Calcio
Fortis Trani, dolce Natale
La squadra di Savoni si gode il terzo posto. Intervista al presidente Simone che parla di Flora
Trani - domenica 24 dicembre 2006
Cinque vittorie consecutive non sono un record per il Trani, ma poco ci manca. L'impresa era stata raggiunta nel 1970-71 in serie D, nel 94-95 in C2, nel 1999-2000 e nel 2001-02. L'ultima risaliva ai tempi d'oro della Fortis, gli anni di Notariale e di una squadra che era proiettata verso la serie D.
I cinque squilli di quest'anno mandano alle stelle le quotazioni dei biancazzurri guidati da Amedeo Savoni, uno che con i ragazzi sa sempre cosa fare, come gestirli e come ottenere il massimo. Il terzo posto in Promozione, alle spalle del Corato e del Castellana, nasce dalla voglia matta di un gruppo giovane, unito e collaudato che ha saputo capitalizzare al massimo le opportunità di un campionato dal livello non certo entusiasmante. Peccato che adesso ci si debba fermare. Fosse stato per Savoni, statene certi, avrebbe continuato a giocare anche durante le feste. Carpe diem, direbbero i latini. L'allenatore bitontino teme rilassamenti e sbornie, spettri da esorcizzare anche perché fra gennaio e febbraio si decide il futuro del Trani che dovrà vedersela, in rapida successione, con tutte le big del torneo.
Intanto però c'è il tempo di gustarsi qualche giorno di riposo e di ricominciare al piccolo trotto con i richiami di preparazione. C'è tempo anche per registrare le parole del presidente Simone che ha voluto salutare tutto la staff prima di Natale. Simone non presta il fianco a chi gli parla di un "effetto Flora", paventando, fra le concause di questa serie positiva, un possibile subentro dell'ex presidente del Barletta a fine stagione che avrebbe riacceso entusiasmi sopiti. "Con Flora c'è un legame di amicizia - spiega - ed è naturale che quando due presidenti si incontrino, finiscano col parlare di calcio. Di qui a favoleggiare su subentri e cambi di rotta ce ne vuole". Meglio dunque spostare il tiro su questo piccolo capolavoro costruito in sordina e fra mille difficoltà. "Due mesi fa - spiega Simone - fummo costretti a mandar via quattro giocatori perché avevamo la sensazione che nello spogliatoio non tutti rendessero al massimo. La scelta, sofferta, è stata però recepita dal gruppo che, da quel momento, ha fatto quadrato intorno al suo allenatore ed ha cominciato a lavorare con impegno e determinazione. Questi ragazzi hanno dimostrato una maturità incredibile, così come la nostra società che è andata avanti nonostante mille problemi fra cui quelli dell'indifferenza e dello stadio. Il peggio è ormai passato. Siccome ritengo di essere una persona costruttiva preferisco guardare avanti, augurandomi che il calcio possa restituire alla città quell'ottimismo di cui ha bisogno".
Biagio Fanelli junior
I cinque squilli di quest'anno mandano alle stelle le quotazioni dei biancazzurri guidati da Amedeo Savoni, uno che con i ragazzi sa sempre cosa fare, come gestirli e come ottenere il massimo. Il terzo posto in Promozione, alle spalle del Corato e del Castellana, nasce dalla voglia matta di un gruppo giovane, unito e collaudato che ha saputo capitalizzare al massimo le opportunità di un campionato dal livello non certo entusiasmante. Peccato che adesso ci si debba fermare. Fosse stato per Savoni, statene certi, avrebbe continuato a giocare anche durante le feste. Carpe diem, direbbero i latini. L'allenatore bitontino teme rilassamenti e sbornie, spettri da esorcizzare anche perché fra gennaio e febbraio si decide il futuro del Trani che dovrà vedersela, in rapida successione, con tutte le big del torneo.
Intanto però c'è il tempo di gustarsi qualche giorno di riposo e di ricominciare al piccolo trotto con i richiami di preparazione. C'è tempo anche per registrare le parole del presidente Simone che ha voluto salutare tutto la staff prima di Natale. Simone non presta il fianco a chi gli parla di un "effetto Flora", paventando, fra le concause di questa serie positiva, un possibile subentro dell'ex presidente del Barletta a fine stagione che avrebbe riacceso entusiasmi sopiti. "Con Flora c'è un legame di amicizia - spiega - ed è naturale che quando due presidenti si incontrino, finiscano col parlare di calcio. Di qui a favoleggiare su subentri e cambi di rotta ce ne vuole". Meglio dunque spostare il tiro su questo piccolo capolavoro costruito in sordina e fra mille difficoltà. "Due mesi fa - spiega Simone - fummo costretti a mandar via quattro giocatori perché avevamo la sensazione che nello spogliatoio non tutti rendessero al massimo. La scelta, sofferta, è stata però recepita dal gruppo che, da quel momento, ha fatto quadrato intorno al suo allenatore ed ha cominciato a lavorare con impegno e determinazione. Questi ragazzi hanno dimostrato una maturità incredibile, così come la nostra società che è andata avanti nonostante mille problemi fra cui quelli dell'indifferenza e dello stadio. Il peggio è ormai passato. Siccome ritengo di essere una persona costruttiva preferisco guardare avanti, augurandomi che il calcio possa restituire alla città quell'ottimismo di cui ha bisogno".
Biagio Fanelli junior