Calcio
Fortis Trani, presentati Fanelli e Prisciandaro
Nasce la nuova squadra in vista del prossimo campionato.
Trani - venerdì 16 maggio 2008
Vito Fanelli in panchina, Gioacchino Prisciandaro come primo colpo di un mercato che si annuncia ricco, ricchissimo. La Fortis Trani si proietta verso la nuova stagione presentando i primi big, con un occhio alla scaramanzia. Dovendo scegliere un contenitore per la conferenza stampa si era pensato, subito, al Monastero di Colonna.
Dirigenti al lavoro per ottenere la sala conferenze del Chiostro, poi le menti storiche del Trani hanno ricordato un infausto precedente. Giugno 1996: la Polisportiva Trani, appena retrocessa in Interregionale dopo 8 campionati di C2, si presentò nei locali del Monastero con un nuovo presidente (Savino Sapienza) ed un giocatore straniero dal curriculum stratosferico, Zoran Dragicevic, annunciato come «l'uomo della rinascita».
Ebbene, quel Trani arrivò ultimo a fine stagione, di Dragicevic si persero le tracce durante il ritiro di Motta Montercovino e, ciliegina sulla torta, nell'estate del 1997 la Polisportiva chiuse i battenti sommersa dai debiti. «Troppi brutti ricordi, troppe ferite ancora aperte» hanno pensato gli uomini che compongono lo staff del presidente Abruzzese. E allora stavolta si è scelta una sede «vergine», quella del circolo Capirro, gremita di pubblico per salutare il nuovo allenatore e l'attaccante barese, 37 anni, ma già tirato a lucido e proiettato verso la nuova esperienza, almeno sentendo le prime parole «da tranese». Abruzzese parla e arringa la folla. Vuole vincere. E si vede. Nelle parole e nei fatti.
Accanto a lui, annuisce convinto Vito Fanelli. Dopo l'esperienza di Banzi, vuole imporsi a Trani, piazza che conosce bene avendoci giocato nel 1990. Il mercato è solo all'inizio, annunciano. Applausi. C'è fame di calcio a Trani: l'ultima promozione la si festeggiò nel 2002, il salto in serie D della Fortis. E lì si vuole tornare, «Quanto prima e con l'aiuto di tutti» dice Abruzzese riferendosi ai tifosi e, implicitamente, all'amministrazione con cui sono in ballo alcune promesse importanti. Abruzzese si è rivolto ai tifosi: «Fatevi ambasciatori del Trani. Tutti noi abbiamo il compito di riportare la gente allo stadio. Il progetto è ambizioso e a lunga gittata. Se remiamo tutti quanti nella stessa direzione potremo tornare a recitare un ruolo da protagonisti».
Vito Fanelli ha spiegato la sua scelta: «Quella di venire a Trani - ha detto - è una decisione di cuore ma ponderata. Possiamo fare bene, da parte mia sento di promettere massimo impegno e dedizione alla causa». Quindi è stato il turno di Prisciandaro: «Volevo smettere dopo tre stagioni umilianti a Barletta, Brindisi e Casarano. Fanelli mi ha fatto cambiare idea. Credo di poter dare il mio contributo al Trani. Ai tifosi chiedo pazienza e di non essere frettolosi. Il campionato si vince solo all'ultima giornata, non alla prima».
Biagio Fanelli jr.
Dirigenti al lavoro per ottenere la sala conferenze del Chiostro, poi le menti storiche del Trani hanno ricordato un infausto precedente. Giugno 1996: la Polisportiva Trani, appena retrocessa in Interregionale dopo 8 campionati di C2, si presentò nei locali del Monastero con un nuovo presidente (Savino Sapienza) ed un giocatore straniero dal curriculum stratosferico, Zoran Dragicevic, annunciato come «l'uomo della rinascita».
Ebbene, quel Trani arrivò ultimo a fine stagione, di Dragicevic si persero le tracce durante il ritiro di Motta Montercovino e, ciliegina sulla torta, nell'estate del 1997 la Polisportiva chiuse i battenti sommersa dai debiti. «Troppi brutti ricordi, troppe ferite ancora aperte» hanno pensato gli uomini che compongono lo staff del presidente Abruzzese. E allora stavolta si è scelta una sede «vergine», quella del circolo Capirro, gremita di pubblico per salutare il nuovo allenatore e l'attaccante barese, 37 anni, ma già tirato a lucido e proiettato verso la nuova esperienza, almeno sentendo le prime parole «da tranese». Abruzzese parla e arringa la folla. Vuole vincere. E si vede. Nelle parole e nei fatti.
Accanto a lui, annuisce convinto Vito Fanelli. Dopo l'esperienza di Banzi, vuole imporsi a Trani, piazza che conosce bene avendoci giocato nel 1990. Il mercato è solo all'inizio, annunciano. Applausi. C'è fame di calcio a Trani: l'ultima promozione la si festeggiò nel 2002, il salto in serie D della Fortis. E lì si vuole tornare, «Quanto prima e con l'aiuto di tutti» dice Abruzzese riferendosi ai tifosi e, implicitamente, all'amministrazione con cui sono in ballo alcune promesse importanti. Abruzzese si è rivolto ai tifosi: «Fatevi ambasciatori del Trani. Tutti noi abbiamo il compito di riportare la gente allo stadio. Il progetto è ambizioso e a lunga gittata. Se remiamo tutti quanti nella stessa direzione potremo tornare a recitare un ruolo da protagonisti».
Vito Fanelli ha spiegato la sua scelta: «Quella di venire a Trani - ha detto - è una decisione di cuore ma ponderata. Possiamo fare bene, da parte mia sento di promettere massimo impegno e dedizione alla causa». Quindi è stato il turno di Prisciandaro: «Volevo smettere dopo tre stagioni umilianti a Barletta, Brindisi e Casarano. Fanelli mi ha fatto cambiare idea. Credo di poter dare il mio contributo al Trani. Ai tifosi chiedo pazienza e di non essere frettolosi. Il campionato si vince solo all'ultima giornata, non alla prima».
Biagio Fanelli jr.