Volley
Strutture sportive, Laraia insiste: «Penalizzato, ecco perché»
La Geda risponde al dirigente. Nenna: «Siamo ai tempi di Ponzio Pilato»
Trani - sabato 5 novembre 2011
11.58
Geppino Laraia non si ferma e va avanti nel manifestare il dissenso sulla ripartizione degli orari di utilizzo delle strutture sportive comunali. In una lettera aperta alla dirigente dell'ufficio sport, Maria Dettori, il presidente della Geda volley invita il dirigente a prendere provvedimenti, spiegando la situazione della sua società: «Il diritto di scelta prioritario è sempre avvenuto – dice - secondo graduatoria dei campionati da disputare ad iniziare,ovviamente, da quelli più importanti,per finire a quelli esclusivamente giovanili. Su tali principi è sempre stata trovata una soluzione globale. Quest'anno, tali principi sono state stravolti e solo a danno della Geda».
Laraia spiega: «La mia società è iscritta al campionato di prima divisione ed a due campionati giovanili obbligatori . Per queste tre attività le sono concesse 4 ore e mezza settimanali di allenamento, pari a 1 ora e mezza per squadra. Ad altra società di basket che dovrà svolgere, per quanto mi è dato sapere, solo due campionati giovanili facoltativi sono concesse oltre 6 ore settimanali. L'ufficio sport sa perfettamente che le squadre giovanili non disputano le gare nelle giornate del sabato e domenica, per cui non trova giustificazione la concessione di ben due ore settimanali di allenamento nella giornata del venerdì e, per giunta, anche nella fascia oraria dalle 19 alle 21destinata alle realtà di categoria. Ad altra società di pallavolo, anch'essa dedita ad attività giovanile, sono concesse ben 10 ore e mezza settimanali di allenamento ed anche in questo caso ben 2 ore nella giornata del venerdì. Di contro, alla Geda viene riservato un trattamento diametralmente opposto: per svolgere 3 campionati (di cui 2 già in corso) sono state ritenute sufficienti solo 4 ore e mezza di allenamento complessivo settimanale di cui solo mezzora nella giornata fondamentale del venerdì, propedeutica alle gare ufficiali che si svolgono il sabato e la domenica».
Laraia non si limita a protestare ma fornisce alla dirigente un assist per far rientrare il caso: «A testimonianza della più ampia disponibilità collaborativa da parte mia, segnalo al dirigente che due società su tre a cui, nella giornata del venerdì, sono state concesse due ore di allenamento, si sono rese disponibili ad una riduzione e rimodulazione del proprio orario. Per cui, rimarrebbe solo una società da invitare ad anticipare il proprio orario, portandolo dalle 19 alle 17.30 e concedendo così, anche alla Geda la possibilità di allenamento dalle 19.30 alle 21.30, poichè il giocare il sabato e la domenica non è una scelta ma un'imposizione federale».
Sull'argomento è intervenuto anche Cosimo Nenna della Federazione della Sinistra: «La situazione venutasi a creare tra le società sportive per gli orari sembra non interessare a nessuno dei responsabili degli uffici preposti. Pilatiscamente e in nome di un concetto di democrazia partecipata tutto da verificare, dal Comune se ne lavano le mani in pratica con un semplice vedetevela fra di voi. Dal settembre scorso, con numerosi fax, la Geda ha denunciato alcune discriminazioni a suo danno circa le giornate e le fasce orarie avute rispetto ad altre società che svolgono solo attività giovanili e non hanno obblighi di sorta verso le quali le rispettive federazioni. Le strutture, proprio perché di proprietà comunale, vanno affidate secondo criteri obiettivi e trasparenti che tengano conto dell'importanza dei tornei svolti, della incolumità degli atleti se questi non possono allenarsi in maniera adeguata, e anche delle imposizioni, come già detto, che rivengono dalla Federazione di appartenenza. Ma questo pare che all'amministrazione non interessi più di tanto».
Laraia spiega: «La mia società è iscritta al campionato di prima divisione ed a due campionati giovanili obbligatori . Per queste tre attività le sono concesse 4 ore e mezza settimanali di allenamento, pari a 1 ora e mezza per squadra. Ad altra società di basket che dovrà svolgere, per quanto mi è dato sapere, solo due campionati giovanili facoltativi sono concesse oltre 6 ore settimanali. L'ufficio sport sa perfettamente che le squadre giovanili non disputano le gare nelle giornate del sabato e domenica, per cui non trova giustificazione la concessione di ben due ore settimanali di allenamento nella giornata del venerdì e, per giunta, anche nella fascia oraria dalle 19 alle 21destinata alle realtà di categoria. Ad altra società di pallavolo, anch'essa dedita ad attività giovanile, sono concesse ben 10 ore e mezza settimanali di allenamento ed anche in questo caso ben 2 ore nella giornata del venerdì. Di contro, alla Geda viene riservato un trattamento diametralmente opposto: per svolgere 3 campionati (di cui 2 già in corso) sono state ritenute sufficienti solo 4 ore e mezza di allenamento complessivo settimanale di cui solo mezzora nella giornata fondamentale del venerdì, propedeutica alle gare ufficiali che si svolgono il sabato e la domenica».
Laraia non si limita a protestare ma fornisce alla dirigente un assist per far rientrare il caso: «A testimonianza della più ampia disponibilità collaborativa da parte mia, segnalo al dirigente che due società su tre a cui, nella giornata del venerdì, sono state concesse due ore di allenamento, si sono rese disponibili ad una riduzione e rimodulazione del proprio orario. Per cui, rimarrebbe solo una società da invitare ad anticipare il proprio orario, portandolo dalle 19 alle 17.30 e concedendo così, anche alla Geda la possibilità di allenamento dalle 19.30 alle 21.30, poichè il giocare il sabato e la domenica non è una scelta ma un'imposizione federale».
Sull'argomento è intervenuto anche Cosimo Nenna della Federazione della Sinistra: «La situazione venutasi a creare tra le società sportive per gli orari sembra non interessare a nessuno dei responsabili degli uffici preposti. Pilatiscamente e in nome di un concetto di democrazia partecipata tutto da verificare, dal Comune se ne lavano le mani in pratica con un semplice vedetevela fra di voi. Dal settembre scorso, con numerosi fax, la Geda ha denunciato alcune discriminazioni a suo danno circa le giornate e le fasce orarie avute rispetto ad altre società che svolgono solo attività giovanili e non hanno obblighi di sorta verso le quali le rispettive federazioni. Le strutture, proprio perché di proprietà comunale, vanno affidate secondo criteri obiettivi e trasparenti che tengano conto dell'importanza dei tornei svolti, della incolumità degli atleti se questi non possono allenarsi in maniera adeguata, e anche delle imposizioni, come già detto, che rivengono dalla Federazione di appartenenza. Ma questo pare che all'amministrazione non interessi più di tanto».