Una vita fa
Settant'anni fa a Trani la Pasquetta di sangue
Il ricordo di una delle pagine storiche più dolorose della città
lunedì 1 aprile 2013
11.10
Settant'anni fa il giorno di Pasquetta fu caratterizzato da uno degli episodi più tragici della storia cittadina del '900. Il 27 aprile del 1943 (giorno di Pasquetta) un bombardamento aereo sulla zona portuale e in via Corato lasciò sul terreno ben 35 vittime, 21 civili e 14 militari.
Fu, questa la dolorosa «Pasquetta di sangue» narrata per la prima volta dal compianto Raffaello Piracci che raccolse le memorie storiche di quegli anni nei suoi libri "Accadde a Trani nel '43" (edizione Il Tranesiere) e nella pubblicazione postuma di "Trani in guerra" edita da Il giornale di Trani. Oggi, quella triste Pasquetta è ricordata in una lapide apposta sul palazzo che si trova tra via Zanardelli e via Fabiano e che fu scoperta dall'amministrazione nel 2004 su proposta della commissione comunale per la toponomastica. Vi si legge: «Qui il 27 aprile 1943 durante il secondo conflitto mondiale mentre il popolo viveva di stenti e nell'angosciosa speranza di pace e serenità perirono 21 cittadini tranesi vittime di un bombardamento aereo. A ricordo e monito alle future generazioni la città pose nell'anno 2004».
Quell'episodio così atroce e così importante nella recente storia di Trani le fece meritare la medaglia d'argento al merito civile ottenuta con decreto presidenziale l'8 maggio del 1998 a firma dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La motivazione di quella medaglia è scolpita su di un'altra lapide posta al pianoterra di Palazzo Palmieri, sede del Consiglio comunale di Trani, e così vi è scritto: «Durante l'ultimo conflitto mondiale, a seguito di un bombardamento aereo che aveva provocato numerose vittime e danni, la popolazione interveniva prontamente in soccorso dei superstiti e si adoperava poi, con impavido spirito di sacrificio e pochi mezzi a disposizione, nella instancabile opera di sgombero delle macerie e di ricostruzione. Splendido esempio di umana solidarietà ed alto spirito di abnegazione. 27 aprile 1943».
Quella tragica Pasquetta fu così rievocata nella relazione del Consiglio comunale dell'epoca, relazione poi inoltrata al Capo dello Stato per l'assegnazione della medaglia al merito civile. Sindaco di quel momento storico era Giancarlo Tamborrino.
Nella notte tra il 26 ed il 27 aprile 1943 la città di Trani subì un'incursione aerea anglo-americana che provocò numerose vittime e distruzione. Furono 35 le vittime di quello che doveva essere un sereno Lunedì dell'Angelo: invece, nel giro di un'ora i tranesi passarono dall'atmosfera festiva della Pasqua a quella luttuosa provocata da quell'attacco aereo.Intorno alle 2 del 27 aprile furono sganciate le prime bombe, due delle quali caddero nella zona abitata di via Statuti Marittimi provocando 21 morti e 26 feriti; altre nella zona delle Casermette in via Corato dove perirono 14 militari: un totale di 35 morti per una città che allora contava 35.000 abitanti. I nomi delle vittime furono scolpiti su di una lapide posta all'ingresso del Cimitero di Trani sulla destra di chi entra.
Più di tutti si prodigarono per i primi soccorsi i padri barnabiti Luigi Brancati, Agostino Rizzi, Francesco Trocchi, la crocerossina Emma Viti, il podestà Giuseppe Pappolla, il segretario del fascio Antonio Bassi e lo stesso Arcivescovo monsignor Petronelli. Desolanti furono anche i solenni funerali svoltisi nella chiesa di Santa Chiara, che allora fungeva da Cattedrale. Tutte le bare tappezzavano il pavimento della chiesa ed i fedeli erano presi da una disperazione indescrivibile. Quel bombardamento fu anche la causa dei danni gravi subiti dal famoso teatro San Ferdinando di Trani: da allora iniziò la sua decadenza che porterà all'abbattimento negli anni successivi.
Fu, questa la dolorosa «Pasquetta di sangue» narrata per la prima volta dal compianto Raffaello Piracci che raccolse le memorie storiche di quegli anni nei suoi libri "Accadde a Trani nel '43" (edizione Il Tranesiere) e nella pubblicazione postuma di "Trani in guerra" edita da Il giornale di Trani. Oggi, quella triste Pasquetta è ricordata in una lapide apposta sul palazzo che si trova tra via Zanardelli e via Fabiano e che fu scoperta dall'amministrazione nel 2004 su proposta della commissione comunale per la toponomastica. Vi si legge: «Qui il 27 aprile 1943 durante il secondo conflitto mondiale mentre il popolo viveva di stenti e nell'angosciosa speranza di pace e serenità perirono 21 cittadini tranesi vittime di un bombardamento aereo. A ricordo e monito alle future generazioni la città pose nell'anno 2004».
Quell'episodio così atroce e così importante nella recente storia di Trani le fece meritare la medaglia d'argento al merito civile ottenuta con decreto presidenziale l'8 maggio del 1998 a firma dall'allora presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro. La motivazione di quella medaglia è scolpita su di un'altra lapide posta al pianoterra di Palazzo Palmieri, sede del Consiglio comunale di Trani, e così vi è scritto: «Durante l'ultimo conflitto mondiale, a seguito di un bombardamento aereo che aveva provocato numerose vittime e danni, la popolazione interveniva prontamente in soccorso dei superstiti e si adoperava poi, con impavido spirito di sacrificio e pochi mezzi a disposizione, nella instancabile opera di sgombero delle macerie e di ricostruzione. Splendido esempio di umana solidarietà ed alto spirito di abnegazione. 27 aprile 1943».
Quella tragica Pasquetta fu così rievocata nella relazione del Consiglio comunale dell'epoca, relazione poi inoltrata al Capo dello Stato per l'assegnazione della medaglia al merito civile. Sindaco di quel momento storico era Giancarlo Tamborrino.
Nella notte tra il 26 ed il 27 aprile 1943 la città di Trani subì un'incursione aerea anglo-americana che provocò numerose vittime e distruzione. Furono 35 le vittime di quello che doveva essere un sereno Lunedì dell'Angelo: invece, nel giro di un'ora i tranesi passarono dall'atmosfera festiva della Pasqua a quella luttuosa provocata da quell'attacco aereo.Intorno alle 2 del 27 aprile furono sganciate le prime bombe, due delle quali caddero nella zona abitata di via Statuti Marittimi provocando 21 morti e 26 feriti; altre nella zona delle Casermette in via Corato dove perirono 14 militari: un totale di 35 morti per una città che allora contava 35.000 abitanti. I nomi delle vittime furono scolpiti su di una lapide posta all'ingresso del Cimitero di Trani sulla destra di chi entra.
Più di tutti si prodigarono per i primi soccorsi i padri barnabiti Luigi Brancati, Agostino Rizzi, Francesco Trocchi, la crocerossina Emma Viti, il podestà Giuseppe Pappolla, il segretario del fascio Antonio Bassi e lo stesso Arcivescovo monsignor Petronelli. Desolanti furono anche i solenni funerali svoltisi nella chiesa di Santa Chiara, che allora fungeva da Cattedrale. Tutte le bare tappezzavano il pavimento della chiesa ed i fedeli erano presi da una disperazione indescrivibile. Quel bombardamento fu anche la causa dei danni gravi subiti dal famoso teatro San Ferdinando di Trani: da allora iniziò la sua decadenza che porterà all'abbattimento negli anni successivi.