Una vita fa
L’omaggio di Piracci alle Caterinette ed i ricordi di Carmela
Una vita fa, in trent'anni di Tranesieri
giovedì 25 novembre 2010
Ho deciso di darvi i numeri: 57, 58, 59. Potreste giocarli sulla ruota di Bari e chissà che non siate fortunati alla prossima estrazione oppure, fare come me, e cioè rimanere lì, seduti, ad ascoltare una bella storia che le pagine dei Tranesieri custodiscono con fierezza. Nel 1957, 1958 e 1959, Carmela indossava gli abiti più belli delle sarte più in voga a Trani. E lo faceva per una ricorrenza che ha caratterizzato la nostra città e a cui i tranesi sono stati molto legati. Stiamo parlando della festa delle Caterinette così chiamata in onore di Santa Caterina, martire protettrice delle sartine, sebbene indiscrezioni vociferino che, in realtà, non abbia mai preso in mano ago e filo.
Sino alla fine degli anni Ottanta l'appuntamento si è ripetuto con grande successo di pubblico e critica, con l'affermazione in passerella dei capi ideati dai sarti tranesi, alternati a momenti di intrattenimento canoro e di spettacolo di primissimo piano. La manifestazione, come attestano i Tranesieri, non prevedeva soltanto la sfilata dei modelli messi a punto dalle sarte della nostra città, ma prevedeva anche le esibizioni di gruppi musicali. L'utile economico veniva poi devoluto a favore delle Dame di carità di Trani. Sono passate alla storia le edizioni delle feste delle Caterinette presentate da Pippo Baudo e Paolo Villaggio, così come le presenze dei big della musica italiana. Siamo altrettanto convinti che, nei ricordi di molti, saranno ancora impressi tanti momenti importanti di questa kermesse, accompagnati dalla tristezza per chi non c'è più e tanto dedicò a questa manifestazione, tra tutte la sarta Nina Simone.
Leggiamo un Tranesiere del 1959: «Un elogio particolare meritano le giovani indossatrici, per la maggior parte studentesse e tutte tranesi, per la grazia e la disinvolta sicurezza con le quali si sono cimentate nell'arte non facile delle mannequins». Tra i nomi delle modelle citate, spuntano quelli di Mary Cosmai, Barbara Bucci, Carla e Cristina De Camelis, Antonella Di Gregorio, Maria Cristina Fabiano, Pia e Anna Motta e Carmela Palumbo. Quest'ultima ha tutt'oggi un ricordo nitidissimo di quegli eventi: «Ricordo che ho partecipato alla festa per ben tre volte, sfilando per le sarte Bartucci e Simone. Ieri la seduzione stava in un abito tagliato su misura e di qualità. Oggi la moda è tutta un'altra storia» racconta, non negando il suo passato fortunato di modella, sfogliando per noi le foto di allora che conserva con grande cura. «Partecipavano alla festa delle sarte già affermate al fianco di altrettante improvvisate, ma non meno degne».
Riprendiamo in mano il Tranesiere: «Il grado di preparazione e di capacità delle ditte locali di confezioni femminili per il gusto, la scelta di colori e dei tessuti, per la creazioni dei modelli e delle linee, per la cura e l'impegno profusi nella lavorazione, è ormai tale da poter reggere il confronto con la produzione delle più celebrate sartorie italiane». Carmela annuisce senza esitare. La manifestazione riusciva a sostenere la critica degli ambienti più esigenti ed, allora, avrebbe fatto bella figura anche sullo schermo televisivo senza alcun ricorso a trucchi o a tagli di sorta. Insomma, la festa delle Caterinette era premiata con pieni voti da tutti. «Le sarte dei nostri tempi – spiega Carmela - sono state letteralmente soppiantate dalle industrie di abbigliamento di oggi che incontrano il favore generale per il prezzo degli abiti molto più economico». E come darle torto.
Anche Raffaele Piracci lo sapeva, riconoscendo l'arte che si nascondeva nelle mani artigiane. «Nell'epoca delle produzioni in serie, degli abiti belli e fatti, dei mobili in plastica e dei tanti oggetti di uso comune che oggi vengono sfornati dalle catene di montaggio dei complessi industriali, quando si parla di artigiani si è veramente su di un piano artistico e gli artisti sono rispettabili».
L'ultima celebrazione legata al mito delle Caterinette a Trani si svolse nel 2002 con una sfilata di abiti realizzati dalle studentesse dell'Ipsia e con abiti messi a disposizione dalla famiglia di Nina Simone, la celeberrima sartina da sempre accostata alla festa e deceduta il 13 settembre 2001. «Indossai, temeraria e vincendo ogni superstizione - ricorda Carmela- anche un abito da sposa bandito da tutte le giovani donne. Sfoggiare l'abito bianco invece mi ha portato fortuna. Lo stesso giorno in cui lo indossai per la mia sarta, ho incontrato l'uomo che poi ho sposato». Anche TraniViva vuol dare un calcio alle superstizioni. E se è vero che la moda non passa mai, chissà che la festa delle Caterinette non possa tornare sulle passerelle.
Sino alla fine degli anni Ottanta l'appuntamento si è ripetuto con grande successo di pubblico e critica, con l'affermazione in passerella dei capi ideati dai sarti tranesi, alternati a momenti di intrattenimento canoro e di spettacolo di primissimo piano. La manifestazione, come attestano i Tranesieri, non prevedeva soltanto la sfilata dei modelli messi a punto dalle sarte della nostra città, ma prevedeva anche le esibizioni di gruppi musicali. L'utile economico veniva poi devoluto a favore delle Dame di carità di Trani. Sono passate alla storia le edizioni delle feste delle Caterinette presentate da Pippo Baudo e Paolo Villaggio, così come le presenze dei big della musica italiana. Siamo altrettanto convinti che, nei ricordi di molti, saranno ancora impressi tanti momenti importanti di questa kermesse, accompagnati dalla tristezza per chi non c'è più e tanto dedicò a questa manifestazione, tra tutte la sarta Nina Simone.
Leggiamo un Tranesiere del 1959: «Un elogio particolare meritano le giovani indossatrici, per la maggior parte studentesse e tutte tranesi, per la grazia e la disinvolta sicurezza con le quali si sono cimentate nell'arte non facile delle mannequins». Tra i nomi delle modelle citate, spuntano quelli di Mary Cosmai, Barbara Bucci, Carla e Cristina De Camelis, Antonella Di Gregorio, Maria Cristina Fabiano, Pia e Anna Motta e Carmela Palumbo. Quest'ultima ha tutt'oggi un ricordo nitidissimo di quegli eventi: «Ricordo che ho partecipato alla festa per ben tre volte, sfilando per le sarte Bartucci e Simone. Ieri la seduzione stava in un abito tagliato su misura e di qualità. Oggi la moda è tutta un'altra storia» racconta, non negando il suo passato fortunato di modella, sfogliando per noi le foto di allora che conserva con grande cura. «Partecipavano alla festa delle sarte già affermate al fianco di altrettante improvvisate, ma non meno degne».
Riprendiamo in mano il Tranesiere: «Il grado di preparazione e di capacità delle ditte locali di confezioni femminili per il gusto, la scelta di colori e dei tessuti, per la creazioni dei modelli e delle linee, per la cura e l'impegno profusi nella lavorazione, è ormai tale da poter reggere il confronto con la produzione delle più celebrate sartorie italiane». Carmela annuisce senza esitare. La manifestazione riusciva a sostenere la critica degli ambienti più esigenti ed, allora, avrebbe fatto bella figura anche sullo schermo televisivo senza alcun ricorso a trucchi o a tagli di sorta. Insomma, la festa delle Caterinette era premiata con pieni voti da tutti. «Le sarte dei nostri tempi – spiega Carmela - sono state letteralmente soppiantate dalle industrie di abbigliamento di oggi che incontrano il favore generale per il prezzo degli abiti molto più economico». E come darle torto.
Anche Raffaele Piracci lo sapeva, riconoscendo l'arte che si nascondeva nelle mani artigiane. «Nell'epoca delle produzioni in serie, degli abiti belli e fatti, dei mobili in plastica e dei tanti oggetti di uso comune che oggi vengono sfornati dalle catene di montaggio dei complessi industriali, quando si parla di artigiani si è veramente su di un piano artistico e gli artisti sono rispettabili».
L'ultima celebrazione legata al mito delle Caterinette a Trani si svolse nel 2002 con una sfilata di abiti realizzati dalle studentesse dell'Ipsia e con abiti messi a disposizione dalla famiglia di Nina Simone, la celeberrima sartina da sempre accostata alla festa e deceduta il 13 settembre 2001. «Indossai, temeraria e vincendo ogni superstizione - ricorda Carmela- anche un abito da sposa bandito da tutte le giovani donne. Sfoggiare l'abito bianco invece mi ha portato fortuna. Lo stesso giorno in cui lo indossai per la mia sarta, ho incontrato l'uomo che poi ho sposato». Anche TraniViva vuol dare un calcio alle superstizioni. E se è vero che la moda non passa mai, chissà che la festa delle Caterinette non possa tornare sulle passerelle.