazioni della Regione Puglia. I rappresentanti dell'amministrazione, pertanto, si sono mossi in questa direzione. Non abbiamo avuto la possibilità di visionare i verbali delle riunioni e, quindi, molti si sono espressi sulle indicazioni che sono piovute addosso da svariate fonti, alcune attendibili, altre decisamente meno. Mi auguro, come componente della commissione urbanistica, di poter esaminare quanto prima i verbali, in modo da poter cominciare un'attenta analisi su quanto è stato detto e fatto. I consiglieri comunali avranno modo e tempo di esprimere le proprie valutazioni in sede di approvazione finale del Pug, così come i cittadini potranno attingere notizie e decidere sul da farsi. Spero che la versione finale del Pug possa trovare il gradimento di tutti, così come mi auguro che nessuno ravvisi la necessità di avviare ricorsi amministrativi.
Si è parlato molto di standard e degli indici di fabbricabilità, sui quali la Regione è parsa la prima a non avere le idee chiare, anche in passato. Più alti di qua, più bassi di là. Lei che idea si è fatto?
La storia del Pug di Trani è molto particolare: ci siamo trovati a redigere un piano urbanistico in un momento legislativo del tutto particolare per la materia urbanistica. Il Consiglio comunale si è attenuto al rispetto della legge più recente di riferimento, la legge 20, ma senza aver avuto la possibilità di valutarne la conformità al Drag, il recentissimo strumento, previsto dalla stessa legge, per disciplinare i contenuti e le procedure di formazione ed approvazione. Questa oggettiva difficoltà credo abbia ingenerato confusione anche nelle valutazioni dei tecnici della Regione, soprattutto per ciò che riguarda le quantificazioni volumetriche. Non solo: il nostro Pug si è dovuto far carico di un'eredità piuttosto ingombrante, ossia di alcuni paletti posti dal vecchio Prg, come ad esempio quello dell'eccessivo dimensionamento, sulla base di una previsione di aumento della popolazione, stima fatta nel 1971 e poi non avveratasi oggi. Ditemi voi come si fanno a cancellare i diritti acquisiti da quei cittadini che, per 40 anni, hanno sostenuto un sacrificio, anche di natura economica, nell'attesa di veder riconosciute le logiche edificatorie previste dal vecchio Prg. La Regione si è posta questi interrogativi ed in parte li ha recepiti, tenendo la barra dritta laddove ha ritenuto, bontà sua, di ravvisare conflitti fra diritti urbanistici acquisiti e vincoli di natura paesaggistica.
Ma a chi gioverebbe bloccare il Pug? Se lo è chiesto un consigliere d'opposizione.
Ho apprezzato la nota di Ines Fabbretti. Credo che abbia focalizzato il problema: ostacolare il Pug, in questo periodo, può giovare solo a chi si è nutrito di questa situazione di stallo dell'edilizia. Noi riteniamo giusto dare a tutti la possibilità di operare, il che significa sbloccare un mercato fermo e mettere in atto, implicitamente, una politica di ribasso dei prezzi per l'acquisto delle case. I livelli dei prezzi di vendita degli appartamenti sono sostenuti, inaccessibili per molti. E' vero, le tutele ed i vincoli edificatori sono diventati tali e tanti da far lievitare i costi per la realizzazione dei fabbricati, ma chi costruisce deve capire la necessità di proporre delle cifre più umane. Con il Pug si ipotizza un ribasso almeno del 20%, oro colato per le famiglie e per chi è in cerca di casa.
Capitolo finanze. La Ipe ha citato per danni il Comune. Da trovare il modo per far cassa abbiamo trovato il modo per pagare altri soldi?
Per quello che ricordo, sull'argomento c'è una relazione del dirigente il quale ravvisava, nella gara espletata e poi annullata, alcuni costi ritenuti eccessivi per l'amministrazione. Se la gara doveva comportare un notevole aggravio di costi per il Comune e, quindi, per i cittadini, bene ha fatto il dirigente a revocarla.
Ici, Tarsu e Tosap non vengono riscosse come nelle previsioni. Chi mette le antenne non sempre paga l'affitto, chi occupa proprietà comunali non sempre paga l'affitto. E' paradossale per un Comune che ha un bisogno disperato di far cassa.
Il problema delle entrare è piuttosto serio e l'organizzazione della ripartizione finanziaria non è delle migliori. Sul da farsi, siamo stati indecisi su due opzioni: se esternalizzare i servizi o se gestirli dall'interno. La seconda soluzione è più economica, ma è legata alle progressioni verticali ed alle assunzioni. La situazione del personale comunale è disastrosa, non lo scopriamo oggi. Abbiamo pochissimi dirigenti di ruolo, vincitori di concorso. Gli altri sono a contratto: attualmente ci sono, domani potrebbero non esserci più. Abbiamo una situazione intermedia scadente, una presenza di personale con bassa qualifica che oggi stiamo cercando di riqualificare. Finché non procederemo alle progressioni verticali ed alla responsabilizzazione dei dirigenti, non credo si possa fare granché. Suggerisco quindi di guardarci intorno e di cercare aziende che possano svolgere per conto del Comune il servizio, anche se il prezzo da pagare sarà più elevato.
Ma riformare e riorganizzare la macchina comunale è davvero un'impresa così titanica? E' scritto da decenni su tutti i programmi elettorali.
E' dura sì. L'unico modo per mettere in moto un meccanismo di riassetto virtuoso è di riorganizzare la macchina partendo da questi dipendenti, dando loro la giusta collocazione. Oggi abbiamo più di un caso di dipendenti che, pur avendo una qualifica inferiore, si trovano a svolgere quasi mansioni da dirigente, ed è assurdo. Finché non compiamo queste benedette progressioni, non si può far nulla, i sindacati ci salterebbero al collo.
Si parla di 39 progressioni. A quando?
Nel bilancio di previsione del 2008 abbiamo inserito quasi 1 milione di euro per le progressioni. Nel 2009 pensiamo invece di procedere ad alcune assunzioni mirate, in ruoli strategici. Se superiamo questa delicata fase politica ed approviamo gli equilibri di bilancio, il più è fatto.
Alla luce di quanto detto, vi aspetta un Consiglio comunale delicatissimo.
Mi auguro che la maggioranza dimostri la sua compattezza. Ai consiglieri, l'unica cosa che mi sento di dire, è di agire secondo coscienza. La situazione debitoria c'è, i numeri parlano chiaro. Mi preme sottolineare che questa amministrazione non è responsabile del passivo, ereditato da più gestioni amministrative. Il disavanzo è lievitato per via dei debiti fuori bilancio, derivati da un modo di operare che è del passato. Faccio alcuni esempi: abbiamo riconosciuto un debito di oltre 1 milione di euro per una parcella legale presentata da chi ci difendeva nei confronti della società EcoErre. All'epoca, ed era il 1999, nessuno fissava i termini della tariffa professionale. Funzionava così in tutta Italia. Chi poteva aspettarsi un conto tanto salato? D'altronde, in quella circostanza, il Comune non poteva non avvalersi di un difensore, altrimenti ci saremmo trovati in città una discarica di rifiuti speciali. Ed ancora: un'altra grossa fetta di debito è attribuibile ad un contenzioso con un'impresa di costruzione di Trani che si trascinava da oltre 20 anni. I nodi ora sono venuti al pettine. Questa amministrazione ha avuto il coraggio ed il merito di far emergere i debiti, sottaciuti in passato. Il rovescio della medaglia dell'operazione è uno sbilanciamento consistente delle uscite rispetto alle entrate, ma non poteva essere diversamente. Noi ci auguriamo di appianare i debiti nell'immediato futuro: abbiamo calcolato che, dalla riscossione dell'Ici collegata all'approvazione del Pug, si potrebbe raggiungere una cifra assolutamente consistente che ci potrebbe permettere di ritirare dal mercato gli immobili comunali. Ovviamente dobbiamo arrivare ad approvare il Pug.
La vigilia del Consiglio è stata caratterizzata dalla pesante bocciatura dei revisori dei conti. Una domanda: ma i revisori sono tecnici o sono espressione politica?
I revisori dovrebbero essere, per legge, un organico tecnico a tutela del Consiglio Comunale. La loro nomina avviene per volontà del Consiglio stesso. Sappiamo benissimo che dietro l'indicazione di un consigliere, in qualche modo, c'è sempre una scelta di natura politica. Alla fine, il Collegio dei revisori costituisce un organismo assolutamente tecnico ma che, forse forse, se vuole, un pò di politica potrebbe anche farla. Giudizi sul loro operato li rimando ad altra sede. Di certo, quando danno un giudizio negativo sulla manovra di riequilibrio ed invitano l'amministrazione a ricercare soluzioni alternative e complementari, essendo loro un organo di consulenza del Consiglio, mi sarei aspettato qualche elemento illuminante in più. A noi consiglieri interessava sapere se, da un punto di vista normativo, fosse operazione legittimamente possibile quella di approvare un ripiano di disavanzo di gestione con la vendita degli immobili. Le loro risposte, più politiche che tecniche, mi lasciano qualche perplessità. Ogni ulteriore considerazione, comunque, mi riservo di farla nel corso del Consiglio Comunale.
Battute finali, Che giudizio dà a questa maggioranza?
Il giudizio è vincolato ad alcune questioni in itinere: se riusciremo ad approvare in via definitiva il Pug, se riusciremo ad avviare i lavori previsti dal Contratto di Quartiere nella zona di Sant'Angelo, se riusciremo a dotare la città di un piano urbano del traffico e, con un ulteriore sforzo, a riqualificare il manto delle nostre strade, penso che il 2008 possa chiudersi con un saldo attivo. Trani ha la possibilità di ritrovarsi uno strumento urbanistico dopo 40 anni di attesa, un piano urbano del traffico all'altezza delle aspettative, un quartiere nuovo di zecca e dotato di tutti i servizi possibili. Non credo sia cosa da poco. E non dimentico la possibilità di proseguire nell'attività di riqualificazione delle aree destinate alla balneazione. Abbiamo fatto dei passi da gigante negli ultimi anni e sono in cantiere dei nuovi progetti per restituire ulteriori pezzi di costa alla città.
Sul porto, invece, apriti cielo. E' così difficile trovare un accordo tra gli Enti competenti?
Il problema va visto in maniera più ampia. L'amministrazione aveva intrapreso un certo tipo di discorso con Italia Navigando per una riqualificazione complessiva del porto nell'ottica di una evoluzione di un turismo di qualità. Purtroppo le note vicende che hanno interessato Italia Navigando ci hanno costretto ad una frenata, ma la soluzione di una gestione globale della struttura non è stata accantonata. Sulle difficoltà nel dialogo fra gli Enti, ritengo che vi sia un problema di rapporti interpersonali tra le dirigenze ed i vari responsabili, conflitti che non portano da nessuna parte e che andrebbero superati nell'interesse di tutti.
L'area pedonale, fatta di blocchetti e fioriere, è diventata area di parcheggio per chi va al ristorante.
La polizia muncipale ha gli stessi problemi di tutto il resto della struttura comunale. Il comandante ha più volte ribadito l'insufficienza di personale a disposizione che causa una impossibilità a poter gestire la situazione come si vorrebbe, soprattutto nelle ore serali. Un zona porto come la nostra, con un movimento di macchine e pedoni così alto, necessiterebbe del presidio, in pianta stabile, di almeno due vigili. Anche in questo caso, però, siamo vincolati al discorso delle progressioni e delle assunzioni.
Ma il porto, visto così, le piace?
Evito di portarci mia figlia, che ha 7 anni: si figuri un pò.