Calcio
Rissa Trani - Terlizzi, scrive in redazione l'Olimpia Sacro Cuore
Biagio Fanelli risponde: «Il calcio deve essere divertimento e socializzazione»
Trani - martedì 28 novembre 2006
Riceviamo e pubblichiamo questa lettera dell'Olimpia Sacro Cuore Terlizzi in relazione alla rissa del campionato Allievi tra Ac Trani e Terlizzi.
"In riferimento a quanto da Lei pubblicato relativamente alla gara svoltasi domenica 19 novembre tra Ac Trani e la nostra società, esprimiano tutto il nostro disappunto per la faziosità con la quale il sig. Francischiello rappresenta l'episodio e, soprattutto, ne contestiamo la versione in quanto assolutamente non rispondente alla realtà dei fatti ma soprattutto alle persone coinvolte.
Dichiariamo con forza e a gran voce la completa ed assoluta estraneità del nostro massaggiatore a quanto imputatogli solo sulla base di sentito dire e di testimonianze di chi avrebbe visto dalla tribunetta. Visto che cosa?! Testimonianze e prove ben circostanziate sono pronte a dimostrare che, mentre i ragazzi si strattonavano fra loro, il nostro dirigente era ben lontano dalla mischia, preoccupato a sincerarsi delle condizioni del proprio figlio colpito da una testata alla spalle da un calciatore del Trani. Anzi, il nostro dirigente ha ricevuto un calcio da un giocatore del Trani di cui conosciamo l'identità. Anziché raccontare inesattezze e lanciare accuse pesanti, sarebbe più opportuno che il sig. Francischiello si chiedesse se un suo diverso comportamento non avrebbe evitato quanto successivamente accaduto, poiché, purtroppo per lui, egli è stato del tutto protagonista principale e i raptus di follia sono solo suoi.
Ciò detto, il nostro interesse principale è quello di riportare il tutto nella sfera della lealtà e della correttezza sportiva che sempre ci ha contraddistinto. Abbiamo espresso il nostro rammarico al ragazzo che ha dovuto subire un intervento chirurgico al naso e alla sua famiglia recandoci di persona in ospedale a testimonianza di quelli che sono i valori che contraddistinguono il nostro modo di pensare e di interpretare lo sport e il calcio giovanile in particolare. Siamo certi che Ella provvederà alla pubblicazione di questa missiva e, con l'occasione Le porgiamo cordiali saluti".
Risponde Biagio Fanelli.
Accogliamo questo intervento da parte della società del Terlizzi e lo pubblichiamo perché è giusto dare a tutti la possibilità di esprimere la propria versione dei fatti soprattutto quando si verificano episodi di questa gravità (il ragazzo colpito è ricoverato nell'ospedale di Barletta con una frattura al naso). Vorrei però evidenziare un altro aspetto: possono cambiare gli addendi ma il risultato non cambia. Due settimane fa siamo stati spettatori di una rissa vergognosa fra ragazzini di 17 anni a cui hanno partecipato anche degli adulti. Ciò è inammissibile a prescindere da chi sia stato poi il responsabile del gesto più grave.
Domenica scorsa, sempre a Trani, sempre nel campionato allievi, si stava verificando un episodio analogo. Restiamo sconcertati soprattutto dal fatto che una serie di tornei come quelli giovanili, che dovrebbero essere delle vetrine per i giovani del nostro territorio, si trasformino spesso in corride o in regolamenti di conti. Aldilà dei risultati (che contano poco a quei livelli, ammettiamolo) ci spaventa il vedere l'approccio oltremodo aggressivo e maleducato di presunti baby giocatori. Domenica abbiamo visto giocatori esultare con tanto di «cappello» verso la tribuna, altri attaccarsi alla retina e sputare verso il pubblico. In passato abbiamo visto genitori imprecare contro ragazzi della squadra avversaria o prendere di mira arbitri buttati nella mischia molte volte senza nessuna preparazione.
A questo punto il problema c'è e va affrontato. Lo sport deve essere uno strumento di ausilio per arginare problemi di ben altro spessore che rientrano nella sfera del sociale. E' arrivato il momento che le società stesse si facciano un bell'esame di coscienza e comincino a prendere dei seri provvedimenti per riportare queste manifestazioni nelle giusta direzione, punendo in primis chi lo sport dovrebbe insegnarlo. Il calcio, soprattutto a quei livelli, deve essere divertimento e socializzazione. E invece molti adulti ritengono che sia più importante vincere piuttosto che partecipare, creando in casa piccoli mostri. Visto che la Federazione molte volte è costretta a chiudere gli occhi (nel caso di Trani-Terlizzi l'arbitro non avrebbe visto niente), ci auguriamo che siano le società a prendere le dovute misure. Lasciando a casa ragazzini teppisti o in cerca di giustizia personale, emulatori di modelli sbagliati che la tv e il calcio dei grandi sovente proprone, e soprattutto quegli adulti che, con i loro comportamenti, non fanno altro che buttare benzina sul fuoco. Il calcio di una volta era allegria e spensieratezza. Oggi è rissa e volgarità anche quando in campo vanno ragazzi di 16 o 17 anni. Evidentemente qualcosa non va.
"In riferimento a quanto da Lei pubblicato relativamente alla gara svoltasi domenica 19 novembre tra Ac Trani e la nostra società, esprimiano tutto il nostro disappunto per la faziosità con la quale il sig. Francischiello rappresenta l'episodio e, soprattutto, ne contestiamo la versione in quanto assolutamente non rispondente alla realtà dei fatti ma soprattutto alle persone coinvolte.
Dichiariamo con forza e a gran voce la completa ed assoluta estraneità del nostro massaggiatore a quanto imputatogli solo sulla base di sentito dire e di testimonianze di chi avrebbe visto dalla tribunetta. Visto che cosa?! Testimonianze e prove ben circostanziate sono pronte a dimostrare che, mentre i ragazzi si strattonavano fra loro, il nostro dirigente era ben lontano dalla mischia, preoccupato a sincerarsi delle condizioni del proprio figlio colpito da una testata alla spalle da un calciatore del Trani. Anzi, il nostro dirigente ha ricevuto un calcio da un giocatore del Trani di cui conosciamo l'identità. Anziché raccontare inesattezze e lanciare accuse pesanti, sarebbe più opportuno che il sig. Francischiello si chiedesse se un suo diverso comportamento non avrebbe evitato quanto successivamente accaduto, poiché, purtroppo per lui, egli è stato del tutto protagonista principale e i raptus di follia sono solo suoi.
Ciò detto, il nostro interesse principale è quello di riportare il tutto nella sfera della lealtà e della correttezza sportiva che sempre ci ha contraddistinto. Abbiamo espresso il nostro rammarico al ragazzo che ha dovuto subire un intervento chirurgico al naso e alla sua famiglia recandoci di persona in ospedale a testimonianza di quelli che sono i valori che contraddistinguono il nostro modo di pensare e di interpretare lo sport e il calcio giovanile in particolare. Siamo certi che Ella provvederà alla pubblicazione di questa missiva e, con l'occasione Le porgiamo cordiali saluti".
Risponde Biagio Fanelli.
Accogliamo questo intervento da parte della società del Terlizzi e lo pubblichiamo perché è giusto dare a tutti la possibilità di esprimere la propria versione dei fatti soprattutto quando si verificano episodi di questa gravità (il ragazzo colpito è ricoverato nell'ospedale di Barletta con una frattura al naso). Vorrei però evidenziare un altro aspetto: possono cambiare gli addendi ma il risultato non cambia. Due settimane fa siamo stati spettatori di una rissa vergognosa fra ragazzini di 17 anni a cui hanno partecipato anche degli adulti. Ciò è inammissibile a prescindere da chi sia stato poi il responsabile del gesto più grave.
Domenica scorsa, sempre a Trani, sempre nel campionato allievi, si stava verificando un episodio analogo. Restiamo sconcertati soprattutto dal fatto che una serie di tornei come quelli giovanili, che dovrebbero essere delle vetrine per i giovani del nostro territorio, si trasformino spesso in corride o in regolamenti di conti. Aldilà dei risultati (che contano poco a quei livelli, ammettiamolo) ci spaventa il vedere l'approccio oltremodo aggressivo e maleducato di presunti baby giocatori. Domenica abbiamo visto giocatori esultare con tanto di «cappello» verso la tribuna, altri attaccarsi alla retina e sputare verso il pubblico. In passato abbiamo visto genitori imprecare contro ragazzi della squadra avversaria o prendere di mira arbitri buttati nella mischia molte volte senza nessuna preparazione.
A questo punto il problema c'è e va affrontato. Lo sport deve essere uno strumento di ausilio per arginare problemi di ben altro spessore che rientrano nella sfera del sociale. E' arrivato il momento che le società stesse si facciano un bell'esame di coscienza e comincino a prendere dei seri provvedimenti per riportare queste manifestazioni nelle giusta direzione, punendo in primis chi lo sport dovrebbe insegnarlo. Il calcio, soprattutto a quei livelli, deve essere divertimento e socializzazione. E invece molti adulti ritengono che sia più importante vincere piuttosto che partecipare, creando in casa piccoli mostri. Visto che la Federazione molte volte è costretta a chiudere gli occhi (nel caso di Trani-Terlizzi l'arbitro non avrebbe visto niente), ci auguriamo che siano le società a prendere le dovute misure. Lasciando a casa ragazzini teppisti o in cerca di giustizia personale, emulatori di modelli sbagliati che la tv e il calcio dei grandi sovente proprone, e soprattutto quegli adulti che, con i loro comportamenti, non fanno altro che buttare benzina sul fuoco. Il calcio di una volta era allegria e spensieratezza. Oggi è rissa e volgarità anche quando in campo vanno ragazzi di 16 o 17 anni. Evidentemente qualcosa non va.