Altri sport
A Trani il galà del salto con l'asta
Appuntamento a fine agosto in piazza Plebiscito
Trani - mercoledì 30 giugno 2010
Il cartellone estivo è in fase di redazione e nel corso della prossima settimana dovrebbe veder luce. In attesa di scoprire che estate sarà, lo sport si ritaglia un ruolo da protagonista. Ci sarà spazio per tutte le discipline, fra conferme e piacevoli new entry. Una di queste è il galà del salto con l'asta in piazza Plebiscito, in agenda il 26 agosto a partire dalle 20. Il salto con l'asta rappresenta una delle discipline più spettacolari e difficili dell'atletica leggera, in cui la corretta esecuzione del salto è la base fondamentale di un risultato di livello. A Trani si potranno ammirare variegati astisti di fama internazionale e nazionale, dall'olimpionico Jure Rovan al giovane campioncino Marcello Palazzo (terzo al mondiale indoor juniores), dal nazionale Matteo Rubbiani al campione ungherese Akos Jaeger. Il galà del salto con l'asta sarà preceduto, nel pomeriggio, da dimostrazioni aperte a ragazzi e bambini, cui verrà concessa l'opportunità di cimentarsi con l'asta imparando a saltare insieme ai campioni.
Il salto con l'asta nacque in tempi assai remoti per far fronte a necessità belliche, quando l'uomo pensò di servirsi di pertiche, più o meno lunghe, per proiettarsi al di là di fossati, barriere ed altri ostacoli. Nonostante non sia mai entrato a far parte dei giochi dello stadio, il salto con l'asta divenne sport presso i greci antichi. La prima competizione di salto con l'asta risale in ogni caso ai giochi del County Meath, tenutisi a Taliti, in Irlanda, nel 1829 a.c.
La prima Olimpiade moderna di Atene (1896) vide imporsi l'americano William Hoyt con 3,30 metri. Da qui in poi la scuola americana, aiutata anche da nuovi attrezzi di bambù, iniziò il suo predominio che durò fino ai giochi olimpici del 1972. C'è da dire che, durante questi anni, ci furono tanti cambiamenti, a cominciare dal tipo di attrezzo. Infatti, dal bambù (il cui maggior interprete fu Cornelius Warmerdam, che negli anni '40 migliorò per ben otto volte il record mondiale fino ad un massimo di 4,78 metri), si passò nel 1947 all'alluminio, mentre verso la fine degli anni '50 si videro i primi prototipi di asta in fibra di vetro (fiberglass), materiale che costituisce tutt'oggi l'asta. Proprio grazie a questi cambiamenti, uniti ad un costante perfezionamento della tecnica e della metodologia degli allenamenti, si saltò sempre più in alto, e già nel 1963 l'americano Brian Sternberg fu il primo uomo a valicare il muro dei 5 metri (51 anni dopo il primo uomo sopra i 4 metri, ovvero un altro americano, Marcus Wright). Dopo il 1972, in altre parole quando il tedesco orientale Wolfgang Nordwig interruppe il predominio olimpico americano, si misero in luce varie scuole, come quella polacca e, più recentemente, quella francese e soprattutto quella sovietica. Quest'ultima ha avuto come massimo interprete Sergey Bubka, capace di portare il record mondiale da 5,84 metri (1984), agli attuali 6,14 metri (1994), sei volte campione mondiale e campione olimpico nel 1988.
Il salto con l'asta nacque in tempi assai remoti per far fronte a necessità belliche, quando l'uomo pensò di servirsi di pertiche, più o meno lunghe, per proiettarsi al di là di fossati, barriere ed altri ostacoli. Nonostante non sia mai entrato a far parte dei giochi dello stadio, il salto con l'asta divenne sport presso i greci antichi. La prima competizione di salto con l'asta risale in ogni caso ai giochi del County Meath, tenutisi a Taliti, in Irlanda, nel 1829 a.c.
La prima Olimpiade moderna di Atene (1896) vide imporsi l'americano William Hoyt con 3,30 metri. Da qui in poi la scuola americana, aiutata anche da nuovi attrezzi di bambù, iniziò il suo predominio che durò fino ai giochi olimpici del 1972. C'è da dire che, durante questi anni, ci furono tanti cambiamenti, a cominciare dal tipo di attrezzo. Infatti, dal bambù (il cui maggior interprete fu Cornelius Warmerdam, che negli anni '40 migliorò per ben otto volte il record mondiale fino ad un massimo di 4,78 metri), si passò nel 1947 all'alluminio, mentre verso la fine degli anni '50 si videro i primi prototipi di asta in fibra di vetro (fiberglass), materiale che costituisce tutt'oggi l'asta. Proprio grazie a questi cambiamenti, uniti ad un costante perfezionamento della tecnica e della metodologia degli allenamenti, si saltò sempre più in alto, e già nel 1963 l'americano Brian Sternberg fu il primo uomo a valicare il muro dei 5 metri (51 anni dopo il primo uomo sopra i 4 metri, ovvero un altro americano, Marcus Wright). Dopo il 1972, in altre parole quando il tedesco orientale Wolfgang Nordwig interruppe il predominio olimpico americano, si misero in luce varie scuole, come quella polacca e, più recentemente, quella francese e soprattutto quella sovietica. Quest'ultima ha avuto come massimo interprete Sergey Bubka, capace di portare il record mondiale da 5,84 metri (1984), agli attuali 6,14 metri (1994), sei volte campione mondiale e campione olimpico nel 1988.